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Crew Dragon 3 di SpaceX è partita verso la Stazione spaziale

Il decollo poche ore dopo il rientro di Crew Dragon 2

Appena il tempo di fare rientrare Crew Dragon 2 e un’altra navetta di SpaceX, la Crew Dragon 3, è decollata alla volta della Stazione spaziale internazionale.

Il lancio è avvenuto alle 3.03 (ore italiane) di giovedì 11 novembre, e l’arrivo alla Stazione spaziale è previsto per le ore 13.10.

Elon Musk sembra sempre più padrone dello spazio, anche in virtù di un accordo con la Nasa. E della causa persa dal più celebre competitor di SpaceX, Blue Origin di Jeff Bezos, proprio con stessa agenzia aerospaziale degli Stati Uniti. In ballo c’era nientemeno che l’assegnazione del contratto per il lander lunare.

Proseguono dunque i voli di SpaceX alla volta della Stazione spaziale internazionale. Martedì 9 novembre, al largo della Florida, c’è stato l’ammaraggio della Crew Dragon 2. Il cui equipaggio, composto da quattro astronauti, è rimasto per 200 giorni sulla Stazione spaziale.

E l’11 novembre, a soli due giorni di distanza, a decollare è stata la Crew Dragon 3. Vediamo più da vicino come è avvenuto il finora ultimo lancio di una navetta di SpaceX.

spacex

Il decollo di Crew Dragon 3

Erano le 21.03 dell’ora locale (le 3.03 italiane) dell’11 novembre quando dal Kennedy Space Center di Cape Canaveral, sulla costa orientale della Florida, la Crew Dragon 3 è stata lanciata con successo dal pad 39A. La navetta era fissata a un razzo Falcon 9, già utilizzato lo scorso giugno.

L’arrivo alla Stazione spaziale internazionale è previsto per le ore 13.10 (ore italiane), e l’apertura dei portelloni è attesa per due ore dopo. L’equipaggio rimarrà sulla Stazione spaziale per un periodo di poco inferiore a quello della missione appena rientrata: 180 giorni.

Gli astronauti avranno il compito, tra l’altro, di condurre esperimenti sulla possibilità di far crescere le piante nello spazio senza suolo o altri mezzi di crescita, e altri sulla costruzione di fibre ottiche in microgravità. Condurranno inoltre delle passeggiate spaziali per completare un aggiornamento dei pannelli solari della Stazione spaziale.

Rivestiranno anche il curioso ruolo di “padroni di casa” all’arrivo delle due attese missioni turistiche: un gruppo di visitatori giapponesi a bordo di una navicella russa Soyuz (l’arrivo è previsto alla fine del 2021) e l’equipaggio della Space-X Axiom, il cui lancio è programmato tra il gennaio e il febbraio del prossimo anno.

Il rinvio del decollo

Si tratta della terza missione commerciale frutto dell’accordo tra la Nasa e SpaceX.

Il decollo della missione era inizialmente previsto per il 31 ottobre. Ma è stato rimandato una prima volta per maltempo a mercoledì 3 novembre. Tuttavia anche quella data è saltata, per un “problema medico minore” che ha riguardato uno dei membri dell’equipaggio. La Nasa non ha voluto fare il nome dell’astronauta, ma ha precisato che non si è trattato in alcun modo di un problema legato al Covid.

L’equipaggio

Anche stavolta gli astronauti coinvolti nella missione saranno quattro. E anche stavolta uno di loro rappresenterà l’Agenzia spaziale europea.

Al comando dell’Endurance (questo il nome dell’astronave) ci sarà Raja Chari, affiancato dal pilota Tom Marshburn e dalla specialista di missione Kayla Barron. A questi tre astronauti statunitensi della Nasa si aggiunge lo specialista di missione tedesco Matthias Maurer dell’Esa (Agenzia spaziale europea).

Raja Chari, un colonnello della US Air Force, è al suo primo viaggio spaziale. Il medico Tom Marshburn ha già compiuto due missioni: una a bordo di uno Space Shuttle nel 2009 e una in un veicolo spaziale russo Soyuz a cavallo tra il 2012 e il 2013. Kayla Barron è stata ufficiale di guerra per la Marina. E Matthias Maurer, ingegnere di scienze dei materiali, è il dodicesimo tedesco nello spazio.

Elon Musk

SpaceX e la Nasa

Il decollo della Crew Dragon 3 fa parte, come detto, della partnership tra la Nasa e SpaceX.

Elon Musk sembrava in clamoroso ritardo quando, lo scorso luglio, nel giro di pochi giorni prima Richard Branson e poi Jeff Bezos avevano in un certo senso inaugurato il turismo spaziale.

Ma Musk aveva risposto alzando addirittura il tiro: con la missione Inspiration4 aveva organizzato (e concretizzato) il primo volo spaziale composto unicamente da civili, senza astronauti professionisti a bordo.

E ora, l’accordo con la Nasa che – al contrario – pare avere voltato le spalle a Blue Origin di Bezos.

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Sulla Luna nel 2025

Proprio la causa persa da Blue Origin, che avrebbe voluto offrire il lander per la missione lunare, è uno dei due motivi alla base della recente dichiarazione della Nasa. Secondo cui la data del suggestivo ritorno dell’uomo sulla Luna dovrà essere posticipata di un anno: non più il 2024 ma il 2025.

L’altro motivo andrebbe ricercato nelle modifiche al cronoprogramma dell’agenzia aerospaziale Usa, per i problemi legati alla pandemia da Covid-19.

Elon Musk, intanto, gongola.

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Autore

  • Claudio Bagnasco

    Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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