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La spada di King Arthur: Lancillotto e Artù alleati e non rivali in amore

Per il nuovo appuntamento con gli anime degli anni ’80 facciamo un lungo passo indietro nel tempo, arrivando fino al Medioevo. Gli appassionati del Ciclo Bretone saranno contenti di sapere/ricordare che i giapponesi hanno dedicato a Re Artù un anime in due stagioni, dal titolo ‘La spada di King Arthur’. La serie venne prodotta dalla Toei Animation e trasmessa da Fuji TV tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80 per fare poi il suo esordio in Italia nel 1981.

In Italia La spada di King Arthur ha riscosso un buon successo, al punto tale da essere replicata in più occasioni e con un nuovo doppiaggio. Nel 1997 arriverà infatti sui canali Mediaset con tanto di nuovo titolo. Va però anticipato che la storia di Re Artù che ricordiamo dai testi aderisce ben poco a quella raccontata dall’anime e ora scopriremo perché.

La spada di King Arthur: la storia dell’anime

Una drammatica profezia

La storia di Re Artù, Lancillotto, Merlino, Ginevra e la Tavola Rotonda la conosciamo tutti eppure qui c’è ben poco di aderente a quanto tramandato dai testi. Le fondamenta della vicenda sono comunque le stesse: le imprese del famoso re. L’anime infatti si apre con l’assassinio di Re Uther di Camelot, papà di Artù. A ucciderlo è stato il malvagio Lavik, che mira a distruggere la stirpe reale per prenderne il potere.

All’inizio della storia fa la sua comparsa anche un altro protagonista delle vicende di King Arthur: Mago Merlino. È stato proprio lui infatti a predire la morte del Re Uther quando Artù avrebbe compiuto tre anni, profezia di cui era a conoscenza solo il diretto interessato. Artù, dunque, rimane solo, pronto a vendicare suo padre e, qualora accadesse, a prendere il suo posto sul trono.

re artu anime

Excalibur e il destino di Artù

A decidere chi debba diventare re non è la successione di sangue ma, come ben noto, è un rituale magico che tira in ballo una potente spada: Excalibur. Solo chi riesce ad estrarla dalla roccia può diventare re e Artù, trascorsi 12 anni dalla morte del padre, è l’unico a riuscirci, diventando il nuovo re (anche se tutti continuano a chiamarlo principe!). La sua missione è ora quella di vendicare suo padre e sconfiggere il malvagio Re Lavik, che si fa aiutare nel suo losco piano da una strega di nome Medessa.

Nella sua missione King Arthur non è da solo: al suo fianco i cavalieri della Tavola Rotonda. Conosciamo dunque Lancillotto, Parsifal, Tristano e anche la bella Ginevra (inizialmente tenuta prigioniera proprio da Lavik, poi liberata e alleata dei cavalieri).

Il finale della prima serie anime

Arriviamo così al finale della prima serie anime di King Arthur (composta da 22 episodi). Il protagonista, accompagnato dai suoi fidati amici e cavalieri, si dirige verso Camelot, deciso a liberarla da Lavik e dalla strega Medessa. Ha così inizio un’accesa battaglia nella quale Artù è aiutato non solo dalla compagnia ma anche dalla sua magica Spada e da uno scudo magico (invenzione giapponese) conquistato in una prova e che serve a contrastare le stregonerie di Medessa.

Grazie a tutti questi elementi Re Artù riesce a conquistare il lieto fine, distruggendo sia Lakik che Medessa e riportando su Camelot la pace tanto agognata.

Una seconda stagione più ‘fantasiosa’

La seconda serie anime di King Arthur è caratterizzata da più elementi magici e certamente una maggior fantasia. Il tono della storia, almeno nei primi episodi, cambia e ci presenta elementi del tutto inediti al racconto come lo conosciamo. La serie (composta da 22 episodi come la prima) si apre con Re Artù che riceve un invito di un caro amico che gli chiede di raggiungerlo a Nord per delle comunicazioni importanti.

king arthur pegaso

Artù decide dunque di partire in incognito, viaggiando su di una nave volante. Un viaggio durante il quale non mancano nemici da sconfiggere, peripezie di vario genere ma anche l’incontro di nuovi amici che si alleano alla sua causa.

