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Sherlock Holmes The Awakened: un’avventura lovecraftiana creata in Ucraina in tempo di guerra

Sherlock Holmes: The Awakened è un videogioco prodotto in Ucraina, a Kiev per la precisione, realizzato interamente durante la guerra e l’invasione russa dalla casa di produzione indipendente Frogwares. Rilasciato l’11 aprile 2023, Sherlock Holmes: The Awakened è diventato il riflesso di ciò che la popolazione ucraina ha dovuto subire tra bombe, uccisioni e giornate intere passate nei bunker.

Sherlock Holmes: The Awakened, come è nato il videogioco durante la guerra

Il nuovo videogioco Sherlock Holmes: The Awakened degli specialisti di giochi d’avventura, Frogwares, è stato creato in un solo anno. È stato sviluppato interamente durante la guerra ucraino-russa. Inizialmente era previsto un nuovo gioco open world, ma lo studio ha deciso invece di rifare il titolo del 2006, che all’epoca aveva ricevuto buone recensioni.

Dopo l’inizio della guerra, lo studio aveva bisogno di un progetto fattibile e che potesse avere successo in condizioni difficili. Il fatto che la storia fosse già predeterminata dall’originale ne ha reso più facile l’implementazione. Gli sviluppatori hanno raccolto ulteriori € 250.000 ($ 274.000) tramite crowdfunding e hanno iniziato a lavorare alla fine di marzo 2022. Un mese dopo l’inizio della guerra.

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L’importanza di mettersi al servizio della comunità

Una delle conseguenze della guerra è che tutto diventa imprevedibile. Infatti, lo studio Frogwares ha dovuto chiudere temporaneamente. In questo modo, i dipendenti hanno potuto aiutare chi avesse avuto bisogno. In che modo? Arruolandosi nell’esercito volontario o facendo parte di organizzazioni umanitarie, come racconta Sergey Oganesyan, capo dello studio, durante l’intervista per Made For Minds.

Ma dopo poche settimane lo studio ha riaperto e i dipendenti in Ucraina e all’estero hanno ripreso a lavorare. È stato sviluppato un modello ibrido, con alcune programmazioni e progettazioni interamente da casa e altre in ufficio. La decisione andava a seconda di dove vivevano, quanto era sicuro mettersi al lavoro e se avevano abbastanza elettricità per accendere i computer e caricare i loro laptop.

Nonostante la riapertura, era importante per Frogwares tenere aggiornati gli amanti dei videogiochi – e non solo – di cosa stava accadendo nel loro Paese attraverso i social. Tra le immagini condivise sui loro account ci sono state foto di famiglia e scatti di edifici distrutti. E non solo, anche uomini in mimetica e civili rintanati nei rifugi antiaerei e nei pozzi della metropolitana.

Come la guerra abbia influenzato la riuscita di Sherlock Holmes: The Awakened

Come c’era da aspettarsi, la guerra ha avuto un’enorme influenza sugli sviluppatori e sul loro videogioco Sherlock Holmes: The Awakened, rendendolo ancora più horror e oscuro.

La storia

La storia inizia nel 1882. Holmes, che ha sempre al suo fianco il suo amico Dr. Watson, è un giovane detective e un eccellente osservatore con superiorità intellettuale. Attraverso domande intelligenti e conclusioni logiche, colpisce un ricco londinese che lo assume per ritrovare il proprio domestico scomparso.

I giocatori assumono il ruolo del detective Sherlock Holmes. Il loro compito è risolvere i casi criminali attraverso le deduzioni e l’intelligenza. Con l’aiuto delle osservazioni, documenti e oggetti, nonché delle dichiarazioni di testimoni e sospetti, vengono ricostruite le scene del crimine e rintracciati gli autori.

Dove è possibile trovare il gioco

Sherlock Holmes: The Awakened è possibile scaricare il videogioco sulle seguenti sulle seguenti piattaforme: PC, PS4, PS5, XB1, Xbox Series X/S e Nintendo Switch.

