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Musk accusa Threads di plagio. E minaccia azioni legali

Dopo il lancio della nuova app di Meta

Non sappiamo se Elon Musk e Mark Zuckerberg incroceranno davvero i guantoni. Ma di certo in queste ultime settimane se le stanno suonando di santa ragione. E francamente, se il numero uno di Meta appare in forma, il proprietario di Twitter sembra alle corde.

Il lancio dello spauracchio Threads è avvenuto, e nonostante sia stata esclusa l’Europa è stato un successo clamoroso.

Inizialmente, Elon Musk ha reagito al boom di Threads criticandolo e minimizzandolo. Ma adesso c’è di più: il patron di Tesla e SpaceX ha addirittura minacciato azioni legali.

Partiamo da quest’ultima notizia per poi riassumere la sfaccettata vicenda che vede contrapposti Musk e Zuckerberg.

Threads boom 1

Musk: azioni legali contro Threads?

Al lancio di Threads, Musk in un primo momento ha reagito a modo suo: twittando. Subito, in un cinguettio ha sottolineato l’estrema somiglianza di Threads con Twitter. Poi si è lasciato andare a una di quelle sue frasi di ardua interpretazione: “È molto meglio essere oggetto di attacchi da parte di estranei su Twitter piuttosto che immergersi nella falsa felicità di Instagram che nasconde il dolore”.

Quella che sembrava solo l’ennesima pagina di una tenzone combattuta via social da settimane, ora però potrebbe cambiare di segno.

Perché, stando a quanto riporta Semafor in un articolo di venerdì 7 luglio, Musk ha alzato il tiro contro Threads. Più precisamente, i legali di Twitter hanno minacciato azioni legali contro Meta. Cosa sappiamo?

La lettera dei legali di Twitter

Il lancio di Threads ha fatto il pieno: in poche ore si sono raggiunti i 30 milioni di iscritti.

E proprio poche ore dopo il lancio, gli avvocati di Twitter hanno inviato ai colleghi di Meta una lettera al vetriolo. In cui l’azienda produttrice di Threads è accusata di “appropriazione indebita sistematica, intenzionale e illegale dei segreti commerciali di Twitter e di altra proprietà intellettuale”.

Secondo Semafor, il documento di Twitter è stato scritto dall’avvocato Alex Spiro. E riporta, tra gli altri, questo passaggio: “Twitter intende far rispettare rigorosamente i propri diritti di proprietà intellettuale e chiede a Meta di adottare misure immediate per interrompere l’utilizzo di segreti commerciali di Twitter o altre informazioni altamente riservate.

Twitter si riserva tutti i diritti, incluso il diritto di richiedere sia rimedi civili che provvedimenti ingiuntivi senza ulteriore avviso per impedire qualsiasi ulteriore conservazione, divulgazione o utilizzo della sua proprietà intellettuale da parte di Meta.”

L’assunzione di ex dipendenti di Twitter

Nella lettera inviata a Meta da Alex Spiro, l’azienda di Mark Zuckerberg è anche accusata di aver assunto dozzine di ex dipendenti di Twitter.

Che, sfruttando la possibilità di accedere a segreti commerciali e altre informazioni riservate, hanno permesso di sviluppare un’app-clone in tempi brevi, ma “in violazione della legge statale e federale, così come in violazione degli obblighi in corso di quei dipendenti nei confronti di Twitter.”

La smentita di Meta

Così come Semafor ha avuto per le mani in esclusiva la lettera del legale di Twitter, allo stesso modo è a Semafor che si è rivolta Meta per smentire ogni accusa.

E lo ha fatto nella figura di Andy Stone, a capo della comunicazione. Stone ha negato che ci sia stata la benché minima attività spionistica nei confronti dell’app rivale. E ha aggiunto: “Nessuno nel team di ingegneri di Threads è un ex dipendente di Twitter”.

Intanto anche la nuova Ceo di Twitter, Linda Yaccarino, in un tweet celebrativo della propria azienda ha inserito una stoccata finale a Threads: “Siamo spesso imitati, ma la community di Twitter non potrà mai essere duplicata”.

Lo scontro Musk-Zuckerberg in pillole

In poche righe: tutto è nato da un commento piccato di Musk a un post in cui si alludeva alla nascita di un’app di Meta che sarebbe stata un clone di Twitter.

Elon Musk, tra il serio e il faceto, ha per questo sfidato Zuckerberg sul ring. E Zuckerberg ha sorprendentemente accettato. Da quel momento, la faccenda si è sdoppiata. Da una parte, c’è stato un gossip irrefrenabile sulla possibilità di un vero scontro fisico tra i due supermiliardari.

Ma dall’altra, in tempi record, l’app Threads si è concretizzata, sino al lancio con qualche ora di anticipo rispetto al preventivato 6 luglio. E ha fatto il pieno di iscritti.

Musk, d’altro canto, sta pagando una gestione scellerata di Twitter. Fra tagli del personale, decisioni opinabili (ultima per ora in ordine di tempo, quella di limitare i post leggibili in un giorno) e una comunicazione spesso superficiale e frettolosa.

Che Threads sia davvero il Twitter del futuro?

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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