Tesla è il marchio più chiacchierato del momento.
Del resto come si suol dire “nel bene o nel male, basta che se ne parli“.
E tra rivali annunciate della Model 3 come la BMW i4 e speculazioni sulla salute dell’azienda, ora la Casa fondata da Elon Musk deve affrontare un nuovo ostacolo.
Infatti in California, uno dei mercati principali delle vetture elettriche americane, David Rasmussen, un cliente californiano, ha fatto causa al marchio americano, formando nel contempo una class action che riunisce molti utenti delusi.
Ma perchè ha fatto causa a Tesla? Non gli piaceva più il tablet centrale?
L’accusa portata in aula, del resto, è piuttosto grave.
La class action imputa a Tesla di aver ridotto deliberatamente a un numero ancora imprecisato di Model S e X (secondo gli avvocati sono potenzialmente “migliaia di unità”) la capacità delle batterie, e di coseguenza l’autonomia, fino a 60 km.
Secondo gli avvocati, questo aggiornamento ha colpito un gran numero di Model S e X di “vecchia generazione”, prodotte presumibilmente fino al 2016.
Due esempi di cosa intendiamo…
Il principale accusatore, Rasmussen, dichiara di aver notato una riduzione della capacità della sua Model S P85 di circa 8kWh dopo l’aggiornamento incriminato.
Questa perdita di capacità, però, è stata giudicata “di normale usura” secondo il Servizio Clienti Tesla, e del tutto scollegata dall’aggiornamento.
Un altro cliente Tesla, Nick Smith, ha dichiarato in un’intervista di essere molto deluso dal Servizio Clienti della Casa americana.
Questo risponde con pigrizia e scarsa professionalità alle sue chiamate e alle sue mail, e non lo ha ancora informato dell’esatto problema che ha colpito la sua auto e di quale sia la soluzione.
“È come se in un’auto a benzina aveste un serbatoio da 50 litri e da un giorno all’altro questo vi venisse ridotto a 25 senza il vostro permesso” ha dichiarato in un’intervista.
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È l’unico sfortunato ad aver subito questo aggiornamento-killer?
Purtroppo, però, non è l’unico ad aver notato questo crollo.
La perdita di capacità delle batterie, infatti, è diventato un vero e proprio trending topic nei forum Tesla di tutto il mondo.
Secondo molti utenti, Tesla ha effettuato un aggiornamento over-the air per costringere i clienti a fare più soste per ricaricare, per creare una sorta di obsolescenza delle proprie auto, visto che le auto fino al 2016 hanno diritto a ricariche gratuite a vita dai Supercharger.
Tesla, naturalmente, ha respinto con decisione queste accuse, ma cerchiamo comunque di fare un po’ di chiarezza sulla vicenda.
Perchè allora Tesla ha rilasciato questo aggiornamento?
Ad aprile di quest’anno, infatti, una Model S ha preso fuoco a Hong Kong in un parcheggio sotterraneo, sembra a seguito di un fenomeno di autocombustione spontanea.
Dopo questo gravissimo incidente (per fortuna senza vittime), gli ingegneri americani hanno fatto molte ricerche sull’accaduto, e la Casa corse ai ripari rilasciando un aggiornamento OTA che rivedesse i settaggi di ricarica e di controllo delle temperature delle batterie.
Tesla dichiarò che gli obiettivi di quell’aggiornamento furono di “aiutare a proteggere meglio le batterie e migliorare la loro longevità”.
Un mese più tardi, Tesla ha dichiarato di aver notato il calo di autonomia solo in un ristretto numero di unità, e che avrebbe provveduto a migliorare l’aggiornamento, precisando però che l’autonomia e l’andamento della ricarica dipendono da molti fattori che esulano dall’aggiornamento.
Questo, però, sembra essere smentito da molti clienti che, dopo l’aggiornamento, non hanno più visto le loro auto raggiungere il 100% di carica. Alcuni hanno presentato ricorso, mentre altri hanno direttamente venduto le auto. Altri utenti, infine, hanno direttamente disabilitato il Wi-Fi per evitare l’arrivo di altri aggiornamenti.
L’accusa: “Tesla ha manomesso di proposito la capacità delle batterie”
L’accusa ci va pesante nei confronti di Tesla: ecco riportato il testo della causa.
“Dietro la scusa della ‘sicurezza’ e dell’aumento della ‘longevità’ delle batterie delle auto che rappresentiamo, Tesla ha manomesso di proposito il software per evitare i suoi doveri e i suoi obblighi contrattuali verso i clienti di riparare, correggere o sostituire le batterie delle vetture coinvolte. Tesla sapeva che ognuna di queste auto (delle auto rappresentate, ndr.) fosse difettosa, e nonostante ciò ha rifiutato di informare i propri clienti dei difetti.”
Ancora, l’accusa si concentra sulla recente ondata di Model S e X a fuoco, e affermano che al posto di informare come si deve i propri clienti del potenziale “rischio flambè”, la compagnia “ha scelto di agire alle spalle dei propri clienti e usare aggiornamenti software e limitazioni alla batteria per evitare responsabilità“.
La risposta di Tesla: “è estremamente raro che prendano fuoco”
La risposta della Casa di Elon Musk non si è fatta attendere.
Infatti nel suo “Vehicle Safety Report” Tesla riporta che i casi di incendio delle vetture americane sono “eccezionalmente rari”.
Nel periodo che va dal 2012 al 2018 Tesla afferma che per ogni 170 milioni di miglia percorse approssimativamente una sola Tesla abbia preso fuoco.
Questo dato va messo in correlazione con i dati della National Fire Protection Association e del Dipartimento dei Trasporti statunitense. Questi due istituti riportano un rapporto di un’auto a fuoco ogni 19 milioni di miglia percorse, prendendo in esame tutti i veicoli, non solo Tesla.
Solo a maggio, infatti, Tesla dichiarava che le sue auto hanno una probabilità di prendere fuoco 10 volte inferiore rispetto alle auto tradizionali.
8 anni di garanzia: vi fanno dormire sonni tranquilli?
In Italia, Tesla garantisce una garanzia di 8 anni sul motore e pacco batterie, con chilometri illimitati per le Model S e Model X, e un limite di 160000 km per le Model 3 (172 mila per le Long Range).
Non sarà certamente l’ultima volta che sentiremo parlare di questo “battery-gate” sulle auto Tesla, e chissà che non colpisca altri produttori.
E voi? Cosa ne pensate? Siete “tipi da Tesla”? Pensate che l’azienda di Elon Musk abbia dimostrato disonestà? Oppure vi fidate ancora del costruttore americano e della garanzia? Pensate che queste accuse siano campate in aria?
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