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La recensione di Babbel, per chi con le lingue fa sul serio

L’intelligenza artificiale può tradurre le chiamate in altre lingue in tempo reale, con una fotografia può spiegarvi il menu di un ristorante all’estero o le didascalie sotto un quadro. Ma questo non significa che imparare altre lingue non sia importante per viaggiare — per immergersi davvero nella cultura di un altro Paese. Noi da tempo amiamo esplorare nuove lingue ascoltando podcast, guardando film e provando a lanciarci in conversazioni quando conferenze e fiere tech ci porta all’estero. Ma un po’ di basi servono e le app per imparare le lingue sono comode e semplici da usare: quindi abbiamo colto al volo l’occasione di questa recensione per provare le nuove funzionalità di Babbel.

Dopo averla testata per qualche tempo (a fianco di altre applicazioni che resteranno senza nome!), ci siamo fatti quest’idea: Babbel è l’app per chi con le lingue fa sul serio. Se altri offrono una specie di “gioco per imparare le lingue”, Babbel ha funzionalità pensate per chi ha un reale bisogno di conoscere una nuova lingua — fra cui le conversazioni live con utenti madrelingua. Vi raccontiamo tutto in questa recensione di Babbel e delle sue più recenti novità.

La nostra recensione di Babbel

Lanciata nel 2007, Babbel è fra le primissime app al mondo dedicate all’apprendimento delle lingue. E lo fa con un team di linguisti esperti dietro le quinte, ormai da più di quindici anni. Tuttavia, molti curiosi che vogliono imparare lingue nuove non l’hanno mai provata per una semplice ragione: non ha una versione gratuita.

Dopo aver provato l’applicazione per sette giorni, infatti, dovete scegliere un piano di abbonamento. Come spiegato sul sito, i prezzi variano molto in base a ogni quanto pagate:

  • Ogni tre mesi, il costo mensile è di 11,99 euro
  • Sei mesi a 8,99 euro mensili
  • Un anno a 5,99 euro al mese
  • Se pagate per l’accesso “Lifetime”, spendete 299,99 euro per non doverlo mai più rinnovare.

Rispetto ad altre app, gratuite ma con opzioni per pagamenti mensili, il costo risulta piuttosto elevato. E questo senza contare le lezioni live — di cui vi parleremo più avanti. Ma fin da subito, Babbel mette in chiaro che non è come le altre app: lei fa sul serio.

Un’interfaccia intuitiva — e quasi “austera”

app mobile babbel recensione min

Aprendo l’applicazione mobile o il sito internet per browser, capiamo subito che Babbel ha un approccio molto più “didattico” rispetto ad altre applicazioni. Se altri puntano a rendere l’apprendimento un gioco, con sfide continue e colori sgargianti, Babbel fa quello che dovrebbe fare ogni buon insegnante privato. Con il suo stile semplice, basato attorno al colore arancione e ha grafiche minimaliste, sembra dirci che non lavorerà duro per tenerci attenti: siamo noi che abbiamo bisogno di imparare, noi che dobbiamo metterci d’impegno.

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L’app infatti ci chiede semplicemente quale lingua vogliamo imparare tra le 14 lingue presenti. Noi abbiamo scelto lo spagnolo, nel quale siamo sufficientemente ferrati per capire il livello delle lezioni, ma abbastanza scarsi da averne davvero bisogno. Voi però potete scegliere anche fra francese, tedesco, italiano, russo, portoghese, turco, olandese, svedese, norvegese, danese, indonesiano, polacco e inglese.

Una volta scelta la lingua, una serie di domande ci aiutano a inserirci nel giusto livello fra quelli del Quadro Comune Europeo di Riferimento, dal A1 (principiante) al C1 (avanzato), a seconda della lingua. Noi non abbiamo voluto sopravvalutare la nostra abilità, finendo in un B1 in cui ci troviamo piuttosto a nostro agio — meglio ripassare qualche nozione già acquisita che non capire nulla.

A questo punto, trovate tutte le funzionalità di Babbel in una serie di schermate che, dobbiamo ammetterlo, abbiamo trovato semplici da navigare anche all’inizio dei test di questa recensione. Sia sull’app mobile che sul sito trovate una schermata home con le prossime lezioni da seguire, una sezione per il ripasso (anche se regolarmente ve lo proporrà l’app), le conversazioni live con i madrelingua e una serie di funzioni bonus davvero interessanti. E la cosa più interessante e che potete andare al ritmo che preferite voi.

Recensione: che tipo di apprendimento offre Babbel?

babbel recensione home su browser min

Il cuore dell’apprendimento nell’app di Babbel sta nelle lezioni, la funzionalità più intuitiva (e più copiata). Hanno una durata di circa 5-10 minuti ciascuna, anche se varia molto in base al vostro livello. Nelle lezioni trovate insegnamenti in lingua molto intuitivi: la coniugazione di un verbo, l’uso di vocaboli e frasi, regole grammaticali. Di solito, non c’è moltissimo da apprendere in ogni singola lezione: giusto un paio di nozioni, seguite da esercizi per capire l’argomento.

Gli esercizi includono domande a completamento e a scelta multipla, oltre a sessioni di ascolto e ripetizione vocale mediante il sistema di riconoscimento vocale dell’app. Babbel ha di recente implementato un riconoscimento basato sull’AI, pensato per riconoscere pronunce e dialetti. Questa funzione, per il momento, c’è solo per inglese, francese, italiano, spagnolo europeo e latinoamericano. Ma ci pare funzioni bene: sbagliando volutamente la pronuncia, l’AI sapeva riconoscere l’errore — cosa che non sempre avviene su altre app.

