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The Sandman: com’è la serie dark fantasy Netflix

La prima stagione di The Sandman è disponibile su Netflix.

Dopo tanta attesa, il Sogno diventa letteralmente realtà. Ci riferiamo al protagonista di The Sandman e del suo magico mondo, protagonista della celeberrima saga a fumetti fantasy di Neil Gaiman e da oggi anche dell’omonima serie Netflix. Un’opera a lungo attesa dai fan di un autore letteralmente saccheggiato dal cinema e dalla serialità contemporanea (Coraline e la porta magica, American Gods e Good Omens sono solo alcuni esempi), ma allo stesso tempo temuta per via dell’oggettiva difficoltà di adattare per la TV una saga dark fantasy estremamente filosofica e riflessiva, incentrata su temi come l’immortalità e il potere. Perplessità ampiamente compensate dalla notizia del coinvolgimento diretto nel progetto dello stesso Neil Gaiman e di uno sceneggiatore a suo agio con le trasposizioni fumettistiche come David S. Goyer (Blade, Batman Begins, L’uomo d’acciaio).

Anche dal punto di vista del cast, lo sforzo è stato notevole. Accanto a volti noti per Il Trono di Spade (Gwendoline Christie e Charles Dance) e veterani di cinema e televisione (Stephen Fry e soprattutto un formidabile David Thewlis), troviamo infatti Tom Sturridge, noto in particolare per il ruolo del giovane protagonista del memorabile I Love Radio Rock e apparentemente perfetto per il tenebroso e solitario antieroe al centro dell’adattamento Netflix di The Sandman. A fare da ciliegina sulla torta c’è inoltre la solida base di Preludi e notturni e Casa di bambola, i primi due volumi della serie a fumetti da cui lo show attinge a piene mani.

The Sandman: l’universo di Neil Gaiman rivive nella serie Netflix

The Sandman Netflix
Cr. Liam Daniel/Netflix © 2022

Come altre produzioni similari, l’adattamento Netflix di The Sandman trasla la storia ai nostri giorni, allungando di qualche anno la prigionia di Morfeo. Il Signore del Regno dei Sogni, membro degli Eterni, nel 1916 viene imprigionato a seguito di un equivoco dal negromante Roderick Burgess, desideroso di estorcere al protagonista il potere dell’immortalità. Dopo 105 anni di prigionia e isolamento, Sogno riesce a liberarsi e a tornare nel suo regno, che trova però profondamente cambiato. Il mondo magico e incantato che aveva forgiato ha lasciato spazio a un territorio in rovina e spopolato. Comincia così una lunga e difficoltosa opera di ricostruzione, scandita dalla ricerca degli oggetti che gli sono stati sottratti e costellata da un insieme di creature complesso e variegato. Fra queste, spiccano gli altri membri dei già citati Eterni (Distruzione, Delirio, Disperazione, Destino, Desiderio e Morte) e pericolosi nemici.

Lo sforzo produttivo di Netflix per The Sandman è evidente. Il livello tecnico e scenografico dello show non ha infatti nulla a che vedere con le lavorazioni platealmente al risparmio che popolano i cataloghi delle piattaforme. Si percepisce inoltre la passione dietro al progetto, garantita dalla presenza di Neil Gaiman e dalla sincera volontà di rendere giustizia a un’opera indelebilmente scolpita nell’immaginario fantasy. The Sandman riesce inoltre a evitare il pericolo più grande di questa operazione, cioè la banalizzazione della solida e intricata componente psicologica che costituisce l’ossatura del fumetto. Purtroppo, tutto questo non basta per fare dello show un prodotto completamente riuscito.

Una resa visiva che non convince

The Sandman Netflix
Cr. Laurence Cendrowicz

A fiaccare The Sandman, non sono le scelte in ottica inclusiva del cast che hanno fatto storcere il naso ai puristi del fumetto (ci riferiamo soprattutto a Kirby Howell-Baptiste nel ruolo di Morte e alla momentanea assenza di John Constantine), che testimoniano invece la volontà di rendere lo show al passo coi tempi. Nonostante un’ampia e approfondita introduzione, la serie può risultare ostica soprattutto per i neofiti del mondo di Gaiman, che faticheranno non poco a entrare in connessione col racconto e coi personaggi. Le varie sottotrame non giovano inoltre al ritmo, al punto che si ha più volte la sensazione che la storia proceda per blocchi, enfatizzati da artifici narrativi fin troppo evidenti.

A non convincere è poi la resa visiva di The Sandman, nonostante gli evidenti sforzi in merito: la cornice in cui si muovono i personaggi è troppo pulita, ovattata e sognante rispetto ai temi trattati e alle stesse tavole di Gaiman. Un’operazione che funziona per i frequenti inserti puramente fantasy, ma che appiattisce la forza di un racconto basato anche sulle asperità e sulle sfumature. Lo stesso Tom Sturridge offre una prova efficace e funzionale, ma è più volte relegato sullo sfondo, con il conseguente depotenziamento della tortuosa e frastagliata parabola del suo personaggio. Anche se la resa complessiva è ben superiore a quella di adattamenti controversi come quello di Death Note, la strada che separa The Sandman dalle legittime ambizioni di show di punta di Netflix (alla Stranger Things per intenderci) è ancora lunga e tutta da scrivere.

The Sandman: ci sarà una seconda stagione?

Cr. Courtesy of Netflix

Non è tutto da buttare, anzi. La potenza dell’universo di Gaiman riesce a resistere a qualche pigrizia di troppo nell’adattamento fra media diversi e alla standardizzazione visiva comune a molte produzioni Netflix. Nel corso degli episodi conclusivi di questa prima stagione si nota inoltre un deciso miglioramento in termini di pathos e coesione narrativa. Dopo un’introduzione fin troppo meccanica e ingessata, The Sandman potrebbe quindi trovare nella seconda stagione (comunque auspicabile) terreno fertile per uno sviluppo più vitale e meno succube del materiale originale.

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Marco Paiano

Tutto quello che ho imparato nella vita l'ho imparato da Star Wars, Monkey Island e Il grande Lebowski. Lo metto in pratica su Tech Princess.

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