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Enea: com’è il film di e con Pietro Castellitto

Enea arriverà nelle sale italiane il 25 gennaio, distribuito da Vision Distribution.

«Non credo esista un posto più feroce. Chi è cresciuto a Roma Nord, ha fatto il Vietnam. Ma è un mondo anche tremendamente delicato e crepuscolare. Un mondo dove i valori basilari dell’esistenza – voglia di potenza, di bellezza, di soldi e successo – sono ancora in voga. Dinamiche indicate come negative dal mio mondo di provenienza e da buona parte della società civile. Scontrandosi, queste dinamiche possono generare storie incredibili, piene di pietà». Queste parole di Pietro Castellitto, parte di un’intervista da lui concessa a Sette, generarono ilarità e ironia generalizzata da parte dell’opinione pubblica, pronta ad assalire il figlio d’arte per il suo presunto scollamento dalla realtà. Un estratto che oggi è invece la migliore introduzione possibile a Enea, opera seconda di Pietro Castellitto in concorso a Venezia 80, con cui il 31enne si conferma uno dei più interessanti autori del panorama italiano.

Lo fa con un racconto più personale e ambizioso del già notevole I predatori, in cui il regista (anche protagonista e sceneggiatore) riversa tutto letteralmente tutto se stesso, dall’idiosincrasia per la Roma bene alle fascinazioni nietzschiane, dall’aspro scontro generazionale alla sua reale famiglia, con il padre Sergio e il fratello minore Cesare scelti per interpretare proprio padre e fratello minore del protagonista. Il risultato è un lavoro anarchico e spiazzante, in cui si vedono tracce sia del primo incendiario Nanni Moretti sia delle opere di Marco Bellocchio sulla famiglia. Allo stesso tempo, Enea mette però in evidenza che Pietro Castellitto non è uguale a nessuno se non a se stesso, e pur con qualche eccesso narrativo e registico questa è una voce unica all’interno dell’industria cinematografica nostrana.

Enea: la corrosiva e spiazzante opera seconda di Pietro Castellitto conferma che il cinema italiano ha trovato un nuovo autore

Enea Castellitto

Con il mito del personaggio che porta nel nome, Enea vive una vita fatta di contraddizioni. Cerca vita e passione in un contesto sociale e culturale decadente, che odora di morte; ha due genitori amorevoli e intelligenti da cui rifugge e cerca di affrancarsi; gestisce un sushi bar di successo ma al tempo stesso spaccia droga insieme all’amico fraterno e aviatore Valentino (Giorgio Quarzo Guarascio, noto anche con il suo nome da rapper Tutti Fenomeni); subisce la fascinazione della malavita ma sogna l’amore di Eva (Benedetta Porcaroli). Sullo sfondo una Roma purulenta, crocevia di malinconiche storie, cangianti emozioni, sinistre utopie e sogni infranti.

Nel vortice di suggestioni e soluzioni narrative orchestrato da Pietro Castellitto c’è davvero di tutto. Un fulminante incipit sul senso della famiglia, paragonata dall’autore a un clan, con un fratello vero e una madre fittizia (Chiara Noschese), con più di un punto di contatto con quella vera Margaret Mazzantini. C’è un ingombrante padre dentro e fuori dal racconto, presentato emblematicamente con un riflesso rovesciato e a sua volta oggetto di contrasti fra una personalità pacata e una rabbia che sfoga nel più bizzarro dei modi. Ma ci sono anche criminali con un proprio struggente senso della vita, bambini che bestemmiano la Madonna, dipendenti di un ristorante che fanno sesso coi salmoni e addirittura richiami all’11 settembre. E ancora, baci sempre interrotti o nascosti da qualcuno o qualcosa, il continuo ricorso a Spiagge di Renato Zero, perfetta metafora dello stato d’animo del protagonista, e il brillante accompagnamento musicale di Niccolò Contessa.

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Un frullato di paradossi che gira intorno a Enea, a cui Pietro Castellitto riesce a dare senso e organicità, spaziando liberamente fra la commedia e il gangster movie, fra il dramma familiare e un racconto di deformazione, che tutto coinvolge e stravolge.

Enea e le tante anime di Castellitto

Enea Castellitto

Enea non si limita a farsi guardare, ma vuole guardarci. Come avviene osservando un prisma, da ogni angolazione da cui si osserva il lavoro di Castellitto si scopre un’immagine diversa, un quadro a cui manca sempre un piccolo ma fondamentale dettaglio, proprio come nella vita del protagonista. Questa opera seconda di impressionante coraggio e di disarmante libertà artistica non è certo un oggetto geometrico perfetto, ma raramente il cinema italiano contemporaneo riesce a emozionare con tale sincerità e con questa purezza. Ed è bello restare per una volta scossi da una nostra produzione di sistema (in cui è coinvolto anche Luca Guadagnino), che non si limita a osare ma sfida apertamente il pubblico, prendendosi il rischio di risultare addirittura respingente.

Perché in Enea ci sono tutte le anime di Castellitto. Quella del nato ricco da un padre nato povero (come gli ricorda il suo genitore) e quella del borghese di casa nei club esclusivi ma affascinato dagli ambienti più malfamati. Il provocatore e il confidente, l’ironico e il rissoso, il cinico e il sognatore. Anime che riescono a convivere in un racconto carico di rabbia ma paradossalmente basato sull’amicizia e sull’amore, gli unici punti di riferimento su cui Enea può sempre contare anche quando la tensione e il pericolo inevitabilmente salgono.

Spiagge in cui arenarsi o innamorarsi

Certo, non tutti i temi di Enea trovano una perfetta amalgama, e le tante parentesi aperte rischiano di confondere. Ma nel modo con cui Castellitto riesce a creare un mondo, nel suo sguardo disincantato sulla società che lo circonda, nel suo fuggire da qualsiasi schema narrativo e in un travolgente climax conclusivo ci sono le basi di un grande autore e di un punto di vista inedito, di cui il cinema italiano ha disperatamente bisogno. Fra genitori sulle nuvole e figli a terra, amori fragili e amici indecifrabili, affiora un nuovo possibile film di culto nostrano, pronto a intrattenerci e farci discutere nei prossimi mesi.

Spiagge
Immense ed assolate
Spiagge già vissute
Amate e poi perdute
In questa azzurrità
Fra le conchiglie e il sale
Tanta la gente che
Ci ha già lasciato il cuore

Enea arriverà nelle sale italiane il 25 gennaio, distribuito da Vision Distribution.

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Marco Paiano

Tutto quello che ho imparato nella vita l'ho imparato da Star Wars, Monkey Island e Il grande Lebowski. Lo metto in pratica su Tech Princess.

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