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La ricetta segreta di Logitech: umanità, sostenibilità e tanta attenzione al cliente

LOSANNA – Entusiasmo. Se dovessi scegliere una sola parola per descrivere il mio stato d’animo pre-partenza sarebbe indubbiamente questa. Un po’ perché sono sempre felice di scoprire il dietro le quinte dei grandi colossi tecnologici, un po’ perché questa volta l’azienda era Logitech.
E la mia webcam è Logitech. La mia tastiera è Logitech. Uno dei miei mouse è Logitech… E potrei continuare ma mi sembra ingiusto tediarvi. Il punto fondamentale è che Logitech è una di quelle società che ha una presenza pervasiva nella mia vita, una di quelle con cui buona parte di noi è venuta in contatto, anche perché – diciamocelo francamente – è un punto di riferimento nel mondo delle periferiche.
Ma come nascono i loro prodotti? Come passano da un’idea o un bisogno alla commercializzazione di mouse, tastiera e molto altro ancora? Ora, dopo aver passato un’intera giornata nel loro quartier generale di Losanna, posso raccontarvelo.

Tutto parte da noi

Logitech sede di Losanna
Dentro la sede di Logitech a Losanna

Nella mia testa un prodotto nasce da un’idea, da qualcuno che la mattina si alza e decide che non sarebbe male avere un mouse fatto in un certo modo. In realtà non funziona esattamente così. Un prodotto Logitech è prima di tutto frutto di ricerche. Di mercato, certo, ma anche di necessità. Le nostre. L’utente finale svolge un ruolo vitale nella creazione di un prodotto poiché alla base ci sono le esigenze proprio di chi andrà a comprare il mouse. Che sia un gamer, uno smart worker, uno sviluppatore, una persona con mani grandi o piccole… Insomma, i fattori considerati in fase di progettazione sono tanti, tantissimi.

A guidare tutto questo però troviamo alcuni importanti pilastri, elementi chiave che guidano ogni azione dell’azienda svizzera. Per Logitech i prodotti nascono con l’intento di essere una sorta di estensore delle capacità umane – fluido, intuitivo e semplice da usare –, di aiutare le persone a lavorare meglio (e non di più) e di essere particolarmente rispettosi dell’ambiente, con un approccio carbon neutral che viene adottato in ogni fase dello sviluppo, dalla progettazione alla produzione alla spedizione dei prodotti.

Nei laboratori di Logitech

Ok, questa però è la teoria. E la pratica?
Beh, per quella ci sono i laboratori di Losanna. Qui si testa la connettività dei prodotti, si studia il design, si verifica l’ergonomia, si provano le funzionalità e si gioca. Sì, avete letto bene. Gioca. Ma andiamo con ordine.

Logitech RF Lab

Il primo laboratorio in cui ho messo piede è quello RF, abbreviazione di Radio Frequency (Frequenze Radio). Lo so, sembra noiosissimo ma invece non lo è affatto. In camere progettate ad hoc per eliminare le interferenze, i tecnici di Logitech si assicurano che il vostro mouse e la vostra tastiera rimangano sempre saldamente collegati al computer. Come? Prima di tutto decidendo dove posizionare l’antenna all’interno del prodotto, un’operazione che richiede qualche test e il giusto compromesso con i designer. Si testa poi la stabilità del segnale per essere sicuri che la connessione non perda potenza indipendentemente dalla posizione in cui si trova il device; vengono inoltre simulate condizioni estreme di utilizzo con appositi disturbartori di segnale.
Tutto questo mentre gli ingegneri si assicurano di rispettare gli standard RF di ogni singolo Paese in cui verrà poi commercializzato il prodotto. Come? Di base prendendo lo Stato con le leggi più restrittive (spesso e volentieri la Corea del Sud).
Questo processo, che potrebbe sembrarvi rapido e indolore, in realtà può durare diversi mesi. Capite bene quindi che un mouse non nasce dall’oggi al domani ma è frutto dello sforzo quotidiano e prolungato di tutto il team.

Logitech Tracking Lab

Le antenne però sono solo uno degli elementi che troviamo all’interno dei dispositivi Logitech. Nel Tracking Lab, ad esempio, lavorano alacremente per migliorare i sensori e garantire il massimo della precisione. Sia chiaro: non tutti i sensori sono uguali e, di conseguenza, non tutti devono rispettare gli stessi parametri: è evidente che da un mouse da gaming mi aspetto qualcosa in più rispetto ad un mouse pensato per lavorare; tutti i sensori però devono offrire all’utente finale un’esperienza d’uso estremamente fluida,a prescindere dall’hardware, dai DPI e dalle possibilità di personalizzazione.
In questo stesso laboratorio poi la società svizzera studia i diversi materiali e le differenti superfici con l’obiettivo di far funzionare il vostro mouse alla grande ovunque. Vetro compreso.

