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La bufala della settimana: il camion e il ponte Morandi

Per una volta, una fake news tutto fuorché grossolana

Anche questa rubrica, cari lettori, si avvia alla fine di un “glorioso” anno. Le virgolette sono d’obbligo, perché con esse intendiamo comunicare il fatto che vari complottisti, no vax, semplici burloni o pericolosi manipolatori ci hanno fornito davvero tanto materiale. Tanta fuffa, in altre parole.

Il materiale era abbondante, certo, ma di una qualità media davvero scadente. Infatti quasi ogni settimana abbiamo dimostrato come la fake news di turno fosse di solito assai grossolana. E per sbugiardarla sarebbero bastati uno sguardo un po’ acuto, una minima capacità di verificare le fonti e la tendenza a… contare fino a tre prima di credere a ciò che si legge.

Stavolta ci troviamo di fronte a una notizia ben più ardua per essere riconosciuta come menzognera. Non per nulla, infatti, è stata diffusa come autentica anche da media autorevoli. E solo nelle ultime ore si sta convergendo verso l’opinione che si tratti di una bufala.

Stiamo parlando del camion pieno di droga che sarebbe caduto dal ponte Morandi nel terribile crollo del 14 agosto 2018, quando hanno perso la vita 43 persone.

crollo ponte genova

Il camion pieno di droga sul ponte Morandi

Veniamo ai fatti. O meglio, ai fatti come sono stati presentati inizialmente da praticamente tutti i maggiori media nazionali.

La notizia, già clamorosa di suo, ha fatto ancora più scalpore perché spuntata a quattro anni dal crollo del Viadotto Polcevera, noto anche come ponte Morandi.

Un camion contenente 900 chili di hashish sarebbe dunque rimasto coinvolto nel disastro del ponte. Il mezzo era imbottito di droga destinata a un gruppo di malavitosi campani.

Le intercettazioni

Come si è arrivati a sostenere che un camion pieno di droga fosse sul ponte Morandi al momento del crollo?

Si deve tornare a un’intercettazione ambientale che risale al marzo del 2020. La scoperta è avvenuta a opera dei carabinieri del Nucleo investigativo di Gioia Tauro durante una grossa indagine antimafia, che nei giorni scorsi ha portato all’arresto di 63 persone.

Il dialogo incriminato ha coinvolto Francesco Benito Palaia, uno dei boss del clan Bellocco di Rosarno. Suo interlocutore era Rosario Caminiti, un affiliato della cosca.

Il dialogo

Il gip Vincenza Bellini ha fatto sapere che durante lo scambio i due hanno fatto riferimento a un cargo frigo imbottito di hashish, coinvolto nel crollo e destinato alla malavita campana.

Palaia avrebbe avuto il compito di recuperare il cargo. L’accordo prevedeva la spartizione della droga al 50%.

Nelle intercettazioni Palaia dice: “Allora, quando è crollato il ponte Morandi, se tu vai al primo video, è caduto un furgone. È giallo, con una cella frigorifera, il piccolino! È caduto paru (orizzontale)”. E Caminiti: “È caduto un furgone, lo so, lo so. Raccontava che voleva andarselo a prendere»”. Palaia: “Insomma, dice che i neri sanno che si è perso… noi stiamo ancora comprando da loro. Io questi 900 chili glieli voglio fottere e tu hai la possibilità di prendertelo tutto, dice… Posso fare una cosa, dico, facciamo 50 e 50, io lo vendo e il 50% te lo prendi tu, tanto non l’hai pagato”.

L’idea è quella di recuperare il frigo imbottito di droga. “Sai qual è la paura? Siccome la cella è deformata”. “Che si apra durante il trasporto”. “Hai capito! Se si aprono le pareti…”. “Ti sei giocato tutto e ti arrestano”. “Mi ha detto che va fasciato e la cella deve stare chiusa… Ogni 200 chilometri, 250… si ferma uno e fa i cricchetti… Poi mi ha detto: quanto ti devo dare per questo trasporto? Non meno di quattromila euro più Iva”.

La notizia infondata

Ma dopo qualche giorno, ecco che indagini più approfondite scoprono la verità. Nessun camion giallo pieno di droga era sul ponte Morandi al momento del crollo.

Nessuna indagine, e nessuna immagine, hanno mai fatto trapelare il fatto che un camion giallo sia transitato sul ponte Morandi in quei fatidici minuti del 18 agosto 2018.

In questo concordano la Polstrada, i Carabinieri e la Guardia di Finanza di Genova, che per 4 anni hanno indagato sul crollo. I camion coinvolti nel disastro sono stati tre: un tir che trasportava una bobina di acciaio, uno finito dentro il torrente Polcevera e un terzo che trasportava mobili (e che era bianco, non giallo).

Un camion che scompare nel nulla, diciamolo, sa di complottismo.

Una probabile lettura dei fatti

E le intercettazioni, allora?

Nessun dubbio sulla loro autenticità. È tuttavia altamente possibile che quel dialogo fosse un tentativo di giustificare il fatto che il carico di hashish, destinato alla mala partenopea, sia stato fatto sparire dalle cosche calabresi.

E per noi utenti dei nuovi e vecchi media, la lezione è di non poco conto. Quando c’è in ballo una notizia clamorosa, pur di diffonderla in tempo record anche professionisti dell’informazione possono dimenticarsi di fare tutte le verifiche del caso.

Quindi, cari lettori di Tech Princess, è sempre meglio dubitare una volta di più che una volta di meno, davanti a notizia eclatanti, specie se giungono a noi in forte ritardo.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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