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Google e Edf: un satellite che traccia le emissioni di metano

Il metano è un potente gas serra identificato come il secondo maggior responsabile del riscaldamento globale.

Environmental Defense Fund (EDF), no profit che dal 1967 a livello internazionale si occupa di individuare soluzioni trasformative ai problemi ambientali più critici, insieme al suo braccio europeo EDFE, ha annunciato oggi un’importante partnership con Google per un satellite che si auspica possa avere un impatto rivoluzionario nei prossimi anni. Si chiama MethaneSAT e, grazie al supporto di Google, mapperà, misurerà e traccerà le emissioni di metano nell’atmosfera con una precisione senza precedenti attraverso una tecnologia che prevede l’utilizzo dell’IA applicata alle immagini satellitari per identificare le infrastrutture petrolifere e del gas in tutto il mondo. Pronto per essere lanciato a marzo 2024 su un razzo SpaceX Falcon 9, MethaneSAT orbiterà intorno alla Terra 15 volte al giorno a un’altitudine di oltre 500 km.

Un satellite per tracciare le emissioni di metano: l’obiettivo del progetto

L’obiettivo del progetto, portato avanti da tempo da EDF con altri importanti partners, è quello di quantificare e rintracciare le emissioni di metano fino alla loro fonte e permette ad aziende energetiche, governi e scienziati di avere accesso ad informazioni essenziali per ridurre le emissioni delle infrastrutture petrolifere e del gas in modo più rapido ed efficace in tutto il mondo.

Che cos’è il metano

Il metano è un potente gas serra identificato come il secondo maggior responsabile del riscaldamento globale, con un potenziale di riscaldamento oltre 80 volte superiore a quello dell’anidride carbonica nei primi 20 anni dopo la sua immissione nell’atmosfera. In particolare, il metano derivante dall’attività umana è oggi responsabile di circa il 30% del riscaldamento globale di cui una grande quantità deriva dal settore dei combustibili fossili, come petrolio e gas. Da qui la necessità di individuare ed intervenire in maniera efficiente sulle emissioni lungo tutta la catena, dall’estrazione fino alla distribuzione.

Perché il satellite per tracciare le emissioni di metano

In quest’ottica, MethaneSAT apre un nuovo fronte nell’era spaziale del monitoraggio climatico. Il satellite fornirà il primo quadro globale veramente dettagliato delle emissioni di metano elaborando dati riguardo la loro localizzazione, entità, aumento, diminuzione e responsabili (privati o governativi) in tutto il mondo.

Combinando la capacità di misurare con precisione i livelli di metano con un’alta risoluzione spaziale su vaste aree, sarà in grado di rilevare anche le piccole emissioni che altri satelliti oggi non catturano ma che arrivano a rappresentare fino all’80% delle emissioni in molte regioni. Questo farà di MethaneSAT l’unico satellite al mondo in grado di fornire un’alta precisione delle emissioni totali su intere regioni del pianeta.

MethaneSAT

La collaborazione tra EDF e Google

Google, che collabora da tempo con EDF, inserirà i dati raccolti dal satellite nella piattaforma di analisi geospaziale più importante al mondo, Google Earth Engine, che coinvolge oltre 100.000 scienziati in tutto il mondo. Inoltre, la società metterà a disposizione i servizi di Google Cloud per ospitare calcoli e algoritmi, supportando EDF anche nella mappatura delle infrastrutture petrolifere e del gas attraverso sistemi di Intelligenza Artificiale che renderanno l’elaborazione, l’accesso e la visualizzazione dei dati di MethaneSAT più veloce e sicuro.

Google si unisce a una lunga lista di collaboratori fondamentali per il progetto MethaneSAT che vede la partecipazione di più di 70 scienziati ed esperti provenienti da istituzioni di primo piano come Ball Aerospace, Blue Canyon Technologies, Harvard School of Engineering and Applied Sciences, Harvard/Smithsonian Center for Astrophysics, IO Aerospace, New Zealand Space Agency.

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Roberta Maglie

Amante del cinema, serie tv, tecnologia e video games, mi piace approfondire la cultura pop attraverso il battere delle mie dita sulla tastiera del MacBook. La laurea in Comunicazione mi ha dato la spinta per buttarmi nel mondo del giornalismo, dandomi così l’opportunità di riflettere sui temi più disparati.

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