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Un anno di guerra in Ucraina attraverso gli articoli di Tech Princess

Il conflitto è scoppiato il 24 febbraio 2022

Fino a poche ore prima di quell’alba del 24 febbraio 2022, storici e politologi sembravano concordi sul fatto che l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia sarebbe stata una mossa troppo azzardosa e, in definitiva, sbagliata da diversi punti di vista.

Oggi ci ritroviamo a un anno dall’inizio del conflitto russo-ucraino, e non sappiamo prevederne la fine.

Naturalmente, anche noi di Tech Princess abbiamo redatto numerosissimi articoli sull’argomento. E lo abbiamo fatto dalla nostra angolazione, individuando da subito una fortissima componente tecnologica in questa guerra. Non solo nel senso della tecnologia applicata agli armamenti, ma in quello di una guerra nella guerra condotta attraverso infrastrutture informatiche, hackeraggi, uso virtuoso o meno (ci riferiamo alle fake news) dei nuovi media, eccetera.

Tra le centinaia di nostri articoli su questo argomento, in occasione di una mesta ricorrenza – un anno di guerra in Ucraina – ne abbiamo scelti per voi alcuni emblematici.

ucraina

Le prime sanzioni tech

Un nostro articolo del 26 febbraio 2022 si riferiva alle prime sanzioni tech inflitte alla Russia da parte di Europa e Usa.

Già a poche ore dall’invasione si potevano contare due dei cosiddetti pacchetti di sanzioni, con cui le amministrazioni dei Paesi e quelle delle grandi aziende del comparto tecnologico hanno cercato, e cercano, di mettere in ginocchio Mosca.

Nel corso dei mesi, sempre più società hanno tagliato i propri servizi e chiuso le proprie aziende in Russia.

Hacker contro hacker

Ma guerra tecnologica significa anche guerra tra hacker. Ce ne accorgiamo ancora oggi, col gruppo Killnet – ideologicamente vicino a Putin – che non cessa di sferrare attacchi (per lo più solo dimostrativi) all’Italia e agli altri Paesi che appoggiano la causa Ucraina.

Ma vale anche il contrario: già il 27 febbraio 2022 rilevavamo come il gruppo di hacker Anonymous si fosse apertamente schierato dalla parte della popolazione invasa.

Tecnologia e armi

Non dimentichiamoci che la tecnologia si applica anche agli armamenti. È quanto ad esempio abbiamo scritto in un articolo, nel quale abbiamo parlato delle caratteristiche dei droni kamikaze iraniani utilizzati dall’esercito russo in Ucraina.

Aumentano i prezzi dell’energia

Un anno di guerra in Ucraina ha inciso anche sull’aumento dei prezzi di energia elettrica e gas (che ha pure altre concause). Ne abbiamo scritto svariate volte, a partire dallo scorso marzo.

E poi vi abbiamo dato conto dei vari interventi del governo per rendere meno gravoso il caro bollette.

Il ruolo dei social

Abbiamo scritto da subito come il ruolo di alcuni social, da Telegram a TikTok, sia stato quello di fornire alla popolazione assediata una comunicazione sotterranea, per organizzare sia la vita quotidiana che la resistenza.

Ma la tecnologia, lo sappiamo, non è né buona né cattiva: dipende dall’uso che se ne fa.

E così, oltre agli utilizzi meritori, le piattaforme social sono inevitabilmente diventate (anche) il veicolo di fake news. Inoltre, la loro posizione ideologica non sempre è stata trasparente. Abbiamo analizzato nello specifico il caso di TikTok, prendendo spunto da un report di Tracking Exposed.

Le bufale su Zelensky

La propaganda di Mosca, nella sua massiccia opera di disinformazione, ha preso di mira soprattutto il presidente ucraino, Volodimir Zelensky.

Questo perché Zelensky, ex attore comico, è un eccellente comunicatore. Ed è quindi ovvio che minarne la credibilità sia strategicamente fondamentale per la Russia.

Gli scivoloni

L’emotività tira brutti scherzi. E così, un anno di guerra in Ucraina è stato anche caratterizzato da gaffe di personaggi celebri via social, come quella di Roberto Saviano o l’intervento intempestivo di Elon Musk tramite Twitter.

O le assurde censure antirusse, di cui tra gli altri hanno fatto le spese Paolo Nori e (soprattutto) Fëdor Dostoevskij.

Il premio Nobel

Un forte segnale è arrivato dalla Reale accademia svedese, che lo scorso 7 ottobre ha assegnato il Nobel per la Pace 2022 a un attivista bielorusso, Ales Bialiatski, e a due associazioni per i diritti umani, una russa (Memorial) e una ucraina (Center for Civil Liberties).

Un intelligente ed equidistante premio, al di là di miopi particolarismi, che indica un solo obiettivo comune auspicabile: la pace.

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Il nodo Starlink

Abbiamo poi parlato di come a inizio conflitto Elon Musk, tramite SpaceX, abbia fornito l’Ucraina dell’Internet satellitare di Starlink.

Ma adesso, dopo un anno di guerra in Ucraina, Musk ha reclamato i costi troppo alti del suo gesto.

Ecco: come ha fatto notare la giornalista Francesca Mannocchi, il rischio è che “l’informazione cronica” sull’Ucraina produca un rigetto, e prima o poi faccia dimenticare del conflitto, dopo mesi di sovraesposizione mediatica.

Ma a Kiev, oggi come un anno fa, si combatte ancora.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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