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Come è cambiato: l’iMac

L'incredibile storia del computer che ha rivoluzionato l'informatica

Nella nostra rubrica “Come è cambiato” abbiamo ripercorso la storia lunghissima di oggetti di uso quotidiano. Dalla lavatrice al phon, dalla macchina del caffè alla vasca da bagno, e via dicendo. Oggi, invece, abbiamo deciso di affrontare l’evoluzione di un oggetto relativamente recente, che però ha subito grandi trasformazioni anno dopo anno. Stiamo parlando dell’iMac di Apple, il computer che ha rivoluzionato non solo la storia della compagnia di Cupertino, ma anche quella dell’intera tecnologia.

1984: quando tutto ebbe inizio

In linea di massima, l’origine dell’iMac di Apple si fa risalire al 6 Maggio 1998, quando la compagnia presentò per la prima volta il prodotto durante l’evento “Apple Back on Track”. Ma quello che molti non sanno è che l’origine del computer risale almeno ad una quindicina di anni addietro. Nel 1981, infatti, Steve Jobs cominciò a lavorare alla divisione Macintosh su esplicita richiesta del CEO Michael Scott. Il suo incarico consisteva nell’ottimizzare il progetto di Jef Raskin, che stava lavorando per costruire un computer piccolo ed economico. Dal canto suo, Jobs lavorò attentamente sul design e sull’interfaccia grafica, dando priorità alla qualità del dispositivo piuttosto che alla convenienza.

Un lavoro lungo, che fece saltare la prima data di commercializzazione del Macintosh, fissata al 1983. Nel frattempo, infatti, IBM stava conquistando un’ampia fetta di mercato del settore e Jobs pensò bene di ottimizzare il computer per renderlo il più possibile competitivo. Il dispositivo fu allora dotato di 128 KB di RAM e di un floppy da da 3″½ prodotto dalla Sony. E con queste caratteristiche tecniche fu lanciato sul mercato il 24 Gennaio del 1984. Per l’occasione, Apple preannunciò il lancio del computer con uno spot di 60 secondi diretto da Ridley Scott, che ha cambiato per sempre la storia della comunicazione.

La pubblicità, ispirata al romanzo “1984” di George Orwell, era ambientata in un futuro distopico, in cui una giovane ragazza libera l’umanità dal controllo del Grande Fratello. E per quanto risulti strano, nell’immaginario di Jobs questa era la trasposizione della forza di Apple che si imponeva sul mercato come diretta competitor di IBM. D’altronde, il Macintosh 128K è stata una vera e propria rivoluzione nel settore. Di fatto, questo è stato il primo computer ad introdurre un’interfaccia basata su menù e icone, e a presentare di serie una tastiera e un mouse. Ma la vera novità introdotta da Apple è stata la grafica all’avanguardia, che si è rivelata la chiave di un successo che dura da oltre vent’anni.

1998: sul mercato arriva l’iMac di Apple

Come potete ben immaginare, la storia dell’iMac è strettamente correlata a quella di Steve Jobs. Dopo essere stato lontano da Apple per ben 12 anni, ritorna nella compagnia nel 1996, guadagnandosi il titolo di CEO ad interim. Con il suo ritorno, Jobs scopre l’incredibile talento di Jonathan Ive, un designer a cui affida il progetto di un computer che racchiuda l’anima di Apple. Nasce così l’iMac G3. Il dispositivo che ha rivoluzionato per sempre il settore dell’informatica, oltre ad aver tracciato la strada del successo della compagnia. Questo è stato, infatti, il primo computer all-in-one, ossia un dispositivo che racchiudeva tutti i componenti tecnici all’interno di un unico blocco.

iMac G3 Apple

L’intero hardware del computer, infatti, era posto all’interno di una scocca in plastica trasparente colorata, che permetteva a chiunque di vedere dove fossero localizzate le componenti interne. E questa è stata solo una delle tante novità introdotte da Jobs e Ive. Dato lo spazio ridotto, l’iMac G3 arrivò sul mercato senza lettore floppy e porte seriali, sostituite all’occorrenza dalle moderne USB. Inoltre, data la spasmodica attenzione al design, il computer fu lanciato con una tastiera ed un mouse abbinati alla tonalità della scocca. Un dettaglio importante, che dimostra quanto Apple sia da sempre stata attenta all’estetica dei suoi prodotti. Non a caso, lo stesso Jobs dichiarò che “il retro di questo computer è più bello della parte frontale di quelli della concorrenza“.

Ma il nuovo Mac non rappresentò una rivoluzione soltanto per il design. Per la prima volta, infatti, la compagnia cominciò ad utilizzare il prefisso i per i suoi prodotti. Quale sia il significato reale di questa scelta non è chiaro, ma pare che la scelta della lettera “i” possa essere ricondotta tanto ad Internet quanto al rapporto dell’utente con il dispositivo. Consapevole dell’importanza di Internet, Apple decise di lanciare il computer dotandolo di un modem e di una porta Ethernet integrati di serie. In questo modo gli utenti avevano la possibilità di connettersi alla Rete in modo pratico e veloce. Quanto alla possibilità che la “i” sia da intendere come sostituta del pronome personale I, c’è da dire che la compagnia ha da sempre cercato di favorire l’esperienza dell’utente. Ed Apple potrebbe aver scelto di rappresentare così la semplicità di utilizzo del suo dispositivo. Chissà.

iMac G4

2002: l’iMac G4 e l’evoluzione del computer di Apple

A partire dal 1998 ad oggi, il design dell’iMac di Apple ha subito evoluzioni di ogni genere. Tra le più importanti vale la pena annoverare l’iMac G4, il primo modello in cui lo schermo a tubo catodico CRT è stato sostituito da un moderno display LCD. Una modifica che ha portato alla riprogettazione dell’intero design. Le varie necessità hanno imposto che l’hardware fosse integrato all’interno di una base, dando così al computer l’aspetto di una lampada da scrivania. E questa non fu la sola modifica importante. Da questo momento, infatti, la compagnia si è vista costretta ad abbandonare la scocca colorata, riportata in produzione quest’anno con l’iMac 2021.

Altrettanto interessante, quanto all’evoluzione del design del computer di Apple, è il lancio del Mac Pro del 2013. Il design è ancora una volta curato da Jonathan Ive, che questa volta propone una scocca in alluminio nero dalla forma di un cilindro. Un’estetica mai vista prima nel settore, che si accompagnava però anche a caratteristiche tecniche degne di nota: processori Intel Xeon E5 quad, esa, octa e dodeca core, una memoria RAM che poteva raggiungere i 64 GB e una doppia scheda grafica AMD FirePro. Insomma, l’iMac di Apple si è evoluto fortemente nel corso dei decenni, ma senza dimenticare i dettagli curati da Jobs nel primo Macintosh del 1984: il design e la dotazione grafica. Due caratteristiche che hanno fatto il successo di questo prodotto.

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Chiara Crescenzi

Editor compulsiva, amante delle serie tv e del cibo spazzatura. Condivido la mia vita con un Bulldog Inglese, fonte di ispirazione delle cose che scrivo.

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