La narrazione ispirata al mito di Cthulhu dell’autore Lovecraft

La narrazione del videogioco inizia in maniera semplice e lineare, per diventare gradualmente fantastica, bizzarra e addirittura terrificante. Ispirato al mito di Cthulhu creato dall’autore horror statunitense H.P. Lovecraft (1890-1937), il mondo intorno a Sherlock Holmes muta. Perché proprio il mito di Chtulhu? Quest’ultimo è descritto in Lovecraft come una divinità extraterrestre con una faccia piena di tentacoli che è in grado di far precipitare l’intera umanità nella rovina.

Man mano che il gioco procede, compaiono sempre più simboli mistici e riferimenti alla divinità di Cthulhu. Sherlock Holmes si ritrova improvvisamente in luoghi soprannaturali e ha difficoltà a comprendere i misteriosi colpi di scena, facendogli iniziare a dubitare della sua sanità mentale.

I giocatori devono mantenere la calma e trarre conclusioni logiche, il che non è sempre così facile come sembra. Il motivo risiede nel fatto che vi sono molte piste e vicoli ciechi, trappole difficili da superare, al punto da diventare frustrante per il giocatore, ma in questo modo anche meno noioso.

Frogwares

Da Sherlock Holmes: The Awakened alla vita reale: come i videogiochi diventano veicolo di emozioni reali

Il gioco rappresenta infatti una leva evolutiva nella vita dell’individuo: permette il rafforzamento delle abilità motorie, cognitive e interpersonali. È un’attività fondamentale nel processo di costruzione dell’identità personale e sociale attraverso l’apprendimento delle regole dello stare con l’altro. Ma anche alla costruzione di diverse e nuove forme di comunicazione interpersonale.

Nell’ottica di un’antropologia psicologica si attribuisce al gioco una dimensione magica. Questo avviene perché sin da piccolo il bambino può sperimentare la sensazione di essere, in quella sfera, il padrone assoluto di sé, nonostante rimanga condizionato dalle restrizioni del mondo adulto in tutte le altre sfere. Tramite il potere del gioco, il bambino getta un ponte verso la realtà. Può così passare velocemente da una vita in cui l’adulto sceglie tutto per lui, alla libertà assoluta.

Possiamo dire che rispetto ai videogiochi, la realtà è troppo facile. Essi ci provano con ostacoli volontariamente assunti che aiutano a mettere a frutto i nostri punti di forza ed a farci sperimentare una fatica da noi scelta e non subìta. Videogiocare è un’attività che abbiamo scelto noi stessi, un’attività compensatoria faticosa che ci siamo auto-imposti di portare a termine. E, a quanto pare, la fatica (anche quella virtuale) rende felice l’uomo, a patto che non sia imposta da altri e non abbia conseguenze reali sulla sopravvivenza. Quindi, a patto che non provochi delle perdite reali.

Un gioco è un’occasione per concentrare la nostra energia, con ottimismo implacabile, su qualcosa in cui siamo bravi (o in cui diventiamo più bravi) e che ci diverte, al di là dei contenuti. Quando videogiochiamo siamo impegnati con grande intensità. Questo ci pone esattamente nella condizione mentale e fisica per generare ogni tipo di emozione. Giocare ci fa sentire onnipotenti in un contesto in cui possiamo esserlo. Ma ci fa sentire anche impotenti, mettendoci a confronto con regole e dinamiche dettate dal gioco che non possiamo controllare totalmente.

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Roberta Maglie

Amante del cinema, serie tv, tecnologia e video games, mi piace approfondire la cultura pop attraverso il battere delle mie dita sulla tastiera del MacBook. La laurea in Comunicazione mi ha dato la spinta per buttarmi nel mondo del giornalismo, dandomi così l’opportunità di riflettere sui temi più disparati.

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