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Google Calendar rende più semplice lo smart working

Il Calendario di Google permette di fissare anche riunioni e appuntamenti da casa

In questo anno e mezzo il mondo del lavoro è cambiato moltissimo e tutti hanno imparato almeno due nuove parole in inglese: smart working. La flessibilità lavorativa, che sia negli orari o nei luoghi di lavoro, può essere per alcuni lavoratori una grande risorsa. Ma occorre essere organizzati per sfruttarla al meglio. Per questo Google Calendar ha effettuato alcuni cambiamenti che rendono più semplice organizzare lo smart working.

Google Calendar semplifica lo smart working

A partire dal 30 agosto , Google Calendar permette di evidenziare il luogo e l’orario in cui lavorate. Google ha implementato questa possibilità proprio nelle impostazioni per gli appuntamenti del calendario online. Quando riservate del tempo per una riunione, potete scegliere dove svolgerla. Potete selezionare il vostro ufficio, la vostra casa oppure un “altro luogo” e aggiungere un ulteriore indirizzo.

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Questo permette di gestirvi bene durante le giornate (noi lo sfrutteremo di certo per distinguere facilmente fra le conferenze stampa in presenza e quelle su Zoom o Meet). Ma diventa utilissimo se usate Calendar come agenda d’ufficio. In questo modo i vostri colleghi sapranno se aspettarvi per la riunione di revisione del progetto oppure se accendere la webcam in sala conferenze. Queste funzioni previste per Google Workplace non sono disponibili per tutti gli account al momento del lancio. Ma permettono di gestire al meglio la giornata quando l’ufficio diventa sempre più ibrido, realtà che molte aziende stanno affrontando.

Solamente gli account amministratori potranno selezionare l’indirizzo principale dell’ufficio. Ma per il resto potete personalizzare l’esperienza anche negli account aziendali. Nel menu delle impostazioni trovate tutte le opzioni ma le principali saranno segnate anche direttamente nei menu contestuali. E organizzarvi in modo da essere il più produttivi possibile, senza fatica.

Se volete una visione più dettagliata dei cambiamenti, potete controllare il post sul blog della stessa Google.

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Source
Android Police

Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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