In questi giorni si sta sentendo parlare molto del sistema SWIFT, legato alle banche e all’attuale invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Ma di cosa stiamo parlando di preciso? Come funziona? Perché è importante? Ecco la risposta a queste e altre domande.
Il sistema SWIFT
Quando parliamo di SWIFT stiamo usando un nome che può identificare varie cose. La prima è una cooperativa: il nome SWIFT è infatti una sigla, e sta per Society of Worldwide Interbank Financial Telecommunication (tradotto, Società per la Telecomunicazione Finanziaria Interbancaria Mondiale). Il nome descrive abbastanza bene la natura di questa società, fondata nel 1973, che agisce come intermediario finanziario per quasi tutte le banche nel mondo.
SWIFT, o meglio la SWIFTNet, è anche il nome del sistema e della rete su cui avvengono le comunicazioni finanziarie tra le banche, intermediate dalla omonima società. In pratica agisce come una piattaforma di messaggistica attraverso la quale banche diverse possono “parlarsi” per portare a termini trasferimenti di denaro o altri asset finanziari. I messaggi, che utilizzano il cosiddetto codice SWIFT, contengono le istruzioni per questi trasferimenti, tra cui la provenienza, la destinazione e le identità degli istituti coinvolti.
SWIFT non è l’unica rete di questo tipo, ma è sicuramente la più importante e diffusa, tanto da essere diventata un vero e proprio standard. Nel 2021 i membri, ovvero le banche e le istituzioni finanziarie, collegate a SWIFT erano più di 11mila in più di 200 paesi, per una media giornaliera di 42 milioni di messaggi.
SWIFT e la Russia
Il nome SWIFT, per quanto già da prima rilevante, è arrivato al centro dell’attenzione mediatica in questi giorni in relazione all‘invasione dell’Ucraina da parte della Russia. A seguito di una decisione congiunta presa da UE, Regno Unito, Canada e USA, alcune banche russe sono state infatti sconnesse dalla rete SWIFT, ovvero sono state tagliate fuori dal sistema bancario internazionale e dalla possibilità di effettuare transazioni.
Tra gli altri effetti, l’esclusione da SWIFT rende quasi impossibili le importazioni e le esportazioni e potrebbe paralizzare la banca centrale della Russia, impedendogli di liquidare i suoi asset. Questa mossa, insieme alle sanzioni internazionali, è parta di una strategia di deterrenza economica che potrebbe portare la Russia a riconsiderare l’avanzata militare in territorio ucraino.
Non perfetto
Non si tratta comunque di una mossa costo zero per il resto dei paesi. Oltre ad una interruzione dei rapporti economici con la Russia, diverse banche europee hanno rilasciato negli anni miliardi di euro di credito a soggetti russi, soldi che in questo momento, anche volendo, sarebbero difficili da recuperare, in assenza della rete SWIFT.
Essendo state escluse solo alcuni istituti, le banche russe ancora dentro il sistema potrebbero diventare un punto di appoggio per quelle colpite, rendendo di fatto meno efficace la misura. Senza contare infine l’esistenza di piattaforme di messaggistica alternative, come la russa SPFS e la cinese CIPS, per ora meno diffuse, ma che potrebbero essere rafforzate a seguito di queste sanzioni.
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