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Attacco hacker filorusso al sito della Polizia di Stato

Sito inaccessibile per alcune ore

Continua l’insolito braccio di ferro tra i pirati informatici vicini a Mosca e l’Italia.

L’ultimo capitolo, che ha avuto luogo nelle scorse ore, ha visto un attacco hacker filorusso ai danni della Polizia di Stato. La stessa Polizia che, peraltro, poco prima aveva sventato un’offensiva partita (forse) dal medesimo gruppo di criminali informatici. E indirizzata all’Eurovision.

Scopriamo prima i dettagli dell’attacco hacker filorusso contro la Polizia italiana. Vediamo poi in quali altri modi il gruppo di pirati informatici conosciuti come Killnet ha fatto parlare di sé, e quali altri siti del nostro Paese ha preso di mira.

L’attacco hacker filorusso contro la Polizia di Stato

Il sito Internet della Polizia di Stato, preso di mira dal gruppo Killnet, è stato irraggiungibile nella mattina di lunedì 16 maggio.

In realtà mentre stiamo stilando l’articolo, intorno alle ore 15.00 del medesimo giorno, riscontriamo ancora qualche difficoltà di accesso al sito.

L’attacco hacker filorusso, dicevamo, è stato rivendicato dal gruppo Killnet, di cui vi abbiamo parlato in un altro articolo.

Sono pirati informatici giovanissimi (intorno ai vent’anni), che fanno capo al collettivo Legion, ideologicamente vicino al Cremlino. Dall’inizio del conflitto contro l’Ucraina, attaccano siti istituzionali o comunque di primaria importanza dei Paesi che si dichiarano critici verso l’invasione russa.

attacco hacker 2

Il tipo di attacco

Si è trattato nuovamente di un attacco DDoS (Distributed denial of service). Che manda in tilt i sistemi informatici con un’ingente mole di richieste di accesso, che rallentano un sito o lo rendono del tutto irraggiungibile.

La rivendicazione

In un primo momento, è stata diffusa dalla stampa la notizia secondo cui l’attacco hacker filorusso sarebbe stata una mossa ritorsiva dopo l’intervento della Polizia italiana (ribadito sul profilo Twitter) che avrebbe sventato diverse offensive durante le premiazioni di Eurovision.

Ma su Telegram, canale in cui il gruppo vanta quasi 60.000 iscritti, Killnet avrebbe rivendicato l’offensiva informatica contro la nostra Polizia, proprio per sbugiardarla. Perché secondo Killnet avrebbe dichiarato il falso, alludendo agli attacchi all’Eurovision resi vani.

Con il solito tono diretto, gli hacker hanno scritto che “Killnet non ha attaccato l’Eurovision”, aggiungendo una dichiarazione non proprio incoraggiante: “Oggi dichiariamo ufficialmente guerra a 10 Paesi, inclusa la menzognera Polizia italiana”.

A ciò fa seguito una provocazione: si può infatti leggere che “Il vostro sito ha smesso di funzionare” e si sfidano i tecnici informatici italiani a rispondere all’offensiva, “come hanno fatto per l’Eurovision”.

Cosa è successo all’Eurovision

Difficile capire se gli attacchi durante le premiazioni all’Eurovision siano stati davvero portati dal gruppo Killnet.

Di certo, la Polizia ha pubblicato su Twitter un cinguettio dove spiega di aver rintuzzato offensive sia durante la semifinale del 10 maggio che durante la serata finale.

Nel tweet del 15 maggio leggiamo: “Sventati attacchi informatici da #PoliziadiStato a @Eurovision. Gli hacker hanno provato a infiltrarsi ma l’attivazione di una sala operativa h24 dedicata all’evento con personale #CNAIPIC di #PoliziaPostale ha permesso di neutralizzare e respingere gli attacchi #essercisempre.”

Si è parlato addirittura, per sventare le minacce di attacchi all’Eurovision, di una sala operativa con più di 100 specialisti, che ha monitorato la rete Internet per più di 1000 ore.

Se si fosse trattato di attacchi hacker del gruppo filorusso (per quanto rintuzzati), di certo non mancherebbe l’aggancio politico: già prima del verdetto la Kalush Orchestra, rappresentante dell’Ucraina, era data tra i probabili vincitori.

I precedenti attacchi all’Italia

Il gruppo Killnet è lo stesso che nel pomeriggio di mercoledì 11 maggio ha sferrato un attacco multiplo a diversi siti italiani. E cioè a quelli del Senato e della Difesa. Ma anche a quelli dell’Istituto Superiore di Sanità, dell’Automobile Club d’Italia, del portale Kompass, dell’Istituto di studi avanzati di Lucca e di Infomedix.

La modalità, anche in quei casi, è stata quella del DDoS. E anche lì si è pensato a una contromossa politica. In quelle stesse ore, infatti, il nostro Presidente del Consiglio Mario Draghi era in visita a Washington. Dove tra le altre cose ha dichiarato che “La Russia non è più Golia. Non è un avversario invincibile.”

Altrettanto esplicita è stata la risposta del gruppo Killnet: “Potrebbe essere l’inizio della vostra fine”.

L’Italia nel mirino

Già dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, l’Agenzia di cybersecurity nazionale aveva segnalato che, vista la vicinanza ideologica alle ragioni di Kiev, l’Italia era finita tra i Paesi presi di mira dagli hacker filorussi.

Le offensive DDoS, peraltro, di solito sono solo dimostrative, e non producono danni ai sistemi informatici attaccati.

Resta da capire se questo tipo di intimidazioni sono soltanto una dimostrazione di forza, o stanno preparando il terreno a un’offensiva di altra entità.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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