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L’inclusività sbarca su TikTok con la campagna di CoorDown

L’iniziativa si chiama “Ridiculous Excuses, Not To Be Inclusive”

Sappiamo bene quali enormi potenzialità portino con sé i social media, per quanto riguarda lo sviluppo delle relazioni tra individui.

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I social permettono di esprimere e condividere le proprie idee (nonché il proprio dissenso, laddove la censura lo permette), ma anche la propria emotività. E di confrontarsi con quelle altrui.

Tuttavia, la Rete è anche un luogo di discriminazione e di propagazione dell’odio, in virtù di una (più presunta che vera) maggior possibilità di nascondersi dietro a una tastiera.

È bene che soprattutto i giovani siano informati su un corretto uso dei social anche in questo senso: luoghi non dell’affermazione egoistica di sé a scapito di altri, ma della collaborazione e dell’accoglienza delle differenze.

CoorDown ha organizzato una campagna internazionale, il cui nome è Ridiculous Excuses, Not To Be Inclusive, per sensibilizzare i giovani utenti di TikTok all’inclusività. Scopriamo di cosa si tratta.

coordown tiktok

La campagna Ridiculous Excuses, Not To Be Inclusive

La campagna di sensibilizzazione all’inclusività su TikTok viene lanciata proprio oggi, lunedì 13 marzo, da CoorDown.

È stata realizzata in collaborazione con l’agenzia creativa SMALL di New York e prodotta da Indiana Production e Tiny Giant, per la regia di Stoney Sharp. La musica è composta e realizzata da Stabbiolo Music.

Nei prossimi giorni e fino al 21 marzo, il canale TikTok di @CoorDown accoglierà le testimonianze reali di persone con sindrome di Down e delle loro famiglie (provenienti da ogni parte del mondo) e le scuse ridicole che si sono sentiti dire.

Ridiculous Excuses, Not To Be Inclusive, leggiamo nel comunicato di presentazione dell’evento, “è stata ideata per affermare il diritto alla piena partecipazione alla vita sociale e all’inclusività delle persone con disabilità intellettiva, libere da ogni forma di discriminazione e abilismo”.

Perché TikTok

Il debutto della campagna internazionale avviene a poca distanza dalla Giornata mondiale della sindrome di Down, che si celebrerà il 21 marzo.

L’obiettivo è quello di dare visibilità agli episodi di vita vissuta di bambine e bambini, adolescenti e giovani con sindrome di Down, attraverso videostorie di mancata inclusione, raccontate in maniera ironica e tagliente dai creator. Nel contempo si lancia un appello per condividere eventuali proprie storie di discriminazione subita.

Perché parlare di inclusività su TikTok? Perché la piattaforma è da sempre sensibile all’argomento: è soprattutto qui che giovani e giovanissimi raccontano le proprie vicende e i propri riscatti.

La popolarissima piattaforma, poi, vanta più di un miliardo di utenti mensili al mondo. E potrà essere un grande amplificatore dell’iniziativa. 

Disabilità ed esclusione

Come funziona la campagna Ridiculous Excuses, Not To Be Inclusive?

Negli scorsi mesi CoorDown ha chiesto alle persone con sindrome di Down e alle loro famiglie quali sono state le scuse con cui sono stati esclusi da contesti scolastici, sportivi, lavorativi e da altre opportunità.

Le scuse più utilizzate sono raccontate in un corto disponibile in esclusiva sul canale TikTok @CoorDown.

L’argomento, peraltro, è di stringente attualità: nei giorni scorsi, in un hotel di San Martino di Castrozza un disabile ventiquattrenne e la sua famiglia sono stati invitati a pranzare in una sala isolata, perché gli altri ospiti sarebbero stati infastiditi dalla sua presenza.

Chi è CoorDown

CoorDown – Coordinamento Nazionale Associazioni delle persone con sindrome di Down – è attivo dal 1987 ma si è costituito nel 2003.

Si occupa di attivare azioni di comunicazione sociale per far conoscere le potenzialità delle persone con sindrome di Down. Inoltre favorisce la loro inclusione nella scuola, nel lavoro e nello sport, condivide esperienze tra le singole associazioni. Infine individua e mette in atto strategie comuni rispetto a problemi politici condivisi.

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I commenti

Sull’iniziativa a favore dell’inclusività su TikTok si sono espressi gli attori coinvolti.

Antonella Falugiani, Presidente di CoorDown ODV ha detto: “Con questa campagna globale tocchiamo un tema che riguarda ognuno di noi: dare un nome e rendere visibile un fenomeno che le persone con sindrome di Down e i loro genitori, fratelli, sorelle e caregiver sperimentano quotidianamente.”

Giacomo Lev Mannheimer, Responsabile Relazioni Istituzionali Sud Europa di TikTok ha dichiarato: “Abbiamo spesso avuto prova di come i creator della nostra community, grazie alla loro originalità, riescano a superare barriere linguistiche, culturali e sociali, creando consapevolezza e prese di posizione su tematiche tabù, di nicchia, oppure non particolarmente cool.

Siamo stati entusiasti di abbracciare il progetto di CoorDown. La campagna è innovativa e toccante e non vediamo l’ora di vedere cosa la community creerà e l’impatto positivo che le storie condivise genereranno”.

Infine Luca Lorenzini e Luca Pannese, Executive Creative Directors, SMALL New York hanno commentato: “Siamo molto felici di tornare a collaborare con CoorDown per la Giornata Mondiale sulla Sindrome di Down. Quando abbiamo sentito che tipo di scuse ricevevano le persone con sindrome di Down e i loro familiari per essere esclusi, ci siamo detti che queste si meritavano di essere portate alla luce e ridicolizzate. Con gli amici di Stabbiolo ci siamo inventati un jingle che sottolineasse quanto davvero questi argomenti fossero assurdi.”

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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