King Arthur: il finale dell’anime

Arriviamo così al colpo di scena finale. Sì, perché Artù arriva a scoprire verso la fine del suo viaggio che nè il malvagio Lavik, né la strega Medessa sono stati sconfitti come pensava. Il primo è anzi vivo e vegeto mentre la seconda continua ad esistere in forma di spirito. Sono ancora alleati e hanno riunito le forze per la loro vendetta che inizialmente va anche a segno. Dopo un momento di grande difficoltà, Artù riesce però ancora una volta nell’impresa. Armato di spada, scudo magico e cavalieri, sconfigge – e questa volta definitivamente – i suoi nemici. Può così fare ritorno a Camelot insieme a nuovi e vecchi amici a bordo della sua nave volante.

La spada di King Arthur: curiosità e considerazioni sull’anime

Due grosse mancanze nell’anime

Come abbiamo accennato all’inizio dell’articolo, la serie anime dedicata a King Arthur discosta in molti aspetti da quanto narrato nei testi. Due, d’altronde, sono gli elementi di cui sentiamo la maggiore mancanza: Mago Merlino e il triangolo amoroso che coinvolge Artù, Ginevra e Lancillotto. Partendo dal primo, Magi Merlino fa effettivamente la sua apparizione all’inizio dell’animo per la profezia fatta sul re padre di Artù; eppure, nonostante sia un personaggio principale e fondamentale nella storia originale e, dunque, nella crescita di Artù, nell’anime compare soltanto due volte. Una scelta che stupisce vista l’impronta magica notevole data all’anime.

Più comprensibile è invece la scelta di non includere nell’anime le ben note vicende del triangolo amoroso che coinvolge Re Artù, Ginevra e il suo primo cavaliere Lancillotto. L’anime vuole infatti focalizzarsi sui combattimenti e sulle avventure del protagonista e dei suoi cavalieri, non intaccando la vicenda con sentimentalismi.

I ‘contro’ della seconda serie

Se la prima serie anime dedicata a King Arthur ha riscosso un buon successo, la seconda ha attirato negli anni perplessità e qualche critica. I primi 22 episodi mantengono un costante tono di azione che culmina alla fine con lo scontro con i nemici. Seppur presenti elementi magici – dalla spada e lo scudo di Artù al suo cavallo volante senza ali – l’anime rimane credibile, proprio perché aggrappato a risvolti coinvolgenti e appassionanti della storia (anche originale). Cosa che invece non accade sempre nella seconda serie.

Gli elementi fantastici – come la nave volante su cui viaggiano – sono talvolta estremizzati, cozzando con la trama centrale, rischiando infine di diventare stucchevole. Detto questo, la serie nella sua totalità rimane comunque un prodotto che vale la pena vedere, anche solo per immergersi in quel tipico mondo medioevale.

Un doppiaggio d’eccellenza

Non possiamo non fare una menzione speciale ai doppiatori italiani della serie anime King Arthur. Va infatti ricordato che il primo doppiaggio italiano annovera nomi del calibro di Luca Ward, Marco Guadagno e Anna Marchesini, celebre attrice e comica del trio con Tullio Solenghi e Massimo Lopez. Il secondo doppiaggio italiano, che arriva quando l’anime si trasferisce sui canali Mediaset, trova invece assoldate voci storiche dell’azienda come Tony Fuochi e Patrizio Prata.

La sigla

C’è una curiosità anche riguardo la sigla dell’anime King Arthur. A cantarla è Riccardo Zara con il suo gruppo, tutto composto da familiari, I Cavalieri del Re. La curiosità sta nel fatto che il gruppo acquisì questo nome d’arte proprio perché la sigla di Kung Arthur fu per loro la prima in assoluto.

Desiderosi di rivivere altre storie legate agli anime degli anni ’80? Siamo andati sui monti insieme ad Heidi e Annette, siamo cresciuti un po’ con L’Ape Maia e abbiamo tifato per i protagonisti di Prendi il mondo e vai. Abbiamo vissuto i tormenti d’amore di Johnny e della dolce Kyoko. Ci siamo immersi nelle battaglie su pattini a rotelle di Muteking; vissuto il drammatico percorso di Remi e ci siamo appassionati alle sfide sportive di Holly e BenjiShingo e Mila e Shiro. Ma anche molto, molto altro!

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Re Artù e i cavalieri della Tavola rotonda
  • Editore: La Nuova Frontiera Junior
  • Autore: Laura Russo , Andrè Ducci
  • Collana: Classici illustrati

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Anna Montesano

Scrittrice da quando ne ho memoria, dai diari al web. Viaggiatrice incallita e malata di serie tv, appassionata di tv e cinema. Nella vita un solo motto: "Perché rimandare a domani quando puoi vederlo oggi?"

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