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Crudelia: com’è il nuovo film Disney con Emma Stone

A 21 anni di distanza da La carica dei 102 – Un nuovo colpo di coda, la perfida Crudelia De Mon torna in scena, pronta a scatenare la sua carica di follia e cattiveria. A interpretarla non è più Glenn Close (coinvolta comunque nel progetto come produttrice esecutiva), ma la vincitrice dell’Oscar Emma Stone, protagonista del live-action Crudelia, attualmente in programmazione nelle sale italiane e disponibile su Disney+, con accesso VIP a pagamento. Non siamo di fronte a una nuova avventura dell’altezzosa villain che abbiamo imparato a conoscere come nemica dei cuccioli di dalmata, ma a una vera e propria origin story, incentrata sulla genesi e sulla trasformazione di questo personaggio.

Ci troviamo nella Londra degli anni ’70, teatro del nascente movimento punk, dove facciamo la conoscenza della giovane Estella de Vil, promettente stilista in fuga da un difficile passato. La ragazza incontra casualmente la Baronessa von Hellman (Emma Thompson), direttrice di una prestigiosa casa di moda, che inaspettatamente vede del talento nell’outsider Estella e la assume come sua stretta collaboratrice. Quello che inizia come un aspro rapporto fra mentore e allieva, fatto di duri rimproveri, ma anche di non indifferenti soddisfazioni, si trasforma in breve tempo in una sfida personale, alimentata da dissapori sepolti nel passato delle due protagoniste. L’introversa e sgraziata Estella si trasforma nella sfavillante e sicura di sé Cruella, nuovo astro nascente della moda londinese.

Crudelia: com’è il nuovo film Disney con Emma Stone

A metà strada fra Joker e Il diavolo veste PradaCrudelia mette in scena un atipico racconto di formazione, che non traghetta la protagonista verso un percorso di crescita e miglioramento, ma la proietta invece nella direzione che tutti conosciamo, fatta di avidità, egoismo e crudeltà. Dopo Tonya, Craig Gillespie dà vita a un altro duro e sorprendente confronto fra donne, che inizia come una sorta di replica di quello già visto fra Meryl Streep e Anne Hathaway in Il diavolo veste Prada, ma si trasforma col passare dei minuti in qualcosa di più profondo e morboso, con risvolti narrativi non certo imprevedibili, ma comunque godibili.

Proprio come il Joker di Joaquin Phoenix, sono le difficoltà della vita a spingere un’emarginata verso il male. Le conseguenze non sono altrettanto violente (siamo sempre in un film Disney), ma il percorso è analogo e condito da una buona dose di ironia. Emma Stone si conferma una delle migliori attrici della sua generazione, dimostrando doti espressive più uniche che rare sia nei momenti più brillanti, sia nei momenti ad alta tensione. Non era facile tenere testa a una tale abilità, ma Emma Thompson ci è decisamente riuscita, tratteggiando lo spassoso ritratto di una celebrità della moda, costantemente in bilico fra assurdi riti (il riposino di 9 minuti con le fette di cetriolo sugli occhi), umiliazioni ai propri assistenti e l’ossessione di mantenere il suo ruolo dominante nel settore.

La perfida Crudelia De Mon torna in scena, pronta a scatenare la sua carica di follia e cattiveria

Non mancano risate e colpi di scena, anche se progressivamente si perdono nell’imponente durata del film (ben 134 minuti) due degli spunti più interessanti del racconto, cioè le due opposte personalità che convivono in Estella e l’ambientazione della Londra punk, ridotta a mero pretesto per una roboante colonna sonora, che passa con disinvoltura dai Clash a Nina Simone. Alla fine di questo viaggio nella vendetta e nella dissennatezza, ci resta però un personaggio ritrovato e rinvigorito, dallo stile accattivante e dallo sguardo sinistro, pronto a più che probabili nuove avventure insieme agli adorabili cuccioli di dalmata che ben conosciamo.

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Lucia Tedesco

Giornalista, femminista, critica cinematografica e soprattutto direttrice di TechPrincess, con passione ed entusiasmo. È la storia, non chi la racconta.

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