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La recensione di Monster Hunter Now: a caccia di mostri in città

Spada pronta. Scudo pure. Cosa manca? Ah, si: la geolocalizzazione attiva.

Sono ormai passati ben 7 anni dall’uscita di Pokémon Go!, gioco che ridefinì l’estate/autunno 2016. Certo, nel 2021 Niantic ci ha riprovato con Pikmin Bloom, ma tutta quella magia sembrava essere svanita. O probabilmente era solo svanito l’effetto wow di un gioco che mostrava le strabilianti (per l’epoca) potenzialità dell’AR. Ecco perchè, quando quando abbiamo installato Monster Hunter Now per questa recensione, la nostra mente era carica di pregiudizi.

A pesare sul nostro carico di titubanza era stato anche Follow JC Go!, il Pokémon Go! in chiave cristiana sviluppato dalla software house cattolica Fundación Ramón Pané. Dopo quella traumatica esperienza (qui la recensione) avevamo detto basta alla ricerca di oggetti virtuali in città reali. Sarà riuscito Monster Hunter Now a farci cambiare idea? Scopriamolo.

La recensione di Monster Hunter Now

Niente Fondazione Ramón Pané. Questa volta si fa sul serio. Il gioco sfrutta la geolocalizzazione reale dell’utente, e nasce dalla collaborazione tra Niantic e Capcom, proprietaria del marchio Monster Hunter. Affrontando la difficile sfida di trasportare l’universo videoludico di MH su mobile, per giunta in versione AR, Niantic ha fatto ciò che sa fare meglio: semplificare.

Difatti Monster Hunter Now mantiene tutte le principali caratteristiche dei giochi della serie, ma le compatta in modo da farle entrare in tasca. Avete presente la tipica scena dei cartoni animati della valigia piena che non si chiude? Ecco: Niantic salta su quella valigia fino a farci entrare tutto, e poco importa se alcuni oggetti ne escono fuori schiacciati.

Prendiamo ad esempio l’aspetto chiave del gioco: la caccia. Niente più combattimenti interminabili con nemici invincibili. In Monster Hunter Now la lotta col mostro dura in media meno di un minuto (il limite di tempo massimo per ogni battaglia è di 75 secondi). Del resto il titolo è pensato per essere giocato mentre si è in giro, quindi anche la più banale attesa in fila può diventare il momento perfetto per una sanguinosa lotta col mostro. Ciò che bisognerà fare sarà toccare sul nemico per attaccarlo e fare swipe per evitare gli attacchi. Una scelta di semplicità che paga, dato che sconfiggere i nemici con la prospettiva di acquisire materiali darà una certa soddisfazione.

Un altro elemento chiave della saga su console è la preparazione. Chi ha giocato a uno qualsiasi dei giochi di Monster Hunter sa che la scelta e il potenziamento dell’equipaggiamento sono due dei principi cardine del gioco. In Monster Hunter Now questo aspetto non rappresenta più una componente strategica, ma diventa addirittura il motore che porta il giocatore alla caccia: uccidendo mostri si potrà accumulare materiale per migliorare la propria attrezzatura, e di conseguenza cacciare mostri più forti. Viene quindi meno il concetto di “completare la collezione” che ha fatto la fortuna Pokémon Go.

Manca una storia, ma la resa grafica è impressionante

Dal punto di vista narrativo Monster Hunter Now risente della medesima criticità degli altri titoli AR di Niantic: la storia è praticamente assente. Certo, il gioco è ambientato nell’HunterVerse, ma questa è più una scelta obbligata di contestualizzazione che una vera e propria caratteristica stilistica. Infatti, dopo aver creato il nostro personaggio (con opzioni di personalizzazione molto scarse), incontreremo un Felyne che ci introdurrà miagolante alle prime battaglie in un breve tutorial. La storia inizia e finisce qui.

Poco da dire invece per quanto riguarda la resa grafica. Il gioco è, da questo punto di vista, assolutamente impeccabile, soprattutto se lo giocate su uno smartphone che supporta i 60fps e la modalità Ultra.

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Pozioni fa rima con microtransazioni

Essendo Monster Hunter Now un gioco free-to-play, è ovvio aspettarsi una forte presenza degli item acquistabili con soldi reali. Ogni giorno il giocatore riceve 5 pozioni omaggio, che possono essere usate per ricaricare i punti salute persi in combattimento.

Se il vostro personaggio ha salute bassa, molto difficilmente vincerà le battaglie. Ma se fate molte battaglie, molto probabilmente ne uscirete con salute bassa. Le pozioni permettono quindi di ristabilire la barra salute in modo istantaneo. Inoltre le pozioni non possono essere create. Quindi, se avete salute bassa e avete finito le pozioni dovrete acquistarle. L’alternativa è quella chiudere il gioco e attendere e, alla velocità di circa 1 punto salute al minuto, ritrovarsi la barra carica dopo più di un’ora di inattività.

Considerando che la mappa di gioco si aggiorna ogni ora, e che senza specifici oggetti (anche questi a pagamento) non si può evitare che i mostri scompaiano dalla stessa, le pozioni saranno spesso più utili delle spade.

La recensione di Monster Hunter Now: tirando le somme

È evidente che Niantic abbia fatto dei balzi in avanti mostruosi rispetto a Pokémon Go!, sia dal punto di vista grafico che di sistema di gioco. La scelta di semplificare il gameplay e di puntare tutto su una resa grafica magistrale paga, anche sei di contro c’è la totale assenza di componente strategica. In Monster Hunter Now comincerete vincendo praticamente tutte le battaglie, salvo poi cominciare a perdere quando incontrerete mostri più forti. Se nei giochi della saga per console potevate affrontare i mostri più forti avvalendovi di una componente strategica, in Monster Hunter Now l’elemento discriminante tra vittoria e sconfitta sarà unicamente la potenza del vostro equipaggiamento.

Le microtransazioni non sono mai un elemento disturbante, dato che raramente sentirete la necessità di sborsare soldi reali. Se però avete la salute a zero, e volete proprio combattere quel mostro che si è piazzato all’uscita del vostro bar preferito, allora la tentazione di acquistare una pozione potrebbe palesarsi.

Più in generale il gioco è divertente, si lascia prendere a piccole dosi e ha tutte le carte in regola per riportare in auge il mondo dei titoli mobile a realtà aumentata. I pregiudizi che ci accompagnavano all’inizio di questa recensione sono stati tutti spazzati via da una spada inferta nel cuore di un Gran Jagras.

PRO

  • Free-to-play
  • Grafica
  • Combattimenti veloci
  • Componente crafting
  • GPS accurato
  • Refresh della mappa ogni ora

CONTRO

  • Pozioni non craftabili
  • Assenza di una vera storia
  • Le battaglie dipenderanno unicamente dall’attrezzatura equipaggiata
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Marco Brunasso

Scrivere è la mia passione, la musica è la mia vita e Liam Gallagher il mio Dio. Per il resto ho 30 anni e sono un musicista, cantante e autore. Qui scrivo principalmente di musica e videogame, ma mi affascina tutto ciò che ha a che fare con la creazione di mondi paralleli. 🌋From Pompei with love.🧡

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