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Netflix: il gigante dello streaming segna un trimestre da record e cambia le regole del gioco

Due anni fa, Netflix perdeva 200 mila abbonati in un trimestre e si pensava che il gigante dello streaming fosse in crisi. Oggi, l’azienda annuncia ricavi da record e 13,1 milioni di nuovi iscritti. Tra questi due estremi ci sono stati anni di cambiamenti: l’arrivo del piano con inserzioni pubblicitarie, la lotta alla condivisione delle password. E a giudicare dai nuovi annunci e dalle voci di corridoio, Netflix vuole continuare a cambiare: punterà meno sugli originali, taglierà il piano base senza pubblicità (come ha già fatto in Italia) e investirà ancora di più nel mondo del gaming.

Netflix continua a cambiare: meno originali, più giochi e addio piano base

Netflix non sta solo vincendo le “streaming wars”, le sta dominando: con 260 milioni di iscritti mondiali, supera di gran lunga tutti i rivali (secondo Statista, la seconda in classifica è Disney+ con circa 150 milioni). Al tempo stesso, ha anche raccolto diverse nomination agli Oscar — anche se, rispetto al passato, la maggior parte dei candidati non è un originale prodotto da Netflix: per Maestro, NYAD e Rustin il gigante dello steaming fa solo da produttore.

Rispetto al passato, Netflix sembra puntare meno nelle produzioni Originali. Alcune delle serie e dei film più apprezzati del gigante dello streaming sono quelli “fatti in casa”: da Stranger Things a The Crown per le serie, passando a film di Scorsese, Fincher, Baumbach, Bong Joon-ho, Cuaròn, Jane Campion e i fratelli Cohen. Ma Netflix sembra aver capito che il costo e lo sforzo di queste produzioni, spesso, non vale la candela: non è il vero motivo per cui le persone guardano Netflix.

Sempre più “TV”, dalle serie classiche al wrestling

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Guardando le classifiche del gigante dello streaming, troviamo sempre più film che Netflix distribuisce soltanto e serie che hanno debuttato sulla TV classica, per poi sbarcare in streaming. E anche alcune delle eccezioni, come Berlino, sono spin-off di serie che Netflix ha comprato dopo averne valutato il successo. Una tattica che sta pagando — e che sembra che Netflix voglia continuare.

May 10, 2022, Brazil. In this photo illustration a close up of a hand holding a TV remote control seen in front of the Netflix logo.

Netflix ha annunciato l’acquisizione dei diritti del wrestling, in particolare della WWE Monday Night Raw. Un accordo da cinque miliardi di dollari. Che se messo a fianco della partenza di Scott Stuber, che ha guidato la divisione cinematografica di Netflix per tre anni consecutivi per farlo diventare lo studio cinematografico più nominato agli Academy Awards, segna un cambio di passo chiaro.

Mentre altri servizi si concentrano su contenuti specifici (Apple TV+ sta puntando su film e serie di autori prestigiosi, Disney+ sul proprio portafoglio Marvel, Star Wars, Pixar, ecc), Netflix sembra voler raggiungere tutti gli spettatori. E sebbene continui a produrre film e serie originali, sembra che acquistare tanti prodotti diversi sia una strategia più efficiente: da La Leggenda di Tarzan fino a Suits, film e serie che in streaming hanno più successo di quanto ne abbiano avuto al cinema o in TV.

La pubblicità funziona: addio al piano base

Netflix ha aggiunto 13,1 milioni di abbonati durante l’ultimo trimestre del 2023, per 247 milioni di iscritti in totale. Di questi, 23 milioni utilizzano il piano base con pubblicità: poco meno del 10%. Una percentuale che potrebbe sembrare bassa, se non si riflette su quanto la pubblicità in streaming sia un’opzione recente — e l’opposto di quanto Netflix ha proposto per anni.

Il gigante dello streaming sembra voler continuare a credere in questo piano. E per renderlo più appetibile, Netflix non permette più agli utenti nuovi o ritornanti di iscriversi all’abbonamento Base senza pubblicità. In Italia, da ottobre scorso non possiamo più iscriverci all’abbonamento base da 7,99 euro. Questo cambiamento avverrà anche in Canada e nel Regno Unito nel secondo trimestre di quest’anno, e poi nel resto del mondo.

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L’abbonamento base senza inserzioni risultava troppo vicino nel prezzo a quello da 5,49 euro con gli annunci. Se non volete guardare le pubblicità, il piano più economico costa 12,99 euro (Standard), mentre il più costoso 17,99 euro.

Questo distacco rende più appetibile guardare le pubblicità, che restano comunque meno della classica TV commerciale. Nel quarto trimestre del 2023, come nei trimestri precedenti, gli abbonamenti agli annunci sono cresciuti di quasi il 70% trimestre su trimestre, raggiungendo ora il 40% di tutti gli abbonamenti a Netflix nei mercati in cui c’è l’opzione di guardare le réclame. Insomma: la pubblicità per Netflix è qui per restare. E anzi, possiamo aspettarci ulteriori aumenti in futuro per chi vuole evitare di guardarle.

Sempre più giochi

Il rapporto sugli utili di Netflix rivela, inoltre, che nel 2023 l’interesse degli utenti per i giochi sul servizio è triplicato. Sebbene i giochi rappresentino ancora una parte relativamente piccola dell’offerta di Netflix, la società si dichiara soddisfatta dei progressi compiuti. E, con ogni probabilità, continuerà a investire nel mondo del gaming.

La trilogia di Grand Theft Auto ha giocato un ruolo fondamentale nel successo di questo progetto, sia in termini di installazioni e coinvolgimento. Netflix non ha fornito informazioni specifiche sul numero di download dalla piattaforma, ma ha fatto capire che GTA ha fatto la differenza.

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L’annuncio segna un notevole cambiamento rispetto al 2022, quando solo meno dell’1% degli abbonati Netflix giocava ai giochi offerti dalla piattaforma. Come per i contenuti TV e cinematografici, la differenza la fa l’offerta. Netflix ha continuato ad ampliare la sua libreria di giochi, introducendo titoli popolari come Hades, Dead Cells, Braid, Death’s Door, e Katana Zero.

In questo ambito, Netflix ha puntato di più sugli originali: ha sviluppato in proprio giochi come Oxenfree II: Lost Signal, acquisendo uno sviluppatore indipendente. E offre, inoltre, giochi basati sui suoi programmi originali, come Money Heist e The Dragon Prince.

Più giochi, più pubblicità e meno film e serie originali: Netflix sembra aver preso una direzione chiara. E ne sta raccogliendo i frutti. Per quanto i cinefili come noi preferirebbero vedere film originali d’autore e serie mai viste prima, Netflix parla a un pubblico ben più ampio. E lo fa con un successo impensabile due anni fa: chi di noi avrebbe scommesso che pubblicità e giochi sarebbero diventati una fetta importante (seppur non maggioritaria) del business di Netflix?

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Source
Business InsiderThe VergeEngadget

Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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