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Google riduce gli errori di calcolo quantistici

Continua il progresso di Quantum AI

Google annuncia passi avanti con Quantum AI, arrivando a ridurre gli errori di calcolo quantistici, aumentando il numero di qubit. Un passo avanti per la ricerca in ambito quantum computing.

Google, passi avanti per ridurre gli errori quantistici

Google sta investendo molto nell’ambito nel calcolo quantistico. Tre anni fa i computer quantistici di Google hanno superare per primi i più veloci supercomputer “tradizionali” esistenti. Una pietra miliare importante per la ricerca in questo ambito.

Oggi, Google ha pubblicato su Nature una novità importante per la ricerca. Infatti gli scienziati di Google hanno annunciato la possibilità di ridurre gli errori quantistici aumentando il numero di qubit. Il qubit è l’unità di base dell’informazioni quantistica, che può assumere valori diversi dai semplici 0 e 1.

Google Quantum Processor min

Questo significa che, invece di lavorare su singoli qubit fisici del processore quantistico, Google tratta un insieme di qubit fisici come un unico qubit logico fatto da 49 qubit fisici, che ha portato miglioramenti rispetto a un qubit logico da 17.

I computer quantistici utilizzano particolari algoritmi per manipolare i qubit in maniera ordinata. Tuttavia, anche una luce diffusa può causare errori di calcolo, qualcosa che peggiore aumentando le dimensioni dei computer.

Il passo avanti di Google quindi permette di ridurre i tassi di errore aumentando il numero di qubit fisici in un’unità logica, permettendo di abbassare l’incertezza e migliorare gli algoritmi. In questo modi, potranno diventare più utili nell’uso quotidiano.

Google continua a lavorare sul Quantum AI, anche per sviluppare un approccio responsabile al calcolo quantistico. Per esempio, assicurandosi che servizi come Google Cloud, Android e Chrome rimangano sicuri e protetti in un futuro quantistico. Potete trovare ulteriori informazioni nel Post di Sundar Pichai sul blog di Google.

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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