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Scegliere la giusta lampadina fa davvero risparmiare energia?

Signify e Banco dell'energia spiegano come combattere la povertà energetica

Può la giusta lampadina fare la differenza in bolletta — e per l’ambiente? La risposta semplice è: , questo gesto semplice e poco costoso permette di ridurre leggermente consumi ed emissioni. E sommato ad altre misure per abbassare il dispendio energetico, può fare la differenza. Signify, l’azienda delle soluzioni per l’illuminazione targate Philips, insieme a Banco dell’Energia, ci hanno spiegato come scegliere la giusta lampadina (per esempio la Philips LED in Classe A) permetta di risparmiare molta energia rispetto alle lampadine tradizionali, ma anche a quelle LED meno efficienti (fino al 90%).

Scelte all’apparenza piccola come quella delle lampadine possono aiutare a combattere la “povertà energetica”, un problema di recente acuito dall’aumento dei prezzi. Ma come scegliere la lampadina giusta per ogni stanza, che fa risparmiare energia senza rinunciare a illuminare?

Come scegliere la giusta lampadina (e risparmiare energia)?

Come vi comportate se dovete scegliere una lampadina per l’abatjour o per il lampadario di casa? Se state leggendo questo articolo, probabilmente masticate abbastanza l’argomento da portare con voi la lampadina fulminata che dovete cambiare. Forse sapete che le lampade LED, rispetto a quelle tradizionali, consumano molto di meno. E i più esperti probabilmente conoscono la differenza fra una luce calda e una fredda.

Per rispondere a una domanda all’apparenza banale, Signify e Banco dell’energia hanno organizzato presso la Fondazione AEM a Milano un evento con cinque diversi esperti. Perché il lavoro di ricerca di Signify sulle nuove lampadine Philips LED Classe A vuole ridurre sprechi energetici ed emissioni di CO2 una lampadina alla volta. Una lampadina che non solo consuma fino al 60% in meno rispetto alle lampadine standard di Philips, ma offre 50 mila ore in più: dovrete cambiarla fra cinquant’anni.

Come spiega Monica Ceppi, Commercial Leader di Signify Italia, Israele e Grecia, “un gesto semplice come cambiare una lampadina può aiutare a combattere il fenomeno della povertà energetica“.

Cos’è la povertà energetica — e come possiamo contrastarla?

La povertà energetica rappresenta una sfida complessa e multifattoriale. Non sempre coincide con la “povertà generale”: ci sono famiglie che, pur con introiti nelle media, vivono situazioni di disagio per via di abitazioni inefficienti ed elettrodomestici (e lampadine) troppo energivore. Marina Varvesi, Presidente di Rete Assist, ci spiega che la povertà energetica si manifesta quando una famiglia non può soddisfare i propri bisogni primari a livello di energia.

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Gli speaker dell’evento Signify e Banco dell’Energia

Questa condizione, sebbene complessa e sfaccettata, può essere temporanea, e le persone possono superarla. Tuttavia, negli ultimi anni, molte famiglie sono scivolate in questa difficile situazione, affrontando molteplici problemi come costi energetici elevati, inefficienza delle abitazioni e degli elettrodomestici, oltre a illuminazione poco efficiente.

La povertà energetica porta a diversi problemi per chi la vive. Da un lato, la stigmatizzazione sociale: chi non riesce a scaldare casa o usare gli elettrodomestici finisce per isolarsi, senza invitare nessuno in casa. Inoltre, ci sono problemi per la salute derivanti, per esempio, dalle differenze nelle condizioni termiche delle varie stanze.

Oltre alla povertà, nel nostro Paese cresce la vulnerabilità energetica. Concetto più ampio, coinvolge persone che non comprendono appieno il mercato energetico, aumentando il rischio di cadere nella povertà energetica in seguito ad aumenti dei prezzi.

Come risparmiare energia: l’educazione fa la differenza

Una volta capito quanto sia necessario, soprattutto per alcune famiglie, risparmiare energia, bisogna capire come farlo. Antonio Castaldi, Tutor per l’energia domestica presso il Banco dell’energia, svolge un ruolo fondamentale nell’educare le persone al risparmio energetico. E oltre all’educazione, può anche fornire prodotti che consumano meno. Per esempio, tramite il supporto di Signify, può fornire gratuitamente a chi ne ha bisogno lampadine ad alta efficienza.

Uno dei punti essenziali da trasmettere, ci spiega, è l’importanza delle etichette energetiche, presenti sugli elettrodomestici fin dal 1998. Sono uno strumento essenziale per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030. Oltre a permettere di monitorare i consumi, queste etichette stimolano le aziende a innovare e abbattere i costi.

Castaldi ci ha spiegato il valore delle nuove etichette, approvate dall’Unione Europea. Segnano uno standard energetico molto più elevato: pensate che le vecchie A+++ sono diventate le attuali D. Questo ci fa capire come la nuova lampadina in classe A di Philips dimostra un alto livello di efficienza.

Oltre a migliorare l’efficienza energetica degli elettrodomestici, Castaldi spiega che spesso diventano necessari interventi anche sulle abitazioni. Doppie vetrate, pannelli riflettenti dietro ai caloriferi e l’isolamento del cassonetto della tapparella possono fare una differenza. Ma i comportamenti per risparmiare sono molti e si sommano. Ridurre lo standby dei dispositivi, come ad esempio staccare i caricabatterie degli smartphone quando non usati, può portare a un risparmio annuo di fino a 20 euro. E lo stesso, vale per le lampadine.

