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Dracula di Tod Browning – Il filo nascosto

Per il nuovo appuntamento con Il filo nascosto, parliamo ancora di Bela Lugosi e del suo indimenticabile Dracula.

Fra i momenti spartiacque della storia del cinema horror, c’è sicuramente il connubio fra la settima arte e il Conte Dracula, temibile principe delle tenebre nato dalla penna di Bram Stoker. Un’unione soltanto sfiorata nel 1922 dal seminale Nosferatu il vampiro di Friedrich Wilhelm Murnau, costretto a cambiare nome del personaggio e luoghi di ambientazione in quanto sprovvisto dei diritti, e proprio per questo sconfitto in tribunale dagli eredi dello scrittore e condannato a distruggere tutte le copie del film (missione fortunatamente non riuscita). Il celebre vampiro arriva finalmente sul grande schermo nel 1931, grazie al produttore Carl Laemmle Jr. (che acquista regolarmente i diritti del romanzo) e al formidabile cineasta Tod Browning, che sulla base dell’omonimo spettacolo di Broadway firma il suo memorabile Dracula, dando il via all’iconico ciclo dei mostri della Universal Pictures.

Il Dracula raffinato, spettrale e algido di Tod Browning è immediatamente diventato un’inevitabile pietra di paragone per chiunque si è successivamente approcciato a questo personaggio, fra cui meritano sicuramente una menzione la Hammer Film Productions con Christopher Lee e Francis Ford Coppola con il suo Dracula di Bram Stoker. Nulla di tutto questo sarebbe però stato possibile senza un interprete adeguato, capace di restituire sia l’eleganza del vampiro, sia la sua aura spettrale e sinistra. A guadagnarsi questo onore e onere è il magiaro Bela Lugosi, fuggito dalla sua patria a seguito della fallita Repubblica Sovietica Ungherese e capace di vivere una memorabile seconda vita a Hollywood, prima di un malinconico declino causato anche dalla dipendenza a morfina e metadone.

Un viale del tramonto segnato dal suo rapporto con il bizzarro regista di B-movie Ed Wood e dalla sua partecipazione postuma al suo sgangherato Plan 9 From Outer Space, a cui abbiamo dedicato il precedente appuntamento con la nostra rubrica cinematografica Il filo nascosto.

Dracula: il principe delle tenebre di Tod Browning in una pietra miliare del cinema horror

Dracula Tod Browning

In quella che rimarrà sempre la sua vetta in ambito recitativo, Bela Lugosi riprende il ruolo da lui già impersonato a teatro del Conte Dracula, che nel suo castello in Transilvania riceve una visita dell’avvocato londinese Renfield. Il Conte è apparentemente intenzionato ad affittare l’Abbazia di Carfax a Londra. Fra diversi eventi ambigui e inspiegabili, la verità non tarda ad arrivare: Dracula è uno spietato vampiro assetato di sangue umano, che non esita a ipnotizzare Renfield e a renderlo suo schiavo, conducendolo verso la pazzia. Con il suo involontario supporto, il vampiro si dirige a Londra, dove si spaccia per uomo comune mentre semina morte. Dracula si imbatte inoltre nel dottor Seward e in sua figlia Mina, da cui è irresistibilmente attratto. Nel frattempo, sulle tracce del Conte c’è anche il professor Van Helsing, unico a intuire la sua vera natura di vampiro.

Dracula di Tod Browning è vistosamente condizionato dalla sua origine teatrale, che si riflette in inquadrature statiche e in una regia misurata, priva di particolari colpi a effetto. Limitando al minimo l’accompagnamento sonoro (l’unica musica è il celeberrimo brano de Il lago dei cigni sui titoli di testa), il regista si concentra sulla tensione narrativa, che esplora soprattutto attraverso il contrasto fra l’eleganza che contraddistingue Dracula e le polverose scenografie gotiche, contraddistinte da ragnatele, topi, immancabili pipistrelli e addirittura da più esotici armadilli. Una suggestiva inquadratura nei primi minuti ci mostra un castello di Dracula imponente e desolato, che anticipa la Xanadu di Quarto potere come brillane esempio cinematografico di decadente magnificenza.

Il Conte e l’Europa

Dracula Tod Browning

In filigrana, Dracula rappresenta perfettamente l’Europa degli anni ’30 dal punto di vista degli Stati Uniti: una cultura millenaria di innegabile fascino ma in lento e inesorabile disfacimento, contrassegnata da nazionalismi e altri risvolti sociali inquietanti. Un’allegoria che peraltro si riflette sullo stesso Lugosi, brillante attore straniero in terra straniera, tormentato da fantasmi del passato capaci di condurlo verso una prematura fine.