Logi Lift
Logitech Lift

Ok l’hardware ma l’estetica? In fondo anche l’occhio vuole la sua parte e spesso e volentieri la nostra scelta viene guidata tanto dalle caratteristiche quanto dal design del prodotto. E no, il design non si basa solo sulla progettazione 3D. Al contrario, la componente fisica è fondamentale. Prendete ad esempio il Lift, l’ultimo mouse verticale di Logitech. Non nasce unicamente da un software ma anche dalla manualità dei designer. O, se preferite il termine tecnico, dallo sculpting. Che significa proprio ciò che state immaginando: hanno “scolpito” il mouse. Sono ovviamente partiti da forme grezze per poi arrivare gradualmente alla forma finale, con modellini che hanno permesso loro di studiare bene la grandezza, la posizione dei tasti e molto altro ancora.

Sculpiting dei mouse

Anche in questo caso però non siamo di fronte ad un processo a sé stante. I laboratori collaborano tra loro per assicurarsi che tutto funzioni e, soprattutto, che il prodotto possa essere usato a lungo termine senza problemi. Qui entra in gioco l’Ergo Lab, lo spazio che si occupa dell’ergonomia dei device. Un’area che in realtà è un concentrato di scienza con sensori di ogni genere, pensati per essere posizionati su persone in carne ed ossa, e computer che possono mostrare e analizzare in tempo reale le azioni fatte dal soggetto.

Logitech Ergo Lab

A cosa serve tutto questo? A capire quanto stress causa l’uso di un prodotto al vostro corpo.
Facciamo qualche esempio pratico. Perché il Lift e i mouse verticali in generale vengono altamente consigliati? Perché gli altri, come evidenzia lo scheletro animato dell’Ergo Lab, vi obbligano ad incrociare l’ulna e il radio, causando stress anche ai nervi e ai muscoli vicini.
Pensate ora alle tastiere. Che senso ha avere un poggiapolsi? Semplice: quando usate la tastiera senza questo sostegno aumentate notevolmente la pressione sui nervi del polso. Il poggiapolsi, o una tastiera ergonomica che lo integra, riduce la pressione.
Tutte queste analisi vengono condotte durante lo sviluppo del prodotto, con il team dell’Ergo Lab che viene coinvolto fin dal principio e che sfrutta sia i dipendenti dell’azienda sia soggetti esterni per condurre le proprie ricerche e aiutare i designer a trovare la miglior soluzione possibile.
Ma no, non per tutti.
One size doesn’t fit all, ci ripetono costantemente.
Ossia “Una taglia non va bene per tutti”.
Ecco perché un mouse può avere due misure. E perché esistono versioni per i mancini e versioni per gli ambidestri.

Logitech colori

Cambia la forma ma cambiano anche i colori, che sono un altro elemento di studio costante da Logitech. Non solo per la voglia e la necessità di dare al cliente finale un prodotto diverso, che si allontani un po’ dal classico nero o grigio ma anche per la scelta di utilizzare materiali riciclati. E voi direte “ok, qual è il nesso?”. Beh, la plastica riciclata non permette di utilizzare indistintamente tutta la palette di colori. Ecco perché l’azienda svizzera dedicata tempo e ricerche alla creazione di nuove tonalità che possano adeguarsi al processo produttivo senza però scontentare gli utenti.

Una volta create, le periferiche vanno testate. Ecco perché all’ingresso dell’enorme edificio occupato da Logitech troviamo un angolo dedicato al mondo del gaming. Questo spazio, immediatamente riconoscibile con le sue tonalità scure e i neon blu ancorati al soffitto, è stato riempito di postazioni con computer, console e simulatori di guida per consentire tanto ai dipendenti quanto a gamer professionisti di provare le periferiche di gioco create da Logitech, volanti inclusi.

C’è spazio per tutti

Logi Life

Nulla viene trascurato. Nemmeno l’aspetto umano. Non sto parlando unicamente della cura che viene messa nella realizzazione dei prodotti, nella generale attenzione alla diversità e al benessere ma dei dipendenti che popolano i corridoi e gli spazi del centro di Losanna. Tutte le persone con cui ho avuto modo di parlare e incrociare hanno manifestato entusiasmo per il loro lavoro, per la loro azienda. Sono tutti allineati con i principi che guidano la società svizzera e questo perché sono prima di tutto accettati per quello che sono. In Logitech c’è davvero spazio per tutti perché tutti possono portare il loro contributo, tutti possono avere un’idea, un punto di vista, un’intuizione che aiuta l’azienda a progredire, ad evolvere, su tutti i fronti.  
Non vedo l’ora di scoprire che cosa ci porterà in futuro questa apertura e attenzione alla diversità.

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Erika Gherardi

Amante del cinema, drogata di serie TV, geek fino al midollo e videogiocatrice nell'anima. Inspiegabilmente laureata in Scienze e tecniche psicologiche e studentessa alla magistrale di Psicologia Clinica, dello Sviluppo e Neuropsicologia.

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