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Google rimuove dal Play Store delle app che raccoglievano dati di nascosto

Il codice compromesso sarebbe riconducibile alla società Measurement Systems secondo il WSJ

Google ha annunciato di aver rimosso diverse app che contenevano al loro interno del software in grado di raccogliere di nascono dati sugli utenti. Tutte le app raccoglievano informazioni tramite un software che sarebbe riconducibile a una società panamense.

Google rimuove dal Play Store delle app che raccoglievano dati utenti di nascosto

Un’app conteneva diverse preghiere musulmane, scaricata da oltre dieci milioni di utenti. Un’altra mostrava gli autovelox durante i viaggi in auto. C’era quella che leggeva i codici QR, e tantissime altre applicazioni di varia popolarità.

Tutte però avevano in comune il codice malevolo che raccoglieva dati sugli utenti, per poi inviarli agli hacker. I ricercatori che hanno scovato quest’app hanno contattato Google, che ha provveduto a rimuovere le applicazioni dal Play Store. Ma solo dopo che moltissimi utenti le hanno scaricate.

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Secondo quanto riporta il Wall Street Journal, il codice malevolo sarebbe riconducibile alla società con sede a Panama chiamata Measurement Systems. Avrebbe pagato, secondo i ricercatori, diversi sviluppatori di app per incorporare alcune linee di codice malevolo nei propri SDK delle applicazioni. Con l’obiettivo di estrarre informazioni dai loro dispositivi: obiettivo centrato in almeno 60 milioni di smartphone. Ma potrebbero essere ancora di più.

L’SDK raccoglieva dati riguardo la posizione precisa del telefono, email e numeri di telefono. Ma anche dati di dispositivi nella stessa rete WiFi. Tutte le applicazioni sono state rimosse dal 25 marzo 2022, ma se le avete già scaricate potreste non accorgervi della loro pericolosità. Trovate la lista completa delle applicazioni a questo indirizzo, insieme a un’analisi approfondita della minaccia malware.

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Source
The Wall Street Journal

Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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