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Dove nessuno guarda: la storia di Elisa Claps nello struggente podcast di Pablo Trincia

Dove nessuno guarda è un podcast di Chora Media sulla storia di Elisa Claps, scritto da Riccardo Spagnoli, Alessia Rafanelli e Pablo Trincia.

Se è vero che i saggi le cose le spiegano, ed è vero che i romanzi le cose le fanno capire, è anche vero allo stesso modo che l’approdo di un podcast è la sua duplice anima narrativa, quella che ti permette di avere un accesso sentimentale e anche un abbrivio sintetico, laddove sintesi e sentimento sono due sguardi che afferiscono a conversazioni sul futuro, in cui i linguaggi sono contaminati e svolgono funzioni speculari ma non perpendicolari. 

Con questo esergo morale, doveroso, tracciamo il punto di arrivo di un podcast che si è preso una responsabilità non da poco: fare una ricognizione completa, una ricostruzione come forse non è mai stata realizzata, di una vicenda che ha compiuto da poco trent’anni dal suo tragico inizio, e che ha avuto depistaggi e incrinature, che hanno reso la sua stesura una sfida complessa. 

Stiamo parlando di Dove nessuno guarda, il podcast originale di Sky Italia e SkyTg24 realizzato da Chora Media sulla storia di Elisa Claps, scritto da Riccardo Spagnoli, Alessia Rafanelli e Pablo Trincia, con la sigla, le musiche e il sound design curati da Michele Boreggi

Dove nessuno guarda: il podcast di Pablo Trincia

Dove nessuno guarda racconta la storia di Elisa Claps e ci porta a Potenza, il 12 settembre del 1993. Elisa Claps ha sedici anni, frequenta il terzo anno del liceo classico, ha tre fratelli più grandi e due genitori amorevoli, Filomena Lemma e Antonio Claps. La mattina di quella domenica 12 settembre, Elisa esce di casa per andare in Chiesa, la chiesa della Santissima Trinità, insieme ad un’amica per incontrare Danilo Restivo, un amico che doveva darle un regalo per celebrare la promozione agli esami di riparazione. Da quel momento di lei si perdono le tracce.

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Quella di Elisa Claps è una vicenda dolorosa, pregna di depistaggi, ossessioni, errori investigativi, silenzi assordanti, ed è diventato un caso di cronaca davvero complesso. Pablo Trincia riesce a svellere i nodi di questa vicenda, restituendo all’ascoltatore il profilo della storia, che vive di abissi oscuri, di menzogne artefatte e fuorvianti, sopratutto restituisce un’immagine molto chiara di chi era Danilo Restivo, un uomo che aveva l’abitudine di importunare le ragazze, tagliando di nascosto ciocche di capelli con un paio di forbici, di seguirle, di importunarle con chiamate notturne inquietanti, comportamenti che poi hanno portato alla morte di due donne: Elisa Claps ed Eather Barnett. Il caso di Elisa Claps è ormai noto: il suo corpo è stato rinvenuto nel 2010 nel sottotetto della chiesa della santissima Trinità, proprio lì, dove nessuno ha mai guardato. 

Da Veleno a Dove nessuno guarda

Quello che non è noto, e che in questi trent’anni è rimasto immutabile, è la verità, ovvero come sia possibile che un corpo sia rimasto tutto questo tempo in quel sottotetto, quanto Don Mimì Sabia, allora parroco della chiesa, fosse coinvolto, quanti hanno visto e sentito e non hanno mai parlato. Fino ad oggi abbiamo avuto la possibilità di inchiodare, a fatica, il killer. Ora resta da scoprire tutto il resto. 

Dopo i bellissimi podcast Veleno e Il dito di Dio, Trincia ci ha abituati a una qualità narrativa superlativa. Quel che Pablo Trincia ha composto, assieme ai suoi autori, è una scrittura del reale che basa la sua forza narrativa sia sulle testimonianze puntuali e lucide della famiglia Claps, sia delle parole dei giornalisti che hanno seguito la storia, sia nella sua declinazione inglese che italiana, sia dei calchi forensi che Trincia ha abilmente tessuto all’interno della storia.

