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Splinternet, la fine dell’Internet globale

Il fenomeno della balcanizzazione di Internet si fa sempre più diffuso, creando così una molteplicità di Reti nel mondo

È convinzione comune che la Rete sia quel luogo dove più di ogni altro si esercita la libertà dell’individuo, ma lasciateci pure dire che non è davvero così. Nonostante negli ultimi anni la circolazione di informazioni sia diventata più semplice e veloce, questo non significa affatto che tutti possano usufruirne in egual modo. Anzi, tutt’altro. Di recente si è diffuso, infatti, il fenomeno dello Splinternet (split Internet), anche conosciuto come splintinternet o cyber-balcanizzazione. Una sorta di frammentazione di Internet, dovuta ai motivi più svariati: politica, nazionalismo, religione, interessi commerciali e molto altro ancora.

Questo significa che, contrariamente all’idea diffusa di una Internet globale, non esiste affatto una sola Rete per tutti i Paesi del mondo, ma che alcune tra le più grandi potenze possono goderne di una propria. Per essere più chiari, facciamo un esempio concreto di balcanizzazione della Rete.

Un esempio di Splinternet: Google Italia e Baidu

In questi giorni abbiamo cercato la parola “Tienanmen” su Google Italia, ed abbiamo notato che i primi risultati di ricerca riguardavano le proteste cinesi del 1989. Migliaia di dimostranti hanno marciato lungo le strade di Pechino per far valere i propri diritti e richiedere la libertà di stampa, ma le proteste si sono concluse con un terribile massacro dei rivoltosi da parte del governo cinese. E come potete vedere dalle foto qui sotto, Google ci restituisce una panoramica chiara dell’accaduto.

Tienanmen Google Italia risultati

Abbiamo poi effettuato la stessa ricerca su Baidu, il motore di ricerca cinese. In questo caso, cercando la parola “Tienanmen”, quello che otteniamo sono una serie di foto molto colorate della bella piazza di Pechino. Ma delle manifestazioni del 1989 non c’è traccia. Sapete perché? Proprio a causa dello Splinternet, un fenomeno di frammentazione della Rete che permette ad ogni Paese di controllare quello che vedono o leggono i propri cittadini.

Tienanmen Baidu risultati ricerca

Lo Splinternet e la censura

Era il 2001 quando Clyde Wayne Crews, un ricercatore del Cato Institute, utilizzò per la prima volta il termine Splinternet per definire il suo concetto di “Internet paralleli che potrebbero essere gestiti come universi distinti, privati ed autonomi“. Un’accezione senza dubbio positiva rispetto a quella di molti suoi colleghi, che utilizzarono questo termine per definire una potente minaccia allo status di Internet.

D’altronde, la balcanizzazione della Rete è spesso associata a episodi di censura, come abbiamo visto nel caso di Baidu. La rimozione dei risultati di ricerca relativi agli episodi di Piazza Tienanmen è frutto del “Great Firewall“, un progetto di censura e sorveglianza avviato dallo stesso governo cinese nel 1998, con l’obiettivo di bloccare la circolazione di notizie sfavorevoli per Pechino. In poche parole, è lo stesso governo a decidere cosa possono sapere o meno i suoi cittadini. Stando ad alcuni dati, sarebbero ben 10 mila le censure al giorno in Cina.

Lo Splinternet nella società moderna

Una limitazione della libertà che mai ci si sarebbe aspettati di vedere nel 2021, ma che colpisce invece molti Paesi al mondo. Etiopia, Corea del Nord, Bielorussia, Iran, Siria, Arabia Saudita, Russia e Vietnam sono solo alcuni dei governi che scelgono di ricorrere alla censura delle notizie in Rete. Nel corso del 2020 si sono poi aggiunti a questo elenco anche Sudan e Camerun, Guinea, Ciad e India, che ha bloccato ben 59 App cinesi per via di problemi politici tra i due Paesi. Per non parlare degli Stati Uniti, dove Donald Trump ha attuato una politica piuttosto restrittiva nei confronti delle App cinesi.

Ma ci sono esempi ben più semplici che hanno segnato la storia di questa frammentazione della Rete. I contenuti digitali che i cittadini inglesi possono ascoltare tramite l’iPlayer della BBC, ad esempio, non sono disponibili per i tedeschi. E così pure i 50000 libri disponibili gratuitamente per i Norvegesi, ammesso però che li leggano trovandosi in Norvegia. Non solo azioni di censura, ma anche una semplice gestione privata della Rete da parte dei governi.

È abbastanza chiaro, quindi, che il fenomeno dello Splinternet stia diventando sempre più diffuso nella società moderna. I governi controllano le proprie Reti nazionali e fanno di tutto per impedire ai cittadini l’accesso a notizie scomode. Vediamo allora come funziona davvero il Great Firewall in Cina, considerato uno dei modelli di riferimento della censura su Internet nel mondo.

velocità connessione internet panda

Il Great Firewall cinese

Se apri la finestra per l’aria fresca, devi aspettarti che qualche mosca voli all’interno“. La tradizione vuole che il progetto di censura di Internet da parte del governo cinese abbia preso ispirazione da questa frase di Deng Xiaoping. Si tratta di un politico piuttosto noto in Cina, a cui si deve un’importante riforma che ha aperto l’economia del Paese agli investitori stranieri. Ma questa sembra essere stata la sola apertura del governo, che ha cercato in ogni modo di tenere i cittadini lontani dall’informazione proveniente dalle altre nazioni.

Nasce così il progetto “Great Firewall“, con l’obiettivo di impedire ai cinesi l’accesso ad alcuni indirizzi IP e ai contenuti che vi si trovano. Era il 1998 quando il programma prese forma, anche se venne attuato definitivamente soltanto nel 2006. A partire da quel momento in poi, la Rete della Cina ha cominciato ad assomigliare più ad una Intranet che ad altro. Non ci sono compagnie telefoniche straniere e il traffico dati rimane all’interno del territorio nazionale, attentamente controllato. Stando ad un report rilasciato da Oracle qualche anno fa, la totalità dei pacchetti dati viaggia sul territorio cinese, e nessun altro Paese utilizzata le rete della Cina per far viaggiare i propri dati.

Questo significa che la Cina potrebbe staccarsi dall’Internet globale quando vuole, perché sostanzialmente autosufficiente quanto a dati e altro. Ma anche la Russia e il Kazakistan si stanno muovendo in questa direzione da oramai qualche tempo. Risulta chiaro, quindi, che Internet si sta frammentando. A breve potrebbe non esistere più una Rete globale, ma potremmo dover assistere ad una molteplicità di Internet nel mondo. Questa è la minaccia dello Splinternet e della balcanizzazione di Internet a cui stiamo lentamente andando incontro.

Quindi ci dispiace se abbiamo infranto i vostri sogni, ma questa non è ancora una Rete libera e globale. E chissà se mai lo sarà.

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Chiara Crescenzi

Editor compulsiva, amante delle serie tv e del cibo spazzatura. Condivido la mia vita con un Bulldog Inglese, fonte di ispirazione delle cose che scrivo.

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