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PwC Italia e l’umanesimo digitale: le persone al centro dell’innovazione

L'evento è parte di "Italia 2022: Persone, Lavoro, Impresa"

PwC Italia ha tenuto un evento intitolato “Tecnologia e nuovo umanesimo”, parte del ciclo “Italia 2022: Persone, Lavoro, Impresa”. Una piattaforma per un dialogo tra istituzioni, finanza e impresa per provare a mettere le persone al centro della trasformazione digitale.

PwC Italia parla di tecnologia e del nuovo umanesimo

Organizzata con il gruppo editoriale GEDI, l’evento ha visto la partecipazione di persone illustri. Come  il Ministro per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani, che ha focalizzato l’attenzione sul processo di digitalizzazione. Che con la pandemia ha visto un’accelerazione senza pari.

Tanti gli interventi, da  Andrea Toselli, Presidente e Amministratore Delegato PwC Italia a Fabio Vaccarono, Presidente e Amministratore Delegato Gruppo Multiversity. E poi Federico Marchetti, Imprenditore tecnologico e Presidente della Sustainable Market Initiative Taskforce del Principe Carlo d’Inghilterra e Alessandro Grandinetti, Partner PwC Italia, Clients and Markets Leader. Con loro Alessandro Caridi, Partner PwC Italia, PwC Digital Innovation Leader, Anna Ruzzene, Partner PwC Italia, Finance Transformation. Infine Alessandro De Angelis, Vicedirettore, HuffPost e Francesco Bei, Vicedirettore La Repubblica.

Centro della discussione la possibilità di mettere al primo posto le persone nella transizione digitale. Andrea Toselli, Presidente e AD di PwC Italia spiega: “L’umanesimo digitale non guarda alla tecnologia come un sistema invasivo pronto a sostituire le persone, il loro lavoro e le loro dinamiche sociali, ma come un’occasione di miglioramento del nostro intero sistema”.

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Giovanni Andrea Toselli, Presidente e AD PwC Italia

Tanta strada da percorrere

Nel 2021 l’Italia era 20esima su 27 in Europa per l’indice di digitalizzazione dell’economia e della società (DESI). Ma è invece al decimo posto per digitalizzazione delle imprese. Per esempio, il 95% delle aziende in Italia ha la fatturazione elettronica e un terzo (38%) utilizza servizi cloud). Ma resta debole per big data (9%) e intelligenza artificiale (18% rispetto al 25% europeo).

Il PNRR potrebbe però essere la chiave per una svolta. Con 6,7 miliardi di euro diretti allo sviluppo delle reti a banda ultra larga e 5G, 6 miliardi per la riforma della PA, mentre ben 13,4 miliardi per la Digitalizzazione delle imprese.

Ma ciò che bisogna recuperare è il capitale umano. Toselli spiega: “L’aspetto più preoccupante ad oggi è il significativo ritardo in termini di capitale umano. L’Italia registra livelli di competenze digitali di base e avanzate molto basse rispetto alla media UE”.

Aumentare le competenze digitali

Serve quindi migliorare la formazione. In Italia sono laureati in discipline STEM solo il 24,9%, la percentuale sale al 36,8% tra gli uomini e scende al 17,0% tra le donne. Nel nostro Paese solo il 42% delle persone di età compresa tra i 16 e i 74 anni possiede perlomeno competenze digitali di base, rispetto alla media UE del 56%.

Con il fondo Repubblica Digitale, il PNRR punta ad alzare la percentuale al 70% di cittadini digitalmente abili entro il 2026. Soprattutto per far fronte ai problemi di occupazione derivanti dall’automazione e digitalizzazioni, che potrebbero costare 85 milioni di posti di lavoro entro il 2030. Serve quindi sfruttare le opportunità in campi che invece assumeranno come green economy, dell’economia dei dati, dell’AI, del cloud computing e dell’innovazione di prodotto. Per i quali serve però preparazione.

Come conclude Toselli, “Occorre ragionare sempre in ottica di innovazione tecnologica al servizio dell’uomo considerando con grande attenzione i benefici e svantaggi che il fenomeno può comportare per il nostro sistema. Dallo Smart Working al risparmio sostenibile, dalla sburocratizzazione alle intelligenze artificiali applicate ai sistemi produttivi: nell’era dell’umanesimo digitale è fondamentale ricordare di tenere le persone al centro. Il lavoro nella service economy deve quindi necessariamente prevedere nuove e più funzionali formule di riorganizzazione finalizzate ad accrescere la produttività e la redditività del dipendente, e dunque della stessa impresa”.

Maggiori informazioni sul sito ufficiale di PwC Italia.

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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