Questa lettura sociale e politica di Dracula non deve però distoglierci dai lampanti meriti di Tod Browning, che coglie la capacità di bucare lo schermo del suo protagonista e si affida a lui senza alcun tipo di compromesso. Una scelta ripagata da una prova magnetica e raggelante, che si erge sull’apparente staticità del racconto soprattutto nella prima parte, più evocativa ed efficace rispetto al precipitoso epilogo. A rendere ancora più evidente l’importanza di Bela Lugosi per la riuscita del progetto è l’inevitabile confronto con il Dracula di George Melford, girato in spagnolo e ungherese contemporaneamente a quello di Tod Browning, lavorando di notte sugli stessi set utilizzati di giorno.

Questa versione, presente nei contenuti extra delle principali edizioni home video di Dracula, presenta uno stile di regia più fluido e sofisticato, ma è comunque nettamente più goffa e dimenticabile rispetto alla controparte statunitense, principalmente per via del protagonista Carlos Villarías, lontano anni luce dal magnetismo e dall’ambiguo fascino di Lugosi.

Il lascito del film

Nonostante lo scarso impegno da parte dello stesso Tod Browning, autore di opere ben più personali e complesse come Lo sconosciuto e Freaks e disposto in questo caso a dare ampie deleghe al direttore della fotografia Karl Freund (alla regia de La mummia l’anno successivo), Dracula ha segnato l’immaginario collettivo in modo tale da influenzare ogni seguente adattamento dell’iconico vampiro, immancabilmente caratterizzato da un tenebroso carisma accompagnato da un look dandy. Lo sguardo spiritato di Lugosi (che non sbatte mai le palpebre), la tensione sessuale fra Dracula e Mina e la capacità da parte di Browning di raccontare per immagini, trasformando un semplice e rudimentale elemento scenografico in disturbante conflitto fra il vampiro e il mondo che lo circonda, sono spunti tecnici e tematici capaci di influenzare tutto il cinema di genere dei decenni successivi.

Allo stesso tempo, hanno fatto scuola anche il sapiente utilizzo da parte del regista di elementi atmosferici come la nebbia, che avvolge continuamente i protagonisti, e di una notte cupa e tenebrosa, habitat naturale di un occulto ben dosato e di un paranormale spaventoso pur nell’artigianalità della confezione tecnica (le trasformazioni in pipistrello di Dracula). Da non sottovalutare poi l’utilizzo assolutamente pionieristico del marketing per il film. Per stimolare la curiosità del pubblico, furono infatti diffuse voci di malori e svenimenti degli spettatori più impressionabili presenti in sala. Un trucco psicologico che dal 1931 resiste strenuamente, dal momento che anche ai nostri giorni non mancano le imbeccate fornite alla stampa e incentrate proprio sullo shock causato agli ignari spettatori da parte di alcuni dei più attesi film horror degli ultimi anni.

Dracula: la lezione di Tod Browning

A oltre 90 anni di distanza dal suo arrivo in sala, Dracula di Tod Browning resta un fulgido esempio di cinema viscerale e intelligente, capace di scuotere nel profondo l’animo dello spettatore senza per forza ricorrere a effetti speciali tecnologicamente avanzati, ma giocando invece con la fantasia e con l’inconscio e con il ricorso a sempreverdi archetipi narrativi. Non esiste sceneggiatore più abile della mente umana, e Dracula ce lo dimostra senza versare neanche una goccia del sangue di cui il Conte è ghiotto.

“Per uno che non ha vissuto neanche una sola esistenza, lei è un uomo molto sapiente, Van Helsing.”

Dracula Tod Browning

Il filo nascosto nasce con l’intento di ripercorrere la storia del cinema nel modo più libero e semplice possibile. Ogni settimana un film diverso di qualsiasi genere, epoca e nazionalità, collegato al precedente da un dettaglio. Tematiche, anno di distribuzione, regista, protagonista, ambientazione: l’unico limite è la fantasia, il faro che ci guida è l’amore per il cinema. I film si parlano, noi ascoltiamo i loro dialoghi.

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Marco Paiano

Tutto quello che ho imparato nella vita l'ho imparato da Star Wars, Monkey Island e Il grande Lebowski. Lo metto in pratica su Tech Princess.

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