Jean-Marc Vallée: la sua carriera fra cinema e televisione

Come un fulmine a ciel sereno, poche ore fa è arrivata la notizia del prematuro decesso di Jean-Marc Vallée, regista e sceneggiatore canadese che ci ha lasciato ad appena 58 anni di età, per cause ancora ignote. Un artista che mancherà infinitamente al cinema e alla televisione, che ha arricchito con opere mani banali o superficiali, capaci di esplorare dolori e turbamenti dell’animo umano. Già con il suo esordio Liste noire, del 1995, Jean-Marc Vallée si fa notare dal pubblico e dagli addetti ai lavori, dando vita a un thriller teso e originale capace di scandagliare il ruolo e il potere dei giudici. Nel 1997 passa poi al western, affinando la direzione degli attori, suo vero e proprio marchio di fabbrica, in Posse II – La banda dei folli. Appena due anni dopo, con Loser Love si confronta per la prima volta col tema degli abusi sulle donne.

I primi successi di Jean-Marc Vallée

Nel 2005 arriva C.R.A.Z.Y., coming of age sentimentale presentato alla Mostra del Cinema di Venezia che ci porta nella vita di Zachary Beaulieu. Fra anni ’60 e ’70, Zach, quarto di cinque fratelli, affronta l’arduo viaggio dell’adolescenza che cede il passo all’età adulta, in un diario visivo che lo porta alla ricerca della propria sessualità e della propria identità, soffrendo l’ostilità di una società e di una famiglia profondamente religiosa. Grazie a questo film, Jean-Marc Vallée si impone definitivamente all’attenzione internazionale, che lo porta a dirigere nel 2009 The Young Victoria, con protagonista Emily Blunt. Questo toccante racconto della giovinezza di Vittoria del Regno Unito è premiato con un Oscar per i migliori costumi, per cui è decisivo il lavoro di Sandy Powell, una vera e propria autorità in questo campo.

La continua ricerca di generi ed epoche da parte di Jean-Marc Vallée porta poi il regista alla Parigi degli anni ’60, ambientazione di una delle due storie su cui si basa Café de Flore, dramma sentimentale con sfumature fantastiche che esplora ancora una volta l’amore imperfetto, portato avanti da personaggi ambigui o emarginati. Il film ottiene ben 13 nomination ai Genie Awards del 2012, principali riconoscimenti per il cinema canadese, ottenendo ben 3 premi, incluso quello alla protagonista femminile Vanessa Paradis. Un ennesimo successo, che prepara il terreno per il grande successo internazionale di due anni più tardi.

Il trionfo con Dallas Buyers Club

A dare a Jean-Marc Vallée il successo che merita è nel 2013 Dallas Buyers Club, struggente racconto della vera storia del malato di AIDS Ron Woodroof, alle prese in pieni anni ’80 con una malattia verso la quale c’erano ancora troppi stigmi da parte della società e poche risposte dalla medicina. Tre gli Oscar: uno per il trucco e l’acconciatura, due per gli interpreti Matthew McConaughey e Jared Leto, autori di prove maiuscole e di impressionanti trasformazioni fisiche.

L’anno successivo il nostro dirige Wild, intenso road movie con protagonista una sontuosa Reese Witherspoon, incentrato sulla storia di Cheryl Strayed, in fuga da una vita estremamente difficile e proiettata verso un percorso di riscoperta interiore in mezzo alla natura più selvaggia e incontaminata. Un sorprendente e lucido ritratto femminile, che conferma l’abilità di Jean-Marc Vallée nella direzione delle attrici, portando a due nomination all’Oscar per la stessa Reese Witherspoon e per Laura Dern.

Nel 2015, il regista canadese sforna quello che purtroppo sarà il suo ultimo film, Demolition – Amare e vivere. Jake Gyllenhaal è il protagonista di un lacerante ritratto umano, costantemente in bilico fra traumi impossibili da superare, dolorose scoperte e l’arduo tentativo di ricostruirsi un’esistenza serena dopo il dramma. Ancora una volta un racconto incentrato su un amore tortuoso e fragile, simbolo di un’umanità che nonostante le cadute e gli errori continua a emergere prepotentemente.

La televisione: Big Little Lies e Sharp Objects

Nel 2017, Jean-Marc Vallée compie il salto dal cinema alla televisione, segnando la storia recente del piccolo schermo con la prima stagione di Big Little Lies, con protagoniste 5 star del calibro di Nicole Kidman, Laura Dern, Reese Witherspoon, Shailene Woodley e Zoë Kravitz. La piccola cittadina di Monterey diventa teatro di un particolare connubio fra dramma e thriller, che intreccia le tormentate esistenze di 5 donne con un caso di cronaca nera. Una nuova esplorazione dell’universo femminile da parte del regista, che mette ancora una volta in luce il dramma degli abusi, i tradimenti e i tanti coni d’ombra che si celano all’interno dell’apparentemente serena vita borghese.

Lasciata la serie (la cui seconda stagione passa ad Andrea Arnold), il nostro si concentra sul suo ultimo progetto da regista, cioè la miniserie Sharp Objects. Una monumentale Amy Adams interpreta la giornalista di cronaca nera Camille Preaker, rispedita nella sua città natale per indagare sulla scomparsa di due ragazzine. Quando la protagonista giunge sul posto, riemergono traumi del passato che sembravano sepolti, che esacerbano i problemi della sua già complessa esistenza. L’esplorazione dell’animo umano e della condizione femminile si intreccia con un angosciante giallo, che deflagra in un esplosivo finale, impresso nella memoria degli spettatori. Il lascito di un regista in continuo mutamento, che ha saputo attraversare epoche e generi mantenendo però sempre al centro della sua produzione ritratti umani veri e tridimensionali, capaci di farsi strada nella vita nonostante gli svariati dolori che li accompagnavano.

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