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La leggenda metropolitana del seggiolino abbandonato (e conseguente agguato). La bufala della settimana

Una fake news ciclica e particolare

Ogni settimana, in questa rubrica vi raccontiamo una delle (troppe) fake news che popolano la rete.

E, analizzandone la genesi, proviamo di volta in volta a capire perché sia stata creata e diffusa. Di solito alla radice c’è un intento destabilizzante o quanto meno polemico, più o meno scoperto. Un esempio tra tutti sia l’enorme e varia quantità di bufale prodotte in questi ultimi anni dai no vax (che non desistono nemmeno oggi, a pandemia scongiurata).

C’è però una categoria di frottole a sé, che non sembra nascere tanto da volontà truffaldine, antiscientifiche, polemiche eccetera. Quanto piuttosto da un misto di credulità e volontà infantile di divulgare storie degne di una narrazione fantastica.

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Le leggende metropolitane

Questo tipo di frottole potrebbero essere classificate come leggende metropolitane.

Dice Wikipedia: “Una leggenda metropolitana o urbana è una storia insolita e inverosimile, trasmessa di norma oralmente, che a un certo punto della sua diffusione ottiene larga eco nei media, con ciò ricevendo una qualche patente di credibilità.”

Ci sono leggende metropolitane a diffusione locale (e allora riguardano vizi e vezzi di personaggi più o meno noti in un ambiente ristretto) o più ampia. E in questo caso trattano di avvenimenti che, suppergiù, potrebbero capitare ovunque. A questo secondo gruppo appartiene la bufala del seggiolino per bambini abbandonato sul ciglio della strada, con ciò che (come leggeremo) dovrebbe conseguirne.

Il seggiolino abbandonato

Sui social nei giorni scorsi è circolato un messaggio allarmante.

Ecco il testo (con tagli, siccome è piuttosto lungo): “Vi giro quanto segnalato dalla Polizia di Stato: Mentre guidate lungo la strada, se vedete un seggiolino per bambini sul lato della strada con sopra una coperta, o qualsiasi altro oggetto, non fermatevi. […] Ci sono precauzioni da prendere prima di fermarsi, i ladri ora stanno usando modi nuovi e diversi per far sì che una persona (per lo più donne), fermi il veicolo e scenda dall’auto. Ci sono bande che mettendo oggetti sulla strada …con un bambino finto dentro …aspettano che qualcuno veda il bambino abbandonato.

Si tenga presente che la posizione di questo seggiolino auto è di solito in prossimità di un’area boschiva o di un prato (campo) e la persona, se una donna, viene trascinata nella foresta, percossa e violentata, fino a raggiungere persino la sua morte. Se è un uomo, vengono spesso picchiati e derubati e forse lo possono lasciare anche morto.

[…] Se state guidando di notte e siete vittime di lanci di uova sul parabrezza, non fermatevi a pulirlo, non usate il tergicristallo e non gettate acqua perché le uova mescolate con acqua diventano lattiginose e bloccano la visione oltre il 90 %, quindi sarete costretti a fermarvi a lato della strada e diventare una vittima di questi criminali.”

Emotività ed eccezionalità

Inutile dire che agli estensori della fake news sul seggiolino abbandonato (o su altre subdole tattiche di abbordaggio delle vittime) non manca la fantasia. Una fantasia chiaramente imbevuta di B movie horror e di copiose letture del glorioso fumetto Dylan Dog.

Non vale farsi la domanda sul perché certi malintenzionati dovrebbero usare simili espedienti per malmenare, violentare e uccidere: il mondo è pieno di gentaglia.

Se questa fake news trova terreno fertile (e, come vedremo, torna ciclicamente) è per almeno due motivi. Intanto, come ogni bufala che si rispetti, gioca sull’emotività: si legge di qualcuno che potrebbe mettere a repentaglio la nostra incolumità, e anziché domandarsi quanto possa essere vera la notizia, si preferisce allertare il maggior numero possibile di persone. E poi c’è il gusto un po’ ingenuo di sentirsi custodi di una storia incredibile. Talmente incredibile da essere, appunto, falsa.

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La bufala

Inutile dire che la vicenda del seggiolino abbandonato, se potrebbe forse essere una discreta sceneggiatura, non ha mai trovato riscontro nella realtà.

Come hanno segnalato i colleghi di Open, già nel 2017 la Polizia di Stato aveva pubblicato un post su Facebook citando il messaggio circolante sui social come “inutile allarmismo”.

Ma la bufala (ciclica) ha origine ben più remote. È infatti del 2011 un articolo del blog di Paolo Attivissimo, che riporta la stessa leggenda metropolitana, e la collega a una fake news girata negli Usa nel 2009. In quel caso, il testo diffuso in rete era leggermente diverso e più sintetico (ma sì sa, anche nel gioco del telefono senza fili di passaggio in passaggio la notizia originaria si espande e aggrava).

Il fatto è che dovremmo sostituire una volta per tutte la logica del “Nel dubbio, io inoltro” con quella del “Nel dubbio, io verifico”.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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