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Astroganga: la prima serie anime robotica a colori

La prima serie 'robotica' anime a colori ci presenta sullo schermo la storia di un robot diverso da tutti gli altri

Nel nuovo appuntamento con la nostra rubrica dedicata agli anime degli anni ’80 facciamo un viaggio che ci riporta proprio agli inizi della decade. Tra gli anime forse meno noti ma che hanno fatto la storia del genere c’è Astroganga. Questo perché la serie è la prima del genere andata in onda a colori e dà di fatto inizio ad una lunga schiera di anime a lei profondamente ispirati.

In Italia arriva proprio nel 1980 ma va detto che in Giappone viene prodotta qualche anno prima, nel 1972, dalla Knack Productions e diretta da Masashi Nitta. Ci trasporta nel mondo dei ‘robottoni’ che ormai conosciamo bene ma presenta differenze evidenti, sostanziali rispetto a prodotti più noti al pubblico che andremo poi ad analizzare nel corso dell’articolo. Partiamo ora col scoprire di cosa parla l’anime Astroganga.

Astroganga: la storia dell’anime

La Terra è in pericolo

I presupposti della storia non cambiano rispetto a quelli di molti altri anime di genere mecha: la Terra è anche qui in pericolo. Il primo episodio ci trasporta subito nell’atmosfera di paura e allarme che vive il pianeta quando alcuni dischi volanti iniziano a sorvolare i suoi cieli. Uno di questi atterra e dal suo interno fuoriesce un mostro terribile, pronto ad uccidere tutti. A fermarlo incredibilmente è un bambino: si tratta di Charlie (che nella versione giapponese è chiamato Kentaro) che ha la capacità di convocare e fondersi con un gigantesco robot, Astroganga. I due diventano una sola cosa e insieme riescono a scacciare il nemico.

astroganga anime

Si scopre però, grazie al nonno di Charlie che è uno scienziato, che non solo questo mostro era solo il primo di una lunga serie, ma che Astroganga era un’arma segreta che Charlie non avrebbe dovuto schierare, almeno non ancora.

La verità su Charlie e Astroganga

È solo nel secondo episodio che otteniamo le risposte che servono a comprendere la vera storia dei protagonisti. Con un flashback scopriamo che Charlie è figlio di un astronomo e di una donna arrivata da un altro pianeta. Lei si chiama Maya e viene dal pianeta Cantaros, dal quale è stata costretta a fuggire a causa dell’invasione dei terribili Blaster, gli stessi che nel presente stanno attaccando la Terra.

Maya riesce non solo a fuggire e ad arrivare sulla Terra, ma porta con se un blocco di un particolare metallo ‘vivente’ che può essere plasmato, creando un gigantesco robot capace di difendere la Terra. A trovarla è un astronomo che si dice pronto ad aiutarla. I due intanto si innamorano e dalla loro unione nasce Charlie, bambino che sarà cruciale per la salvezza della Terra. Maya infatti svela che, perché il robot diventi una macchina invincibile, ha bisogno di un’intelligenza umana: quella del loro figlio. E questo è possibile attraverso due sigilli di cui Maya è provvista: questi creano un legame tra il robot e l’intelligenza umana di Charlie, legandoli in modo indissolubile.

astroganga genitori charlie

I Blaster: nemici che vogliono sopravvivere

Purtroppo Maya morirà poco dopo: la donna svela solo in punto di morte che, prima di scappare dal suo pianeta, i Blaster l’avevano colpita con le loro radiazioni. Charlie assume dunque il compito di proteggere la Terra insieme ad Astroganga. Il momento d’altronde arriva pochi anni dopo, quando i Blaster fanno la loro comparsa dopo aver già distrutto oltre 200 pianeti in giro per lo spazio.

Scopriamo così che questi alieni disposti a tutto rubano l’ossigeno presente sui vari pianeti che serve loro per sopravvivere. Privati delle loro risorse naturali, i pianeti attaccati si disintegrano poco dopo. Esaurite le risorse, i Blaster volano dunque via alla ricerca di un nuovo corpo celeste da sfruttare. Non sanno però che la Terra è provvista di un’arma in grado di fermarli e che la battaglia in questo caso sarà per loro molto ardua.

Il finale

A questo punto l’anime Astroganga si sviluppa come molti altri finora visti. Si susseguono infatti una lunga serie di combattimenti tra gli alieni che vogliono appropriarsi delle risorse della Terra e il nostro protagonista. Astroganga e Charlie affrontano una lunga serie di mostri fino ad arrivare allo scontro finale.

