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Hacker e automobili: quali sono i rischi per la sicurezza | Auto for Dummies

Dalle city-car alle auto di lusso, i dispositivi tecnologici iniziano a diventare la normalità.  Sicuramente sistemi come il controllo elettronico della stabilità (ESC) non rappresentano un pericolo tangibile per eventuali pirati informatici ed hacker. Tuttavia, connessioni wi-fi e bluetooth legate a smarthphone, navigatori e controlli remoti possono al contrario offrire una succulenta porta aperta per eventuali malintenzionati. Auto for Dummies vi corre in aiuto ampliando il concetto di sicurezza automobilistica in vista delle ultime innovazioni tecnologiche.

credit: sbdautomotive.com

Le auto sono sempre più connesse

I meno giovani ricordano sicuramente i ladri di stereo che, intorno agli anni 80, facevano incetta di questi dispositivi audio relativamente facili da rimuovere da qualsiasi tipo di vettura. L’integrazione di questa tecnologia all’interno della plancia ha scongiurato questo tipo pratica ed i sistemi di sicurezza meccanici ed elettronici hanno reso sempre più difficile il furto del veicolo stesso. Cercare il contatto tra i cavi giusti al di sotto del volante non è più di moda grazie ai recenti dispositivi di avviamento e, grazie alle chiavi elettroniche dei modelli più costosi, rubare un’auto non è più così facile.

Certo, difficile non significa impossibile: ogni sistema ha il suo punto debole e con la giusta quantità di tempo e denaro nessuna automobile è sicura al 100%. Con l’avvento delle nuove tecnologie troviamo però una serie di componenti interconnessi tramite tecnologie non fisiche, come wi-fi e bluetooth. In altri termini, maggiori possibilità offerte ai malintenzionati armati delle giuste conoscenze. La sicurezza informatica legata agli autoveicoli non può essere sottovalutata: gli hacker di auto sono dietro l’angolo.

Pensate che l’Unione Europea ha stanziato 450 milioni di euro in favore degli stati membri affinchè collaborino all’introduzione di dispositivi tecnologici, legati principalmente alla sicurezza, all’interno delle vetture. Tra questi elementi, di cui analizzeremo a breve tutti i rischi, troviamo undici ADAS che saranno obbligatori su tutti i nuovi modelli in produzione a partire dal 2021. Dalla frenata automatica di emergenza (AEB) al cruise control adattivo (Intelligent Speed Assistance), i sistemi potenzialmente vulnerabili a distanza sono numerosi.

Gli hacker non hanno vita facile

Nonostante le dovute preoccupazioni, non è il caso di infondere timori inutili e rischiosi. Se da un lato le chiavi elettroniche sono già di difficile accesso, un budget sostanzioso è stato comunque stanziato per quanto riguarda la sicurezza dei nuovi dispositivi. Pensate che nel 2013 due esperti informatici, Chris Valasek e Charlie Miller, sono riusciti ad hackerare una Toyota Prius intercettando i segnali delle 35 unità di controllo elettronico presenti nella vettura. Sembrerà un disastro, ed in effetti questo esperimento dimostra che la sicurezza non è mai abbastanza, ma i due finti malintenzionati avevano precedentemente modificato l’auto oggetto dell’esperimento al fine di favorire questa intrusione.

Non mancano comunque esempi più “reali” come il caso del 2017 in cui altri due informatici sono riusciti ad inviare falsi bollettini del traffico ad alcuni navigatori causando disagi e code chilometriche. In un ambiente così digitale le possibilità sono davvero infinite: tanti sono i servizi offerti ai clienti tante sono le possibili falle nella sicurezza disposizione degli hacker di auto.

Dai ladri di auto al furto di dati

Più che le vetture in sé, occorre tenere in considerazione “l’ecosistema” con cui si interfacciano i moderni veicoli. Non è più così futuristico immaginare elementi urbani come telecamere, router e semafori intelligenti a diretto contatto con la centralina di bordo della vostra auto. Oggi abbiamo già a che fare con sistemi di navigazione connessi a database in tempo reale in grado di suggerire il percorso migliore evitando di intasare ulteriormente le principali arterie stradali. Se un hacker riuscisse ad accedere a questi sistemi, il minore tra i tanti problemi sarebbe il traffico.

LEGGI ANCHE: Semafori intelligenti: ci osservano e prevedono le nostre intenzioni

Pensate a quando la vostra moderna automobile vi ricorda di prendere il cellulare dopo che parcheggiato: lo smartphone potrebbe essere un primo punto d’accesso per i malintenzionati. Dati di navigazione, punti preferiti, chiamate e messaggi sarebbero solo il primo passo per il controllo della vostra vettura. Il limite di accesso fisico a questi sistemi è un livello di sicurezza ancora sufficiente ma le cosiddette “backdoor” sono dietro l’angolo.

Dovete sapere che moltissimi dispositivi mobili hanno alcuni canali di accesso preferenziali riservati al produttore e alle forze dell’ordine. Se qualcuno prova ad accedere al vostro dispositivo, pensate al classico PIN o combinazione di sblocco, esso rende impossibili ulteriori accessi; non resta che l’assistenza del produttore per sbloccare nuovamente lo smartphone grazie a codici di accesso speciali.

Come se non bastasse, alcuni protocolli (mondiali ed europei) garantiscono l’attivazione di elementi come GPS e microfono in casi di emergenza. Una nuova normativa, già presente negli Stati Uniti, prevede che in caso di chiamata di emergenza (numero unico 112 per l’Europa e 911 per gli U.S.A.) le autorità siano in grado di attivare le connessioni necessarie a stabilire la posizione dell’utente nel più breve tempo possibile. Vedere per credere: basta andare nelle impostazioni del vostro smartphone e cercare il servizio (preinstallato) “Trasmissioni di emergenza”. Occorrono codici ed autorizzazioni particolari ma se questo canale esiste le violazioni non sono impossibili.

Ricapitolando, ogni elemento che aumenta sicurezza e funzionalità dei veicoli è ben accetto ma attenzione alle vulnerabilità. Dallo smartphone alla centralina della vostra vettura i dati sensibili sono tantissimi e se, per ora, il gioco non vale la candela non è affatto scontato che in futuro l’accesso a questi tipi di sistemi risulti più vantaggioso rispetto agli intenti di eventuali hacker o pirati informatici.

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Federico Marino

Amante dei motori, specie quelli grossi e rumorosi, appassionato di tecnologia e di tutto ciò che è scientifico e innovativo. Studente in ingegneria energetica, tento di sopravvivere al caos della Grande Milano con una piccola reflex, rock 'n 'roll sempre in cuffia e tanti buoni propositi!

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