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La mobilità di TIER piace non solo ai giovani e conquista anche Google

Stiamo assistendo alla rivoluzione della mobilità che include anche la “micromobilità”, il gioco di parole è per introdurre la mission di TIER, uno dei protagonisti europei del settore dello sharing. Abbiamo fatto due chiacchiere con Saverio Galardi, General manager per l’Italia di TIER la gamma dei veicoli elettrici quali monopattini, e-bikes e motorini, tutti alimentati da una innovativa e propria rete energetica. In Italia l’espansione al momento coinvolge Palermo, Bari, Trento, Roma, Milano, Reggio Emilia, Modena, Monza, Torino e Parma. Il piano di crescita fin ogni modo prevede altre tappe.

La nostra intervista a Saverio Galardi, General manager per l’Italia di TIER

TIER Italia

Il mercato italiano è riuscito a integrarsi all’idea del monopattino sharing?

“Se qualche anno fa i monopattini elettrici erano dei mezzi semi-sconosciuti in Italia, oggi sono una realtà affermata. Secondo noi, infatti, il mercato italiano è riuscito quindi a integrarsi all’idea del monopattino in sharing soprattutto grazie alla sinergia tra aziende, Stato italiano e Comuni che hanno fissato regole ben chiare riguardo la circolazione dei monopattini e delle biciclette elettriche. Molti passi avanti, però, sono ancora da fare. Per noi la sicurezza degli utenti della strada è fondamentale quindi, oltre ai tutorial in-app e alla comunicazione relativa alla sicurezza nell’app TIER, investiamo anche in eventi di sicurezza per educare e informare i nostri utenti sulla guida sicura dei mezzi elettrici”.

Quali sono le città italiane dove lo sharing ha successo?

“TIER è arrivato in Italia, a Roma per l’esattezza, a dicembre del 2021 con una flotta di 1.000 monopattini elettrici e 1.800 e-bike. Ad oggi sono circa 7.000 i veicoli elettrici operativi in tutt’Italia, tra monopattini ed e-bikes. Le 10 città in cui stiamo operando sono Torino, Milano, Roma, Parma, Monza, Palermo, Bari, Reggio Emilia, Trento, Modena, e il clima riscontrato in tutte le città è più che positivo. La chiave per garantire un’alta qualità nel servizio è da sempre la stretta collaborazione con le Amministrazioni locali. TIER investe nei propri mezzi per renderli sempre più comodi e sicuri e fornisce ai Comuni dati su base continuativa riguardo le aree di maggior utilizzo e i tracciati maggiormente percorsi”. 

Perché è così importante la sharing mobility?

“La sharing mobility permette a più persone di condividere un mezzo a noleggio per fare dei tragitti senza optare per il mezzo privato, sia esso un’automobile o un motorino. Partendo dal presupposto che il leit motiv di TIER è quello di abbracciare la sostenibilità, studiare e aggiornare costantemente i propri modelli, guardando all’innovazione e a soluzioni all’avanguardia, credo che adottare un approccio di micromobilità in sharing per gli spostamenti urbani di corto-medio raggio contribuisca a plasmare inevitabilmente il tessuto urbano delle principali città italiane rendendole più sostenibili e puntando a un futuro a zero emissioni e con meno traffico. L’introduzione della micro-mobilità nelle città è fondamentale per portare valore aggiunto al territorio e potenziare la mobilità urbana. Grazie alla collaborazione tra aziende e amministrazioni le città in cui sono già presenti i mezzi elettrici in sharing hanno trasformato il proprio sistema di trasporto urbano, diventando più sicure ed ecologiche”.

Ci spieghi qual è la mission di TIER e perché scegliere di noleggiare i suoi monopattini?

“Il nostro claim è “Change mobility for Good” che in italiano si traduce con “Cambia la mobilità una volta per tutte”. Con questa frase, TIER vuole trasmettere la sua mission, ovvero quella di migliorare radicalmente la mobilità urbana, fornendo agli utenti una gamma di veicoli elettrici come i monopattini e le biciclette. L’obiettivo finale di TIER, quindi, è quello di aiutare le città a ridurre la loro dipendenza dalle automobili. TIER, inoltre, si differenzia per la sua attenzione verso l’ambiente. Già dal 2020, infatti, abbiamo raggiunto l’obiettivo di diventare un’azienda “climate neutral”: ciò vuol dire che le nostre attività non hanno alcun impatto negativo sul cambiamento climatico”.

Quali sono i nuovi orizzonti futuri di TIER?

“Sicuramente, puntiamo a riaffermare la nostra presenza nelle città in cui siamo già presenti con in nostri mezzi in sharing. Per noi è fondamentale fornire un servizio multimodale che permetta a chiunque di usufruire del veicolo in sharing più vicino che preferisce introducendo nelle nostre flotte anche le e-bikes. Vogliamo contribuire al decongestionamento del traffico nelle città e fornire agli utenti un’alternativa ecologica all’auto per gli spostamenti urbani. Nei piani futuri, inoltre, c’è il desiderio di espanderci: vorremmo raggiungere tutte le altre città italiane che dimostrano di voler sostenere e promuovere la micromobilità sostenibile per i loro cittadini”.

Saranno introdotti nuovi prodotti? 

“Al momento, la nostra priorità è quella di affermare l’inserimento delle bici e dei monopattini elettrici all’interno del mercato italiano. Avere un servizio multimodale all’interno delle città, infatti, permetterebbe a più persone di raggiungere la propria destinazione in modo smart e sicuro rispettando al contempo l’ambiente. Un altro grande obiettivo di TIER è quello di soddisfare a 360° le necessità di tutti i cittadini e per renderlo possibile stiamo continuando a monitorare i nuovi trend tecnologici nell’ambito dei veicoli elettrici per la mobilità urbana. Per garantire la sicurezza stradale, inoltre, stiamo testando una nuova tecnologia assistiva basata su un display visivo del computer in grado di rilevare infrazioni stradali. I conducenti che violano le regole e i regolamenti verranno avvisati e potrebbero essere multati o banditi dalla guida”.

Qual è l’utente tipo, che sceglie e utilizza i prodotti TIER?

“Stiamo facendo grandi sforzi per poter arrivare, quanto più possibile, a tutte le tipologie di utenti che abbiano necessità di muoversi in città in tempi rapidi e in modo sostenibile. Tuttavia, abbiamo una prevalenza di utilizzo dei nostri mezzi da parte di un pubblico maschile, sui 30 anni di età, che usa i nostri mezzi prevalentemente per spostamenti di lavoro e tempo libero”.

Casco sì, casco no, continua la lotta. Per guidare un monopattino servirà?

“Attualmente la normativa nazionale approvata a novembre del 2021 non prevede l’obbligo del casco per gli utenti maggiorenni alla guida dei monopattini. Alcune città però lo hanno imposto a livello locale, come Genova. Noi riteniamo che il casco sia un importante dispositivo di protezione individuale per il quale ne incentiviamo sempre l’utilizzo e lo offriamo su circa la metà della nostra flotta grazie ad un box che ne contiene uno pieghevole. Ora è difficile dire cosa accadrà alla normativa nazionale dopo le elezioni del 25 settembre”.

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Barbara Crimaudo

Giornalista tester di due e quattro ruote, con il pallino dell'informatica.

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