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Covid: un’app rileva la presenza del virus dalla voce

Grazie all’intelligenza artificiale

Il fondamentale passo per contenere l’emergenza pandemica da Covid 19 è stato fatto con i vaccini. Sviluppati a tempo di record (e tuttavia sicurissimi, con buona pace della campagna di disinformazione tuttora attiva), hanno contenuto la diffusione della malattia e soprattutto mitigato la gravità degli effetti.

Ora che l’aggressività del morbo è certamente diminuita, si cercano di sviluppare diverse strategie smart e fai da te, per permettere un monitoraggio semplice e sicuro delle proprie condizioni di salute. I tamponi a uso domestico, ad esempio, sono ormai di uso quotidiano, grazie anche al loro costo finalmente calmierato.

Ma sono le soluzioni tecnologiche a essere guardate sempre con più interesse. Ad esempio, per contrastare il Covid è stata sviluppata un’app in grado di rilevare l’eventuale positività attraverso la voce.

Scopriamo come funziona l’applicazione, chi l’ha sviluppata e su quale tecnologia si basa.

test Covid smartphone

Covid: l’app che rivela la positività dalla voce

Che nei mesi più duri della pandemia da Covid le app siano servite in molti Paesi per tracciare i contatti, è cosa risaputa.

Ma ora si è fatto un grosso passo avanti: un’applicazione permetterebbe di stabilire l’eventuale positività da Coronavirus semplicemente dalla voce.

Ad affermarlo è un gruppo di ricercatori dell’Institute of Data Science della Maastricht University, nei Paesi Bassi.

Il team ha infatti sviluppato un’applicazione che, grazie all’intelligenza artificiale, stabilisce dalla voce se una persona ha o meno il Covid. E lo fa con un’accuratezza dell’89%, come spiega Wafaa Aljbaw nella ricerca pubblicata lunedì 5 settembre.

Un metodo sicuro ed economico

A proposito dei tamponi nasali fai da te, diversi studi parlano di un’affidabilità di poco superiore al 50%.

Il test del Covid tramite app, presentato al Congresso internazionale della European Respiratory Society a Barcellona, sarebbe dunque molto più sicuro ma anche più economico. E potrebbe dunque essere ampiamente utilizzato nei Paesi in via di sviluppo.

Ricordiamo che poche settimane fa il MIT aveva già sviluppato un test per il Covid basato su un’app. Che in quel caso dà una stima precisa del livello di anticorpi del paziente.

Come funziona il test

Il team ha creato l’applicazione basandosi sui dati dell’app Covid-19 Sounds, sviluppata dell’Università di Cambridge. E contenente 893 campioni audio di 4.352 partecipanti sani e malati, di cui 308 positivi al Coronavirus.

L’app si basa sul fatto che il Covid, infettando le vie respiratorie, influenza le corde vocali e la laringe e di conseguenza la voce. L’applicazione richiede anzitutto alcune informazioni di base su dati demografici dell’utente, oltre alla storia clinica e alla condizione eventuale di tabagista.

Ai partecipanti al test è stato poi chiesto di tossire tre volte, respirare profondamente attraverso la bocca da tre a cinque volte e leggere una breve frase sullo schermo per tre volte. I ricercatori dell’Institute of Data Science della Maastricht University hanno quindi utilizzato una tecnica di analisi vocale chiamata Spettrogramma Mel per identificare alcune caratteristiche della voce come il volume, la variazione e la potenza. E soprattutto per capire se siamo o meno in presenza di positività da Covid-19.

Il commento dei ricercatori

Sull’app che individua il Covid tramite la voce e le sue alterazioni è intervenuta Wafaa Aljbaw, che ha fatto parte del progetto.

Aljbaw ha detto: “Questi risultati mostrano un miglioramento significativo nell’accuratezza della diagnosi di COVID-19 rispetto a test antigenici come il test del flusso laterale (cioè i test nasali rapidi, n.d.r.).

Questo test può avere una sensibilità del 56%, ma un tasso di specificità del 99,5%. Questo è importante in quanto significa che il test del flusso laterale classifica erroneamente le persone infette come negative al COVID-19 più spesso del nostro test. In altre parole, con l’app potremmo perdere 11 casi su 100 che avrebbero continuato a diffondere l’infezione, mentre il test del flusso laterale questo avverrebbe per 44 casi su 100.

L’elevata specificità del test rapido significa che solo a una persona su 100 verrebbe erroneamente classificata positiva al Sars-CoV-2 quando, in realtà, non lo era, mentre il test basato sulla Ai diagnosticherebbe erroneamente 17 persone su 100 non infette come positive. Tuttavia, poiché questo test è praticamente gratuito, sarebbe possibile e sostenibile inviare queste persone per i test PCR di controllo”.

L’app per uno screening rapido

Continua Wafaa Aljbaw: “Questi risultati suggeriscono che registrazioni vocali e algoritmi di intelligenza artificiale perfezionati possono potenzialmente raggiungere un’elevata precisione nel determinare quali pazienti hanno l’infezione. Potrebbero essere utilizzati, ad esempio, nei punti di ingresso per grandi assembramenti, consentendo uno screening rapido“.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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