Abbiamo trovato le lezioni più semplici di quanto pensassimo: in media, facciamo pochi errori e li correggiamo appena finita la lezione. Ma non dipende dalla pochezza dei contenuti, che anzi ci sembrano interessanti. Babbel però ci insegna poche informazioni per lezione, in modo che possiamo apprenderle più facilmente. Un metodo che forse è meno “sfidante” di app rivali, ma ci sembra funzioni molto bene per ricordare le lezioni.

Ogni tanto, Babbel alterna le lezioni a dei ripassi, che potete scegliere di fare in maniera diversa: ascoltando, parlando, scrivendo o completando gli esercizi. Nel vostro “Piano di Studio” potete vedere i vostri progressi. Inoltre, nel vostro profilo potete impostare obiettivi settimanali. In questo caso, potete spiegare a Babbel perché volete imparare una lingua e quale livello volete raggiungere, oltre che il tempo necessario a imparare. Babbel suggerirà quanti minuti a lezione e quante lezioni settimanali fare per arrivare all’obiettivo. Potete anche impostare notifiche per restare sul pezzo.

Tante funzionalità extra

recensione babbel guida grammaticale min

Oltre alle classiche lezioni e ripassi, ci sono parecchie funzionalità aggiuntive nella sezione “Esplora” dell’app. Come la Guida Grammaticale, che contiene spiegazioni grammaticali brevi e chiare su argomenti come pronomi personali, verbi irregolari e aggettivi, supportati da numerosi esempi.

Utilissima per ripassare prima di un viaggio la sezione Conversazioni Quotidiane. Potete scegliere un argomento (Salutare un vicino, Presentarsi a qualcuno) e poi ascoltare conversazioni tipiche. Potete anche rispondere nella conversazione, con un indicatore a colori che mostra quanto buona sia la vostra pronuncia.

A queste si aggiungono anche i podcast in lingua da ascoltare. Noi abbiamo ascoltato qualche episodio di “Hoy en el pasado”, dove per ogni giorno si racconta un avvenimento (c’è un episodio per ogni giorno di luglio). Possono essere un buono spunto per poi passare ad ascoltare veri e propri podcast o serie in lingua.

E poi ci sono giochi in lingua e La rivista di Babbel, che riporta articoli in italiano che parlano della lingua che state studiando. Per esempio, articoli sui nomi delle parti del corpo, modi di dire argenti, nomi degli animali e altro ancora.

babbel recensione riviste min

Tutte funzionalità interessanti, divise per livello di conoscenza in modo da aiutarvi a orientarvi in una nuova lingua. Ma la funzione che fa la differenza sono le conversazioni Live.

Recensione: le conversazioni Live sono l’asso nella manica di Babbel

All’interno del vostro abbonamento avete diritto a due lezioni gratuite dal vivo per provare questa novità. Dopodiché i prezzi si alzano:

  • Un mese costa 79 euro
  • Pagando ogni tre mesi, il prezzo mensile scende a 56,33 euro
  • Ogni sei mesi a 48,16 euro
  • Per un anno, pagherete 39,91 euro al mese

Ma se avete tempo per farlo — e riuscite a sconfiggere l’imbarazzo della prima lezione, il prezzo (soprattutto quello annuale) vi sembrerà ben speso. Potete fare tutte le lezioni che preferite, in gruppi da massimo sei studenti. Filtrate per livello, giorni, orari. Dopodiché sarete in video con un insegnante certificato, che potrà darvi feedback diretti sul vostro lavoro.

Le lezioni durano, in media, 55 minuti. E per questo tipo di servizio di solito gli insegnanti chiedono (giustamente) almeno una ventina di euro online — vi ripagherete velocemente l’abbonamento. La qualità varia da insegnante a insegnante, ma l’opportunità di apprendimento enorme.

Vale la pena abbonarsi a Babbel?

La risposta a questa domanda varia molto da quello che volete ottenere dalle lezioni in lingua. Il parere che ci siamo fatti dopo i test di questa recensione, è che Babbel non è “divertente” come alcune alternative: non ci sono storie simpatiche per esercitarsi sui vocaboli, classifiche per farvi competere con gli amici. Tutta la parte di “gamification” resta limitata: è un’app pensata per chi fa sul serio. Se quindi volete semplicemente giocare con le lingue e imparare mentre vi divertite, ci sono altre opzioni gratuite da considerare.

Se però volete imparare a parlare una delle 14 lingue supportate per lavoro, perché dovete trasferirvi o perché una persona a voi cara parla una lingua che capite poco, l’approccio leggermente più scolastico di Babbel paga. Ci ricordiamo bene il frasario imparato e abbiamo focalizzato meglio alcune regole grammaticali che, con altre app e conversando durante i nostri viaggi, avevamo solo vagamente intuito.

Il valore aggiunto, però, lo danno le lezioni dal vivo. Non hanno forse l’immediatezza di andare da un/una madrelingua per lezioni private. Ma offrono a un prezzo abbordabile un servizio davvero interessante. Usando app sullo smartphone, non c’è un modo più efficace per imparare lingue che parlarle con chi le sente dalla nascita. Per far meglio dovremmo trasferirci in Spagna — ma per quello l’abbonamento mensile pensiamo sia parecchio più alto.

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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