Quel che Trincia fa, che in sintesi è il potere più detonante che trattiene il mezzo podcast, è usare la parola come corpo contundente, proprio perché la scrittura resta fedele a quello che vede; Trincia si inserisce in una cornice coeva, simbolica, e traccia una linea tra narratore e narrato che, in un contesto come questo – in cui la scrittura ha una contingenza di cronaca – significa manutenere, farsi pontiere tra ieri e oggi, un esercizio di riappropriazione e di appartenenza che assume un valore altissimo. 

Un contesto e le sue contraddizioni

Dove nessuno guarda trattiene già nel suo titolo una postura, un’intenzione precisa, ovvero andare a riempire un vuoto narrativo e un silenzio che si è protratto in tutti questi anni, in cui questa vicenda è stata tenuta, forse, volutamente a volume molto basso, in cui è stata considerata poco e argomentata solo in poche realtà investigative. Dove nessuno guarda parte da un’osservazione, ovvero che se è la politica a conformare il linguaggio sociale, la politica del silenzio di certo conforma una dottrina, una dottrina che ha provocato un ottundimento sociale, una fissità dialettica: la storia di Elisa Claps è una storia che poggia le distorsioni e le sue pieghe plumbee in un contesto sociale che si deve scontrare con le sue contraddizioni

Se possiamo trovare una funzione a questo podcast, non perché sia necessario ma perché è vero, è di aver avuto accesso a un narrato esautorato, privato della sua verità e della sua potenza, che adesso è qui, presente, e che ha avuto bisogno di qualcuno con la voglia e il desiderio di ricordare che ogni storia merita di essere raccontata. 

Quel che ci permette di fare questo podcast è approdare all’interno di un testo vissuto, che cambia chi lo ascolta, con un’efficacia epistemica che ridefinisce in un certo senso il ruolo dell’ascolto dogmatizzato come passivo. Siamo davanti a una forma espressiva in cui giornalismo, quindi la mediazione, distilla un gioco di reciprocità con il sentire, che può generare impaccio ma non lo fa mai. Dove nessuno guarda è un podcast prismatico, perché riesce ad andare al di là dell’intentio operis, cogliendo i suoi ascoltatori quasi di sorpresa poiché trova in loro sensi di cui, forse, chi scrive era all’oscuro. 

Dove nessuno guarda: un podcast può fare la differenza 

Non è un caso se questo podcast sta generando forme di resistenza civile che, a Potenza, sino ad ora, non erano mai state viste in questo senso, non è un caso se si sono organizzati gruppi di ascolto, momenti in cui la collettività ha dovuto rinunciare al suo cupo lassismo per guardarsi negli occhi e comprendere che assieme al dolore sconfinato e incommensurabile di una famiglia c’è un trauma collettivo che non è mai stato interpretato né elaborato. 

Quel che sta generando è una forma di agitazione, collettivizzata e culturale, che dice tanto di come sia stato abilmente scritto, perché questo tipo di scrittura agisce sul piano emotivo, si incarna e si sublima, e restituisce forma ai mille volti della realtà. 

Truman Capote asserì che il fiume della saggistica e il fiume della narrativa dormiranno finalmente un giorno nello stesso letto; quest’affermazione oggi diventa vera, perché il podcast come entità narrativa contiene sufficiente verità da rendere giustificato il commento, l’osservazione di rilievo, lo sguardo ravvicinato, mai edulcorato, mai romanzato, ma che diventa esegetico, ambizioso.  

Dopo il podcast Dove nessuno guarda, in autunno, seguirà un documentario sempre firmato da Pablo Trincia e realizzato da Sky e SkyTg24. 

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Veleno. Una storia vera
  • Editore: Einaudi
  • Autore: Pablo Trincia
  • Collana: Einaudi. Stile libero extra

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Lucia Tedesco

Giornalista, femminista, critica cinematografica e soprattutto direttrice di TechPrincess, con passione ed entusiasmo. È la storia, non chi la racconta.

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