Nel 26esimo episodio, ultimo della serie anime, Astroganga e Charlie combattono una durissima battaglia contro una Pantera spaziale, inviata sulla Terra dai Blaster, che si nutre di energia vitale. Si tratta di un mostro molto pericoloso, che potrebbe però distruggere quelle stesse risorse di cui i Blaster hanno bisogno. Quando infatti la situazione inizia a degenerare, la battaglia tra la Pantera e Astroganga viene spostata nello spazio. Qui arriva il colpo di scena: il robot, finora sempre legato indissolubilmente a Charlie, avvia la scissione da lui. Lo rimanda sulla Terra all’interno del suo medaglione per salvarlo dallo scontro finale che lui solo combatterà. La Pantera viene indirizzata verso la flotta dei Blaster che verranno disintegrati grazie al sacrificio di Astroganga.

astroganga anime finale

Astroganga: curiosità e considerazioni sull’anime

Astroganga: un robot che non è un robot

Alla luce della storia dell’anime e soprattutto del suo finale appare lampante un dettaglio: Astroganga non è un robot come gli altri. Anzi, potremmo forse dire che non è assolutamente un robot. Questo è un termine che prevede la presenza di una macchina creata, assemblata e quindi funzionante per mezzo di tecnologia, cosa che non avviene con Ganga. Qui infatti ci ritroviamo di fronte ad un essere nato dal un metallo che la stessa proprietaria definisce ‘vivente’. Astroganga nasce da questo metallo malleabile, capace di moltiplicarsi fino a diventare gigantesco.

Un compito in cui viene aiutato dalla forza di un vulcano subacqueo, che dà la spinta necessaria affinché il ‘robot’ si formi ancor più velocemente per essere pronto per quando i Blaster arriveranno sulla Terra. Una premessa quella della nascita di Ganga che serve in effetti ad aprire una parentesi ancor più interessante: quella della sua sensibilità.

Un ‘robot senziente’

Se fosse un robot come gli altri, Astroganga sarebbe semplicemente una potentissima macchina dotata di armi e poteri straordinari ma comandata al suo interno da una persona in carne ed ossa con una sua intelligenza. Siamo invece ben lontani da questo. Ganga è un ‘robot senziente’ e gli stessi disegni lo mettono in evidenza già visivamente.

Ganga ha un volto umano, pur essendo per il resto chiaramente di metallo. Attraverso quel volto mostra espressioni di dolore, di preoccupazione. Ganga inoltre parla, esprime i suoi pensieri che, attenzione, non sono certo quelli del piccolo Charlie che si fonde con lui. E questo lo dimostra proprio il finale: Ganga decide infatti di separarsi da Charlie, affrontando anche la sua distruzione pur di salvarlo.

Perché Astroganga e Charlie si uniscono?

Alla luce di queste considerazioni verrebbe dunque da chiedersi: perché Astroganga e il piccolo Charlie si uniscono? Se il robot è effettivamente senziente e sul finale mostra anche la capacità di scegliere di sacrificarsi, qual è l’apporto dato dal bambino? Sono alcune parti dell’anime a spiegare cosa c’è dietro questa unione. La prima a farvi cenno è Maya, spiegando che Charlie è l’arma in più: attraverso l’intelligenza del bambino, Ganga diventa un essere praticamente invincibile.

Ma non è tutto: si nota infatti che, senza l’apporto di Charlie, Astroganga perde parte della sua forza ma, soprattutto, della sua volontà. Il robot non riesce ad essere perfetto nei combattimenti; va d’altronde notato che Ganga non è dotato di armi o abilità speciali ma deve fare affidamento solo sulla sua forza. Quindi, quando Charlie non è con lui, la sua potenza è inevitabilmente inferiore e subisce più facilmente colpi dai nemici. Va infine sottolineato che questo robot alto 40 metri e pesante 20 tonnellate non è indistruttibile: quando viene lesionato si rigenera proprio attraverso il calore del vulcano che lo ha in parte generato.

Astroganga: la sigla dell’anime

In Italia la sigla dell’anime, dal titolo ‘Astroganga’, è cantata da Galaxy Group. Il testo della sigla è di Andrea Lo Vecchio e la musica di Mariano Detto.

Volete rivivere altre storie legate agli anime degli anni ’80? Siamo andati all’avventura con la piccola Memole, combattuto al fianco di Re Artù e riso insieme ai Predatori del tempo. Abbiamo vissuto i tormenti d’amore di Johnny e della dolce Kyoko. Ci siamo immersi nelle battaglie su pattini a rotelle di Muteking; vissuto il drammatico percorso di Remi e ci siamo appassionati alle sfide sportive di Holly e BenjiShingo e Mila e Shiro. Ma anche molto, molto altro!

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Anna Montesano

Scrittrice da quando ne ho memoria, dai diari al web. Viaggiatrice incallita e malata di serie tv, appassionata di tv e cinema. Nella vita un solo motto: "Perché rimandare a domani quando puoi vederlo oggi?"

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