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Affare Microsoft-Activision: l’antitrust britannica rivaluta l’operazione

Dopo il no di aprile

È un’estate con i suoi bei tormentoni tech. Il più balneare dei quali è forse il match di arti marziali miste (sempre più presunto e sempre meno prossimo a concretizzarsi) tra Elon Musk e Mark Zuckerberg. Nelle scorse settimane si è anche riparlato di un’operazione che, se avvenisse, avrebbe conseguenze ben più profonde di una scazzottata tra due miliardari narcisisti. Stiamo parlando del possibile acquisto di Activision Blizzard da parte di Microsoft, ovvero un affare da quasi 69 milioni di dollari.

Un affare che però ha sempre avuto due fieri oppositori. Uno è l’FTC, cioè la Federal Trade Commission, l’agenzia governativa statunitense che promuove la tutela dei consumatori e l’eliminazione e prevenzione di pratiche commerciali anticoncorrenziali. Torneremo sullo stato delle cose per quanto riguarda l’agenzia USA.

Poi c’è la CMA, acronimo di Competition & Markets Authority, ovvero l’antitrust britannica, che finora ha sempre opposto uno strenuo veto all’acquisizione. Ma che potrebbe rivedere la propria posizione: scopriamo perché.

Microsoft Activision Blizzard 1

La CMA e l’affare Microsoft-Activision

Nel mese di aprile l’antitrust britannico aveva bloccato la possibile acquisizione di Activision da parte di Microsoft. I dubbi della CMA erano legati al rischio di una situazione di monopolio nel settore del cloud gaming (i giochi in streaming, per intenderci).

Tuttavia, a luglio Microsoft ha avviato nuove trattative con la CMA. Alla luce delle quali un portavoce dell’antitrust britannico aveva dichiarato: “L’autorità della CMA è pronta a prendere in considerazione qualsiasi proposta di Microsoft per rimodulare i termini della transazione, in modo tale da superare le preoccupazioni esposte nel nostro rapporto finale”.

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I diritti dei giochi Activision a Ubisoft

Ed ecco che una recentissima operazione potrebbe davvero far cambiare idea all’antitrust britannico. Infatti nelle scorse Ubisoft, multinazionale francese sviluppatrice ed editrice di videogiochi, ha annunciato l’acquisizione dei diritti di streaming cloud per tutti i titoli Activision Blizzard in uscita nei prossimi 15 anni.

In cambio della cessione dei diritti cloud dei giochi Activision, valevole solo fuori dallo Spazio economico europeo, Ubisoft effettuerà un pagamento una tantum a Microsoft, di cui per adesso si ignora la cifra. La mossa ha subito fatto schizzare il titolo alla Borsa a Parigi (28,64 euro, con un rialzo del 6,47%).

Ma soprattutto ha fatto tornare parzialmente sui propri passi la CMA. Che ha invitato tutte le parti interessate a fornire una relazione sull’impatto che la fusione potrebbe avere sulla concorrenza nel Regno Unito, anche alla luce di questo ingresso di Ubisoft nella partita. La CMA si è riservata di prendere una decisione entro il prossimo 18 ottobre.

Le dichiarazioni

Sarah Cardell, amministratrice delegata della CMA, ha fatto comunque sapere che la cessione dei diritti dei giochi a Ubisoft non farà automaticamente cambiare il giudizio dell’organo da lei diretto.

Ha infatti dichiarato Cardell: “Questo non è un semaforo verde. Valuteremo attentamente e obiettivamente i dettagli dell’operazione ristrutturata e il suo impatto sulla concorrenza, anche alla luce dei commenti di terze parti.

Il nostro obiettivo non è cambiato: qualsiasi decisione futura su questo nuovo accordo garantirà che il crescente mercato del cloud gaming continui a beneficiare di una concorrenza aperta ed efficace che guida l’innovazione e la scelta.”

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L’operazione Microsoft-Activision e l’FTC

La querelle tra Microsoft, Activision Blizzard e la Federal Trade Commission è invece in una fase più avanzata. E sembra sorridere alle due aziende pronte ad accorparsi. L’11 luglio scorso la giudice Jacqueline Scott Corley ha respinto i dubbi dell’FTC, secondo cui l’affare avrebbe danneggiato i consumatori perché avrebbe limitato fortemente la concorrenza. E così c’è stato il via libera all’acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft.

Non appena la sentenza è stata emessa, la Federal Trade Commission ha fatto sapere che sarebbe ricorsa in appello. Tuttavia, in tempi davvero celeri, la Corte d’appello del Nono Circuito degli Stati Uniti ha rifiutato il ricorso dell’FTC.

Ultimo ostacolo all’operazione resta dunque la CMA. Anche perché, ricordiamolo, se Microsoft non dovesse acquisire Activision Blizzard, sarà costretta a pagare una penale record per rinuncia all’accordo, fissata a 3 miliardi di dollari.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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