La corsa contro il tempo è aperta, sia da parte delle case automobilistiche che devono adattare le linee di produzione per moltiplicare i modelli elettrici, sia anche per enti e operatori pubblici. La posta in gioco è alta. Dal 2035, come ampiamente risaputo, sarà possibile acquistare solo auto con motore elettrico. Questo in pratica significa che la rete delle stazioni di ricarica dovrà essere il più fitta possibile.
Mentre le stazioni di ricarica piano piano stanno spuntando lungo le autostrade e nei parcheggi dei supermercati, anche i centri urbani devono cominciare ad essere attrezzati. È qui che entrano in gioco i punti di ricarica di Ubitricity. Questa filiale del gruppo Shell ha sviluppato per la Francia una scatola chiamata Étoile, che viene installata sul lampione esistenti e lo rende una stazione di ricarica.
Stazione di ricarica collegata al lampione: l’idea vincente per espandere la rete
L’idea è geniale: non c’è bisogno di installare terminali dedicati, che è costoso e richiede pesanti lavori stradali. Queste “scatole magiche” sfruttano la rete elettrica che alimenta il lampione, consentendo loro di fornire una potenza massima di 5,5 kW. Il sistema sviluppato da Ubitricity è progettato per ricaricare un veicolo quando il proprietario non dispone di un garage con una presa adeguata. Cosa comune per chi vive in città.
L’autista può pagare la ricarica leggendo un codice QR con il proprio smartphone. La ricarica ad hoc funziona quindi senza registrazione o abbonamento. Ubitricity offre anche un sistema di abbonamento ai fornitori di servizi. Questi terminali sono già installati in diversi paesi in Europa, ma soprattutto sono ormai capillari in Germania e Regno Unito. Ora sono sbarcati in Francia nella zona di Calais, e la speranza è di vederli presto anche in Italia.
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