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Hollywood sciopera: le proteste che stanno mettendo a rischio il mondo dell’intrattenimento

La cronistoria delle proteste, dal 1960 al 2023

Da quando esiste l’industria dell’intrattenimento esistono lotte per i diritti dei suoi lavoratori. Spesso questi conflitti sono coincisi con nuove tecnologie che hanno cambiato o determinato il modo in cui i registi, gli autori e i dipendenti dell’industria sono stati pagati e il loro lavoro è stato distribuito. 

Oggi, mentre lo streaming ha cambiato radicalmente il panorama mediatico, un’altra innovazione tecnologica si staglia all’orizzonte, suscitando timori e preoccupazioni tra gli addetti ai lavori: l’intelligenza artificiale.

L’IA rappresenta un “cambiamento tecnologico davvero radicale che ha il potenziale per modificare il rapporto tra scrittori e attori nelle industrie cinematografica e dello streaming”, ha detto Steven J. Ross, professore di storia presso l’USC

“Tutti gli scioperi precedenti riguardavano l’ottenimento di una migliore quota di ricavi”, ha aggiunto Ross. “Questo sciopero riguarda anche la paura di perdere il proprio lavoro a causa dell’IA. Questa è la differenza. Ed è per questo che penso che tutti vedano questo come un confronto all’ultimo sangue, perché ora la tecnologia non riguarda solo la riduzione del tuo stipendio. Sta minacciando il tuo stesso lavoro”. 

Strike! Hollywood sciopera

Gli sceneggiatori di Hollywood sono i protagonisti, l’essenza della creazione di contenuti per il cinema, la televisione e i nuovi media. Tuttavia, il loro lavoro non è sempre stato riconosciuto e valorizzato come meriterebbe, e spesso si sono trovati a dover affrontare condizioni lavorative e contrattuali sfavorevoli. 

Per questo motivo, nel corso della storia, gli sceneggiatori hanno più volte incrociato le braccia e proclamato lo sciopero, per difendere i propri diritti e interessi.  

Lo Screen Actors Guild-American Federation of Television and Radio Artists (SAG-AFTRA), il più grande sindacato di Hollywood per attori e altri professionisti dei media, ha dichiarato ufficialmente lo sciopero dopo la scadenza del termine per la rinegoziazione del contratto collettivo degli attori con i rappresentanti delle aziende di produzione cinematografica (AMPTP).

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Lo sciopero si aggiunge a quello della Writers Guild of America (WGA), l’associazione degli sceneggiatori, in corso dal 2 maggio, diventando il primo sciopero congiunto contro gli studi dal 1960. Nonostante settimane di trattative con i rappresentanti dei produttori cinematografici e televisivi, le negoziazioni sono giunte a una fase di stallo.

Le proteste che stanno mettendo a rischio il mondo dell’intrattenimento

sciopero Hollywood

“È con grande tristezza che siamo arrivati a questo bivio. Ma non avevamo altra scelta. Siamo le vittime qui”, ha dichiarato la presidente del SAG-AFTRA Fran Drescher durante l’ormai celebre conferenza stampa del sindacato: “Siamo vittime di un’entità molto avida. Sono scioccata dal modo in cui le persone con cui abbiamo fatto affari ci stanno trattando. Non ci credo, francamente. Quanto siamo lontani su tante cose. Come implorano la povertà, che stanno perdendo soldi a destra e a manca mentre danno centinaia e milioni di dollari ai loro CEO. È disgustoso. Vergognatevi. Si trovano dalla parte sbagliata della storia in questo momento”. 

Il CEO di Disney, Bob Iger, la cui azienda è tra quelle contro cui gli attori stanno scioperando, ha dichiarato all’emittente CNBC che gli scioperi degli attori e degli sceneggiatori sono “preoccupanti” per lui, affermando che arrivano “nel momento peggiore possibile” mentre l’industria si riprende dalla pandemia di Covid-19. “Hanno delle aspettative che semplicemente non sono realistiche”, ha detto Iger. 

