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Raël, il profeta degli extraterrestri atterrato su Netflix – Trending on Streaming

Un documentario ci porta tra le pieghe di un culto che ha fatto parlare di sé a ondate

Avete mai sentito parlare del movimento raeliano? Chi vi scrive aveva scoperto della sua esistenza anni e anni fa, in una puntata di quella perla televisiva che era stato Il testimone di Pif. Ma la loro storia è lunga ed è iniziata ancora prima. Ed ecco che per raccontarla arriva in streaming su Netflix il documentario Rael – Il profeta degli extraterrestri, che ripercorre tutte le vicende, dagli albori.

Rael – Il profeta degli extraterrestri, il documentario di Netflix in streaming

L’origine dell’uomo è extraterrestre. A creare la nostra specie sono stati degli esseri alieni, parte di una civiltà estremamente avanzata, simili a noi ma migliori in ogni aspetto, chiamati Elohim. Ora osservano le nostre vite, aspettando il momento giusto per venirci a trovare e mostrarsi a tutti noi, quando saremo finalmente pronti ad accoglierli. Nel frattempo però si sono rivelati a diversi profeti nella storia per propagare il loro messaggio che si è trasfigurato nelle principali religioni.

L’ultima di queste rivelazioni, in ordine cronologico, è stata in tempi recenti, per essere precisi nel dicembre del 1973. Claude Vorilhon, ex-cantante e giornalista sportivo, ha avuto un incontro ravvicinato con un disco volante, da cui uscì proprio un Elohim. Da quel giorno l’uomo prenderà il nome di Raël e fonderà un movimento, che con il tempo arriverà a raccogliere decine di migliaia di seguaci nel mondo.

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Questa, in estrema sintesi, è la dottrina raeliana. Nata in Francia all’inizio degli anni ’70 si è piano piano estesa in diversi angoli del mondo, anche per via di alcune controversie legali ed etiche, che hanno spinto il fondatore e i suoi fedelissimi a spostarsi in nuovi Paesi.

Il documentario di Netflix ci porta a ripercorrerne tutta la storia, dagli inizi alla diffusione del culto, passando per i suoi momenti più critici, con una particolare attenzione su un caso che ha portato Rael e i raeliani al centro dell’attenzione pubblica, ovvero quando affermarono di essere stati i primi ad aver perfezionato la clonazione umana. Proprio come avrebbero voluto gli Elohim.

Una storia raccontata da chi l’ha vissuta davvero

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Un grande merito del documentario Netflix Rael – Il profeta degli extraterrestri è la sua capacità di coinvolgere le personalità chiave di questa storia. Le video interviste, i contributi, i commenti non vengono da chi ha “semplicemente” studiato la vicenda, ma dalla viva voce di chi l’ha vissuta.

Ci sono raeliani della prima ora, persone di altissimo “grado” nel culto, giornalisti che hanno scritto articoli che hanno fatto venire a galla gli aspetti più oscuri, avvocati che hanno combattuto la setta, la scienziata a capo di quel progetto di clonazione… E naturalmente c’è anche lui in persona: Claude Vorilhon, alias Raël. Anche se va detto che la sua intervista, intorno a cui si crea molta attesa nelle quattro puntate, è piuttosto contenuta in termini di minutaggio e di rivelazioni.

È un documentario molto buono, quindi, che non solo presenta una storia intrigante da seguire, ma lo fa offrendoci qualcosa di nuovo. Ed è particolarmente arguta la scelta di non rivelarci subito quali siano tra gli intervistati le voci critiche del movimento e quali le voci a favore. Non lo faremo neanche noi, ma sappiate che potrebbe scappare qualche colpo di scena.

Manca però la stoccata finale

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Dove però il documentario Rael – Il profeta degli extraterrestri non funziona benissimo (e forse è per questo che non è nella Top 10 dei più visti di Netflix) è negli attacchi. Non si tratta certo di un’opera celebrativa, ma allo stesso tempo non sembra volere mai affondare il colpo e alzare i toni.

I momenti in cui il movimento raeliano è messo sotto accusa non mancano. Si parla di abusi sessuali, dell’indottrinamento manipolatorio (elemento più che ricorrente nei casi di sette e culti come questo), delle donazioni richieste e dell’uso spregiudicato di quei fondi e di molto altro ancora. Ma questi temi vengono introdotti e mai davvero esplorati, senza riuscire a dare il senso della tragedia per ciascuno.

L’unica eccezione è la questione della clonazione umana, a cui si dà davvero molto spazio. È stato un momento centrale del movimento, che brevemente è stato davvero al centro delle cronache mondiali per questo. Qui il documentario spende del tempo e attacca in maniera più dura che in altre parti, sostenendo più o meno apertamente la tesi che fosse tutto un falso.

Qualcuno potrebbe sostenere che le altre critiche non sono altrettanto approfondite perché infondate. Qualcun altro potrebbe pensare che è stata una condizione necessaria per ottenere il coinvolgimento delle sopracitate figure importanti del movimento. Forse è più semplicemente un tentativo imperfetto di offrire un ritratto bilanciato e imparziale della vicenda. Resta il fatto che il risultato è meno efficace di quanto avrebbe potuto.

Rael – Il profeta degli extraterrestri, non è il nuovo documentario-bomba di Netflix, ma vale la visione

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Negli ultimi anni questa piattaforma è riuscita a tirare fuori dei progetti sorprendenti in questo campo. Da Tiger King al nostrano Sanpa, ci sono davvero tantissime docu-serie da scoprire che sono diventati fenomeni grandissimi, a livelli rari per contenuti non-fiction.

Rael – Il profeta degli extraterrestri aveva il potenziale per diventare un altro documentario di Netflix capace di conquistare le platee mondiali. Così purtroppo non è stato, ma resta un titolo buono, che racconta una storia che non tutti conoscono, ma che vale la pena scoprire.

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Mattia Chiappani

Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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