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Google Privacy Sandbox, primo ok per il ‘sostituto’ dei cookies

Il Regno Unito approva 'in principio' il piano di Google per il tracciamento

Arriva la prima approvazione per il piano di Google per lasciarsi alle spalle i cookies di terze parti, noto come Google Privacy Sandbox. Il progetto ricevere l’OK dell’antitrust del Regno Unito, che ha affermato che in principio i nuovi standard non dovrebbero ledere la competizione.

Primo OK per Google Privacy Sandbox dall’UK

Solo il mese scorso, Google aveva abbandonato un nuovo approccio chiamato FLoC, per sostituirlo con un sistema chiamato Topics API. Quindi il progetto di superamento dei cookies da parte di Google, per permettere pubblicità personalizzate che però tutelino la privacy, è ancora nelle prime fasi di sviluppo.

Ma oggi la CMA (Competition and Markets Authority) del Regno Unito ha approvato in principio Google Pirvacy Sandbox. Sottolineando che “supervisionerà Google per assicurarsi che il Privacy Sandbox sia sviluppato in modo da beneficiare i consumatori”.

Google

Questo passaggio formale ha conseguenze importanti. Google ha accettato di sviluppare la tecnologia in maniera trasparente e pubblicando i risultati sui test. L’azienda ha altresì accettato di non rimuovere i cookies di terze parti fino a quando la CMA non avrà approvato la nuova tecnologia.

Se infatti da un lato gli utenti vorrebbero un sistema pubblicitario che non sia lesivo della privacy, alcuni critici hanno espresso perplessità riguardo la libertà del mercato. La nuova tecnologia potrebbe legare ancora più strettamente gli inserzionisti a Google, rendendo più complicato mantenersi indipendenti.

Inoltre, Google ha assicurato l’estate scorsa che una volta rimossi i cookies di terze parti durante la navigazione su Chrome e nei sistemi Android, avrebbe rimosso anche i tracker che lei stessa usa, per evitare di avere un vantaggio strategico enorme. Il controllo delle autorità antitrust serve per assicurarsi che mantenga anche questa promessa. Altri browser e sistemi operativi hanno bloccato il tracciamento dei cookies, ma la predominanza di Google nel mercato pubblicitario rende particolarmente delicata la questione.

Il metodo FLoC (Federated Learning of Cohorts) avrebbe secondo i critici creato problemi per la privacy, tanto che Edge e Firefox hanno rifiutato di usarlo. Topics API invece dovrebbe raccogliere cinque dei nostri interessi per salvarli nel browser, in modo da avere pubblicità personalizzata ma non lesiva della privacy. Resteremo a vedere se questo metodo funzionerà, vi terremo aggiornati sugli sviluppi. L’obiettivo è di bloccare i cookies entro la fine del 2023.

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Source
The Verge

Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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