Secondo recenti segnalazioni, gli studi non sono inclini a cedere nella loro intransigenza nei confronti degli sceneggiatori – anche se resta da vedere se saranno più disponibili a negoziare con gli attori – con un dirigente di uno studio citato da Deadline che ha affermato: “L’obiettivo finale è lasciare che le cose si trascinino finché i membri del sindacato non inizieranno a perdere i loro appartamenti e le loro case”.

Parole piuttosto severe per uno sciopero che si prevede determinerà il blocco di quasi tutta la produzione cinematografica e televisiva che coinvolge membri di SAG-AFTRA, anche al di fuori degli Stati Uniti, e impedirà agli attori di svolgere qualsiasi lavoro promozionale come partecipare a red carpet o interviste stampa

La storia delle proteste da Fran Drescher a Ronald Reagan

Il divieto di promuovere i film avrà un impatto immediato sulla San Diego Comic-Con, che si svolgerà dal 21 al 23 luglio, poiché il sindacato ha vietato ai suoi membri di partecipare a qualsiasi panel e di discutere del proprio lavoro. È probabile che influenzi anche il Toronto Film Festival, l’80a Mostra del Cinema di Venezia, in programma per settembre, e gli Emmy Awards, con Variety che riporta che Television Academy e Fox, che trasmette gli awards, stanno discutendo se posticipare la cerimonia a novembre o gennaio. 

Quali sono le conseguenze dello sciopero?

  • La sospensione della maggior parte delle produzioni di film e serie TV, con il rischio di ritardi nelle uscite e nelle riprese. 
  • La mancata partecipazione delle star ai festival cinematografici, mettendo a rischio le anteprime e la promozione dei film. 
  • La perdita di entrate per gli attori, gli sceneggiatori e i produttori, che potrebbe compromettere il loro sostentamento e il loro fondo pensionistico e sanitario. 
  • La possibilità di un cambiamento nel modello di business della distribuzione, con una maggiore attenzione allo streaming e all’intelligenza artificiale, che potrebbe ridurre il ruolo e il valore degli interpreti reali. 

Quali sono le richieste di SAG-AFTRA e WGA?

  • Un aumento delle retribuzioni e dei contributi al fondo pensionistico e sanitario del sindacato, in base al successo delle produzioni cinematografiche e televisive. 
  • Una revisione del sistema dei residual, ossia i proventi derivanti dal diritto d’autore, che tenga conto della distribuzione tramite le piattaforme streaming. 
  • Una maggiore protezione contro l’uso dell’intelligenza artificiale per sostituire o manipolare il lavoro degli attori e degli sceneggiatori. 
  • Una garanzia di sicurezza, diversità, inclusione e rispetto sul posto di lavoro. 

L’inizio dello sciopero di SAG-AFTRA segna la prima volta in 63 anni che gli sceneggiatori e gli attori di Hollywood scioperano allo stesso tempo. L’ultima volta che sia gli attori che gli sceneggiatori sono andati in sciopero è stato nel 1960, quando il futuro presidente Ronald Reagan guidava la SAG.

Ecco cosa è successo l’ultima volta che SAG e WGA hanno scioperato insieme. 

Sciopero Hollywood: la cronistoria delle proteste, dal 1960 al 2023

sciopero attori hollywood min

Lo sciopero del 1960: la sfida della televisione

Il primo sciopero che ha coinvolto gli sceneggiatori e gli attori di Hollywood risale al 1960. Il motivo della protesta era la richiesta da parte della Writers Guild of America (WGA) di ottenere una maggiore partecipazione ai profitti derivanti dalla vendita dei film alla televisione, che stava diventando un mezzo di comunicazione sempre più diffuso e concorrenziale. Lo sciopero durò ben 21 settimane e coinvolse circa 1500 sceneggiatori. A sostenerli ci fu anche il sindacato degli attori, la Screen Actors Guild (SAG), guidato all’epoca da un giovane Ronald Reagan, che in seguito divenne presidente degli Stati Uniti. Lo sciopero si risolse con un accordo che garantiva agli sceneggiatori una quota del 5% delle entrate derivanti dalla distribuzione televisiva dei film.