Come scegliere la giusta lampadina LED: Watt, Lumen, Kelvin e non solo

Quando si tratta di illuminare il nostro spazio domestico, capire come scegliere lampadina giusta è cruciale per creare un ambiente accogliente e confortevole. Parola di Paola Bertoletti, Architetto Lighting Designer e Docente Associato del Politecnico di Milano, che ci aiuta a capire come farlo.

Attenzione ai Lumen e i Kelvin

Solitamente, la nostra scelta di una lampadina si basa su fattori come l’attacco e i watt. Tuttavia, per una selezione più informata, dobbiamo spostare l’attenzione sui lumen (lm). Mentre i watt misurano quanta energia una lampadina utilizza, sono i lumen a indicare la quantità di luce effettivamente emessa. Questo è particolarmente rilevante nei LED, dove un consumo inferiore di watt può corrispondere a un flusso luminoso maggiore.

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Per esempio, la lampadina da 7,3 W di Philips in Classe A emette gli stessi lumen (in realtà appena di più, 1535 lm contro 1521 lm) rispetto a una classica lampadina da 100W. E, grazie a un rapporto lumen su watt di 210, lo fa consumando il 60% in meno.

Altra considerazione da fare è quella sulla temperatura di colore, misurata in Kelvin (K), influisce sull’atmosfera della stanza. Luci più calde (circa 2700K) sono ideali per camere da letto e soggiorni, mentre in cucina o in bagno si consiglia di optare per una temperatura di calore più fredda (circa 4000K). Questa scelta contribuisce a creare un’illuminazione adatta alle diverse attività svolte in ogni ambiente.

Illuminazione pensata per la stanza

Una volta determinato attacco, lumen e temperatura di colore, bisogna capire come illuminare la stanza. Le aperture di fascio indicano la direzione in cui la luce si irradia. Esistono luci direzionali con aperture di 25 o 35 gradi e luci omnidirezionali a 360 gradi. La scelta dipende dall’effetto desiderato e dall’uso previsto dell’illuminazione.

Importante anche valutare l‘indice di resa cromatica (ICR o CRI), che misura la capacità di una sorgente luminosa di riprodurre fedelmente i colori circostanti. Un valore superiore all’80 è consigliato per garantire che i colori appaiano fedeli e vividi (100 CRI è la luce diretta del sole, il massimo). Scendere sotto questo livello renderà difficile distinguere i calzini blu da quelli neri.

Infine, per garantire un’illuminazione appropriata, dobbiamo considerare il rapporto lumen su metro quadrato in base alle dimensioni della stanza, al colore delle pareti e alle attività svolte. Ad esempio, in cucina, potremmo mirare a circa 160 lm/m2, con un aumento del 20% se l’ambiente è particolarmente scuro. La presenza del logo “Eye Comfort” sul packaging può essere un indicatore di una luce che promuove il benessere visivo.

Scegliere la giusta lampadina fa davvero risparmiare?

L’illuminazione può giocare un ruolo fondamentale nel rendere gli edifici più efficienti e sostenibili. Nazareno Viale, Marketing & Communication Manager di ASSIL (Associazione Nazionale Produttori di Illuminazione), ci racconta i risultati di uno studio commissionato a riguardo al Politecnico di Milano.

Lo studio ha valutato dieci diversi ambiti su tre livelli di implementazione: solo LED, LED con automazione semplice, LED con automazione avanzata. Nei condomini, con 80 punti luce, si è registrato un risparmio energetico del 60%, equivalente a una riduzione di 511,2 kg di CO2 all’anno. Questo è equiparabile a eliminare mezza auto dalla circolazione o piantare 16 alberi e mezzo. Aggiungendo un po’ di automazione, il risparmio sale al 78%, pari a circa 664 kg di CO2 in meno annui.

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Non sono forse numeri da far girare la testa: ma si sommano. Secondo l’Unione Europea, gli edifici attualmente consumano il 40% dell’energia e emettono il 36% delle emissioni. Risparmiare con lampadine LED — specie se efficienti come quelle di Signify, può fare la differenza.

Un futuro più efficiente

Ci sono soluzioni che permetteranno, si spera, di ridurre i consumi ancora maggiormente. E ci sono tante giovani menti che stanno lavorando per trovarle, come gli studenti di cui ci ha parlato Stefana Broadbent, del dipartimento di design del Politecnico. Il suo gruppo di lavoro ha provato a vivere per un mese consumando il 50% in meno: solo 4kWh. Forti di questa esperienza, hanno lavorato a soluzioni per riscaldare e raffreddare gli ambienti (come Brease, con vasi di terracotta appesi agli edifici per isolarli termicamente) e per risparmiare energia.

Vedere questi progetti esposti al museo della Fondazione AEM ci ha dato un po’ di ottimismo per il futuro. Ma anche le invenzioni semplici possono fare la differenza. Come una lampadina che consuma il 60% in meno e dura 3,5 volte di più. Trovate più informazione su Philips Classe A sul sito ufficiale.

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Autore

  • Stefano Regazzi

    Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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