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Call of Duty: Black Ops 4 – le tre vie del Multiplayer | Recensione

Lo sparatutto di Activision torna con un pacchetto per il multiplayer più ricco che mai

E venne la Battle Royale

La novità che sicuramente tutti aspettavano è la nuova modalità Black Out, ossia il Battle Royale in salsa Call of Duty. Una volta addentratici in questa novità assoluta, vediamo subito come tutto appaia familiare, soprattutto ai giocatori di PUBG piuttosto che a quelli di Fortnite.

Le differenze sono davvero minime rispetto a Player’s Unknown Battleground, se togliamo la grafica ovviamente migliore e un frame rate più stabile. Potremo decidere se giocare da soli, in coppia o in un gruppetto di quattro e dopo una fase di riscaldamento verremo catapultati sull’ampia mappa di gioco. Una volta atterrati dovremo arraffare equipaggiamento il più velocemente possibile, per poi stare attenti a non essere uccisi, senza neanche accorgercene, da altri giocatori con una posizione tattica migliore. Anche qui la mappa si restringerà e dovremo cercare di muoverci verso il centro del cerchio della zona sicura fino a quando non ne resterà soltanto uno.

L’equipaggiamento funziona a grandi linee come per il titolo citato prima, che ha reso famoso il genere: potremo equipaggiare diverse modifiche alle armi, se compatibili, e potremo indossare armature, zaini per aumentare la capienza e oggetti di cura.

I ritmi, ovviamente, saranno meno frenetici rispetto alle modalità classiche e la tattica e la ponderazione di ogni movimento la faranno da padrone, pena un game over precoce e il ritorno allo schermo di selezione per una nuova partita.

Non mancheranno i mezzi di locomozione: fra jeep, elicotteri e barche sarà possibile spostarci velocemente per la mappa con il rischio, però, di essere individuati e attaccati di sorpresa. Unica novità degna di nota di questa modalità è la presenza in alcuni punti degli zombie, che potranno dare più di un grattacapo ai giocatori.

Giocare a Black Out è, alla prima partita, come giocare a un altro titolo e anche la grafica del gioco subisce un certo downgrade per reggere i 60 FPS all’interno di una mappa enorme come quella presente.

Certo, ci saremmo aspettati un po’ di originalità in più da un team come Treyarch, non una copia carbone di PUBG solo per sfruttare l’onda del momento. Sta di fatto che se vi piace questo tipo di modalità, in Black Out troverete ore e ore di divertimento senza troppi bug o rallentamenti. Bisognerà vedere se questa modalità riuscirà a fare breccia nel cuore dei giocatori abituati a PUBG e Fornite e ad imporsi come nuovo standard dei Battle Royale sul mercato.

Conclusioni

Sul versante tecnico Call of Duty: Black Ops 4 non fa gridare al miracolo, porta a casa il risultato con texture di buona qualità, ma non eccelse, animazioni non sempre brillanti e i suoi 60 FPS ben tenuti. COD d’altronde non è mai stato il gioco dal graficone da urlo e questa quarta incarnazione di Black Ops votata al multiplayer conferma questa tendenza.

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Il netcode invece si è dimostrato quasi sempre stabile, con alcuni piccoli problemi di disconnessione durante la modalità Battle Royale, ma che si sono verificati davvero di rado.

La direzione esclusivamente multiplayer di Call of Duty: Black Ops 4 si dimostra una scelta oculata, principalmente tenendo conto del volere popolare; chi ha amato la campagna single player ne sentirà la mancanza, ma chi preferisce invece il lato multigiocatore avrà sicuramente pane per i suoi denti per ore e ore di gioco. L’offerta comprende tre diverse modalità completamente differenti l’una dall’altra e tutte ben curate sotto ogni aspetto. Treyarch e Activision hanno dunque raggiunto un buon risultato sul versante multigiocatore, che sicuramente farà la gioia dei fan più hardcore, ma allo stesso tempo hanno dovuto sacrificare una parte di ciò che rendeva COD tale.

Call of Duty: Black Ops 4

Pro Pros Icon
  • Gunplay sempre ad alti livelli
  • Tre modalità differenti e vastissime
  • La modalità Zombie è più in forma che mai
Contro Cons Icon
  • La campagna single player ci è mancata
  • La modalità Battle Royale non apporta molte innovazioni al genere
  • Qualità grafica altalenante

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Silvio Mazzitelli

Di stirpe vichinga, sono conosciuto soprattutto con il soprannome “Shiruz”, tanto che quasi dimentico il mio vero nome. Videogiocatore incallito sin dall’alba dei tempi, adoro il mondo videoludico perché dopo tanto tempo riesce sempre a sorprendermi come la prima volta. Scrivo ormai da diversi anni di questa mia passione per poterla condividere con tutti. Sono uno dei fondatori di Orgoglio Nerd e sono anche appassionato di tutto ciò che riguarda la cultura giapponese e la mitologia (in particolare quella nordica).

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