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Centrale nucleare crolla in Turchia durante il terremoto. La bufala della settimana

Oltre al dramma del sisma, ecco svariate fake news

Nei giorni scorsi, tutti abbiamo seguito le tremende notizie che ci hanno raggiunto da Turchia e Siria. Dove un terremoto di magnitudo 7.8 ha causato un impressionante numero di morti, in costante crescita per via dei dispersi. Numero che non riesce nemmeno a mettere d’accordo i media: si parla ormai di oltre 35.000 vittime, ma c’è chi dice che il totale dei morti supererebbe i 40.000.

I più attenti avranno sentito, oltre alle polemiche per la mediocre fattura degli edifici e per i ritardi dei soccorsi, anche una vicenda assurda ma quasi inevitabile in simili frangenti: l’opera di sciacallaggio di chi si è aggirato tra le macerie di case e negozi.

E in un certo senso opera di sciacallaggio è stata fatta anche da chi ha alimentato più o meno gravi fake news sul terremoto che ha sconvolto Turchia e Siria. Fake news che ancora, a distanza di giorni dal sisma, stanno circolando nei social.

Il crollo della centrale nucleare in Turchia

Svariate sono stati le fotografie e i video circolati senza controllo sulle piattaforme social.

In un video di pochi secondi si vede l’esplosione di un edificio, accompagnato da didascalie tutto fuorché circostanziate. Un esempio? Eccolo: “ULTIM’ORA: Esplosione di una centrale nucleare a causa del terremoto in Turchia. Non confermato. Seguici su twitter. Unisciti @CBKNEWS.”

fake news

La bufala

Sarebbe sufficiente una domanda: perché una notizia di questa portata non è stata data da alcun telegiornale, non ha guadagnato le prime pagine dei principali giornali?

Tuttavia, è più sbrigativo diffondere il video accompagnandolo da frasi accorate. Come vedremo, un altro potentissimo generatore di fake news è infatti la condivisione del dolore.

Eppure, a voler verificare l’accaduto, si sarebbe scoperto che l’esplosione ripresa dal filmato è quella avvenuta nel 2020 nel porto di Beirut. E non si trattava affatto di un’esplosione nucleare. Anche perché a oggi in Turchia non esistono centrali nucleari in funzione.

La retorica del dolore

Dicevamo che, di fronte ad avvenimenti drammatici come quello del terremoto in Turchia e Siria, è facile essere preda delle emozioni. E abbassare ancor più del solito la soglia critica, la capacità di verificare la veridicità delle notizie.

Il web in questi giorni è insopportabilmente pieno di manifestazioni gratuite (e inutili) di solidarietà emotiva, sotto forma di condivisione di immagini palesemente false, perché appartenenti ad altri contesti.

Tra i numerosissimi esempi, ne possiamo portare due. La prima è la foto di un cane che veglierebbe su una persona intrappolata tra le macerie, di cui spunta in superficie solo un braccio. Ma l’immagine circola in rete almeno dal 2019. Allo stesso modo, secondo esempio, l’istantanea di un bambino che piange tra i resti di un edificio esiste almeno dal 2021.

Non mancano, poi, video e immagini simili a quelle del presunto crollo della centrale nucleare in Turchia. Un altro post che ha fatto il giro dei social mostrava, in un video, un edificio che si piega un attimo prima di crollare. Ma il filmato girava già in Giappone nel 2016.

Agire anziché commuoversi

Tutti questi post sono commentati con parole sì di solidarietà emotiva, ma che mantengono sempre un’assoluta distanza dai fatti. Si invita, ad esempio, a pregare per le vittime, o a rivolgere loro il pensiero. Azioni che, i lettori converranno, non portano alcun beneficio alla popolazione martoriata dal sisma. Quando invece si potrebbero, ad esempio, fare donazioni di denaro o di beni di prima necessità.

Ma questo è l’atteggiamento tipico dell’universo dei social: tutto è commentato, condiviso, c’è una gara a schierarsi e fornire il proprio punto di vista (che non si capisce chi potrebbe interessare). Come se ciò che accade al mondo fosse uno spettacolo cui assistere, e su cui non ci fosse una vera e propria possibilità di intervento attivo.

La truffa dei soccorsi

Va però aggiunto che, in questi casi, non occorre solo una certa capacità di vagliare le fonti per distinguere le notizie vere da quelle false.

Eventi catastrofici di simile portata muovono persone e associazioni a grandi gesti di solidarietà. Ma purtroppo sono anche ghiotte occasioni di lucro per malintenzionati. Al di là dei già citati sciacalli, si moltiplicano dopo le calamità i siti truffa che in teoria dovrebbero raccogliere le donazioni per la popolazione colpita.

In realtà, le indicazioni sono le stesse che si potrebbero dare per tenersi alla larga dalle fake news: non farsi prendere dall’emotività, vagliare di volta in volta l’attendibilità del sito in questione.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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