Lo sciopero ha fermato la produzione di otto film, tra cui Venere in visone con Elizabeth Taylor, Va nuda per il mondo con Gina Lollobrigida, La nave più scassata dell’esercito con Jack Lemmon e Facciamo l’amore con Marilyn Monroe. Le star dietro questi film hanno tutti partecipato allo stop del lavoro. Lo sciopero durò poco più di un mese per gli attori, dal 7 marzo al 18 aprile; quello degli sceneggiatori durò più a lungo: 153 giorni.

Lo sciopero del 1981: la rivoluzione del videoregistratore

Il secondo sciopero che ha coinvolto gli sceneggiatori di Hollywood ebbe luogo nel 1981, in un contesto di crisi economica e di cambiamenti tecnologici. Il sindacato degli sceneggiatori chiese agli studios un aumento delle royalties sulle vendite dei film in videocassetta e in pay-per-view, che stavano diventando sempre più popolari tra il pubblico. Lo sciopero durò 13 settimane e coinvolse circa 3000 sceneggiatori. A sostenerli ci fu anche il sindacato dei registi, la Directors Guild of America (DGA), ma non quello degli attori, che preferì non aderire alla protesta. Lo sciopero si risolse con un accordo che garantiva agli sceneggiatori una quota fissa del 1,2% delle entrate derivanti dalla vendita dei film in videocassetta e in pay-per-view.

Lo sciopero del 1988: la battaglia per i diritti creativi

Il terzo sciopero che ha coinvolto gli sceneggiatori di Hollywood scoppiò nel 1988, in seguito al fallimento delle trattative per il rinnovo del contratto collettivo con gli studios. Il sindacato degli sceneggiatori chiese agli studios un aumento delle royalties sulle vendite dei film in videocassetta e in pay-per-view, che erano cresciute notevolmente negli anni precedenti, e una maggiore tutela dei diritti creativi degli sceneggiatori, spesso ignorati o modificati dagli studios. Lo sciopero durò 22 settimane e coinvolse circa 9000 sceneggiatori. A sostenerli ci fu anche il sindacato dei registi, ma non quello degli attori. Lo sciopero si risolse con un accordo che garantiva agli sceneggiatori una quota variabile del 1,5% delle entrate derivanti dalla vendita dei film in videocassetta e in pay-per-view, e alcune concessioni sui diritti creativi.

Lo sciopero del 2007-2008: la sfida dei nuovi media digitali

Il quarto sciopero degli sceneggiatori di Hollywood ebbe luogo tra il 2007 e il 2008, in risposta alla crescita esponenziale dei nuovi media digitali, come internet e i dispositivi mobili. La WGA chiese agli studios un aumento delle royalties sulle vendite dei film e delle serie tv online, che erano diventate una fonte di guadagno sempre più importante per l’industria. Lo sciopero durò 14 settimane e coinvolse circa 12000 sceneggiatori. Fu appoggiato anche dal sindacato degli attori e da molte celebrità dello spettacolo. Lo sciopero si concluse con un accordo che prevedeva una quota del 2% delle entrate derivanti dalla vendita dei film e delle serie tv online per gli sceneggiatori, e una maggiore trasparenza sui dati relativi alle visualizzazioni.

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Lo sciopero del 2023: l’IA e lo streaming 

Il 2 maggio 2023 ha segnato l’inizio del quinto sciopero degli sceneggiatori di Hollywood, dopo la scadenza del contratto collettivo triennale con gli studios. La Writers Guild of America (WGA) ha avanzato diverse richieste, tra cui un aumento delle retribuzioni minime settimanali, un numero minimo di settimane lavorate per episodio e una tutela contro l’uso non autorizzato dell’intelligenza artificiale nella scrittura. Inoltre, hanno chiesto un numero minimo di sceneggiatori per ogni writers room. Questo sciopero coinvolge circa 10.000 sceneggiatori ed è ancora in corso. 

