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Identità digitale, da oggi addio a pin e password

Potranno essere utilizzati solo Spid, carta d’identità elettronica o carta nazionale dei servizi

Venerdì 1 ottobre è un giorno importante per l’affermazione dell’identità digitale.

Scatta infatti lo stop a pin e password per poter accedere ai servizi online della pubbliche amministrazioni. Sarà possibile effettuare pagamenti, richiedere rimborsi e quant’altro solo con tre modalità: tramite Spid, carta d’identità elettronica o carta nazionale dei servizi.

Questa importante svolta è contenuta nel Decreto Legge Semplificazione e innovazione digitale, convertito nella legge n. 120/2020.

Vediamo più in dettaglio cosa sono, e come si ottengono, lo Spid (sistema pubblico di identità digitale), la carta d’identità elettronica e la carta nazionale dei servizi.

E ascoltiamo un parere su questa svolta epocale, nei confronti della quale non mancano tuttavia gli scetticismi.

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Che cos’è lo Spid

Spid è acronimo di Sistema pubblico di identità digitale. Si tratta dello strumento che permette ai cittadini ne faccia richiesta di accedere ai servizi online della pubblica amministrazione.

Dopo aver ottenuto username e password si potrà accedere da qualunque dispositivo. Svariate le operazioni che si possono effettuare con lo Spid: prenotazioni sanitarie, iscrizione agli istituti scolastici, pagamenti elettronici a favore delle Pubbliche amministrazioni, richiesta dei bonus cultura e delle carte del docente, accesso alla rete Wi-Fi pubblica, gestione delle pratiche d’impresa e altro.

Concepito nel 2016, lo Spid inizialmente avrebbe dovuto essere obbligatorio dallo scorso 28 febbraio. Ma per una serie di ritardi (sia da parte delle Pa che di alcune fasce della popolazione, come abbiamo segnalato in un altro articolo) si è preferito il rinvio al 1 ottobre.

Come si ottiene lo Spid

Per attivare lo Spid occorre avere un documento di riconoscimento italiano in corso di validità, la tessera sanitaria o il tesserino del codice fiscale, un indirizzo email e un numero di telefono cellulare.

Come si attiva

Lo Spid è attivabile presso uno degli identity provider (gestori di identità) abilitati. Si va sul sito Internet del gestore prescelto, ci si iscrive e si creano le credenziali Spid. Occorre anche effettuare il riconoscimento, che – a seconda del provider – può avvenire di persona, via webcam, con la carta d’identità elettronica, con la carta nazionale dei servizi o con la firma digitale.

A seconda del provider (per alcuni il processo è gratuito, per altri a pagamento) si ottiene un diverso livello di protezione, da 1 a 3.

La figura del delegato

È prevista, per le persone “digitalmente fragili” (pensiamo agli anziani) la figura del delegato. Che, tramite il proprio Spid, potrà accedere ai servizi anche per nome del delegante.

Carta d’identità digitale: cos’è, come ottenerla

Dal primo ottobre, il sistema pubblico d’identità digitale non è il solo modo per accedere ai servizi online delle pubbliche amministrazioni.

Si potrà anche utilizzare la carta d’identità digitale, obbligatoria dal 1 gennaio 2019 in tutti i Paesi dell’Unione europea. Nel senso che da quella data ha sostituito quella cartacea in tutti i rinnovi o nelle prime emissioni.

Per ottenerla è quindi sufficiente rivolgersi al proprio Comune di residenza, al Comune di dimora per i cittadini residenti in Italia o al Consolato di riferimento per i cittadini residenti all’estero. Il costo della carta d’identità digitale è di 16,79 euro oltre i diritti fissi e di segreteria, dove previsti.

Una volta ottenuto il documento digitale, lo si può autenticare ai servizi online via desktop, collegando un lettore di smart card contactless, tramite smartphone con l’app Cie ID o via desktop con lo smartphone.

Carta nazionale dei servizi: cos’è, come ottenerla

La terza possibilità di accesso ai servizi online delle Pa dal 1 ottobre è fornita dalla carta nazionale dei servizi, che altro non è se non la tessera sanitaria.

Il documento viene erogato in automatico dopo l’attribuzione del codice fiscale da parte del Comune o di un ufficio dell’Agenzia delle entrate e viene spedita a casa. Per abilitarlo ai servizi online delle pubbliche amministrazioni occorre rivolgersi a un ufficio della Regione dove si risiede, che rilascerà una busta con un codice Pin. Per utilizzarlo bisognerà poi munirsi di un lettore di smart card, installare il driver del tipo di carta ed effettuare la registrazione della tessera.

Vantaggi e problemi aperti

L’avvocato Eugenio Prosperetti, specializzato in identità digitale, è tra i professionisti che hanno contribuito alla nascita dello Spid. E saluta con favore la data del primo ottobre: “L’entrata a regime delle identità elettroniche nazionali come credenziale unica di accesso ai servizi fiscali rappresenta una tappa importante dello switch-off verso tali sistemi.

Non penso che nessuno rimpiangerà il complesso pin dell’Agenzia Entrate, difficile da ottenere e non certo più semplice di Spid o Cie. Ed è interessante che sul sito dell’Agenzia Entrate, con la sola Spid o Cie si può anche disporre il pagamento di un F24”.

Tuttavia ci sono alcune questioni d risolvere. La prima la indica sempre Prosperetti: “Questo sistema di identità unica è così comodo che dovrebbe essere esteso anche ai servizi privati, delle banche ad esempio, per pagare e fare bonifici. Ma al momento le regole non favoriscono questo sviluppo”.

Manca inoltre una norma analoga per professionisti e aziende.

Infine, al di là della figura del delegato, va valutata con estrema attenzione l’ampia percentuale di cittadini poco alfabetizzata al digitale, che dal 1 ottobre non saprà come muoversi.

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