Lo sciopero ha ricevuto il sostegno del sindacato degli attori, il Screen Actors Guild (SAG), che ha proclamato a sua volta uno sciopero il 13 luglio 2023. Gli attori rivendicano retribuzioni e pensioni più elevate, una maggiore tutela contro l’uso non autorizzato della loro immagine attraverso l’intelligenza artificiale e una protezione contro lo sfruttamento delle loro opere sulle piattaforme di streaming.

Come 63 anni fa, i diritti d’autore sono nuovamente al centro dello sciopero congiunto WGA/SAG, causato ancora una volta da un capovolgimento del modello di distribuzione dell’industria dell’intrattenimento. La televisione è stata sostituita dallo streaming. Gli accordi sui diritti d’autore offerti dallo streaming sono meno equi rispetto a quelli del passato.

Streaming

La scrittrice Kyra Jones ha raccontato a Reuters che il suo primo assegno per i diritti d’autore della serie Hulu “Woke” era di 4 dollari. Nel modello utilizzato dal 2007 alla firma del contratto del WGA, il numero di abbonati al servizio è il punto cruciale del calcolo, non la visione individuale di un particolare programma. C’è una ragione per cui i servizi streaming non rendono pubblici dati concreti sugli spettatori. 

Cody Ziglar, sceneggiatore dell’ottavo episodio di She-Hulk: Attorney at Law, ha scritto su Twitter: “Questo è stato uno degli episodi più visti, di una delle serie televisive più viste su Disney+. Ha persino fatto parte di molteplici liste di ‘migliori episodi del 2022’. Il mio assegno residual era di 396 dollari. Per questo stiamo scioperando“. 

La minaccia dell’IA

sciopero Hollywood

Ciò che incombe su tutto ciò è l’intelligenza artificiale, come ChatGPT e le riproduzioni computerizzate dei volti e delle voci degli attori. L’AMPTP è desiderosa di utilizzare questa tecnologia per integrare, se non sostituire, gli scrittori e gli attori.

Un punto critico per il SAG è stata la proposta spaventosa dell’AMPTP di “scansionare” l’aspetto degli attori per ottenere una proprietà perpetua per gli studi. In questo scenario, gli attori scansionati riceverebbero solo un salario giornaliero, privandoli di retribuzioni a lungo termine. L’adozione dell’IA da parte delle società va a discapito dei diritti d’autore, poiché le case di produzione possono generare sceneggiature con l’IA e poi assumere uno scrittore solo per apportare piccole modifiche, negando loro un adeguato compenso. Allo stesso tempo, l’utilizzo di una somiglianza digitale di un attore potrebbe comportare la privazione del pagamento dell’attore stesso, in quanto la sua immagine diventa proprietà dello studio, secondo i termini preferiti dall’AMPTP.

Conclusioni

Il cinema, e tutto ciò che gravita attorno ai lavori creativi, cammina di pari passo con le dinamiche industriali e commerciali del momento, e questo è un elemento che non va dimenticato o sottovalutato: questo mercato vive una globalizzazione senza precedenti, globalizzazione che determina, o quantomeno potrebbe incidere, su tutto l’andamento dello sciopero. Globalizzazione che porta a una ricerca sempre più verticale di sceneggiatori, scrittori e professionisti oltre gli USA.

La delocalizzazione del lavoro tocca tutti i settori, dopo tutto. Non è prevedibile l’andamento delle cose, a cosa effettivamente porteranno gli scioperi e se si raggiungerà presto un accordo accettabile: l’elemento dissonante è che questa in situazione a doversela sbrigare non dovrebbero essere solo i sindacati, ma la politica tutta. Anche perché qui, da noi, in Europa, in Italia, il lavoro creativo va di pari passo con il lavoro precario e lo stesso settore dello spettacolo lo è, e non è sindacalizzato

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Lucia Tedesco

Giornalista, femminista, critica cinematografica e soprattutto direttrice di TechPrincess, con passione ed entusiasmo. È la storia, non chi la racconta.

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