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Diabolik e la Jaguar E-Type, un amore infinito

Riuscite a nominare un duo personaggio-auto più iconico? La storia della Jaguar E-Type di Diabolik

È uno degli amori più longevi tra un personaggio e la sua automobile nella storia. Più longevo di quello tra James Bond e la sua Aston Martin DB5, più di quello tra l’Ispettore Colombo e la sua Peugeot 504. Diabolik e la Jaguar E-Type sono semplicemente inseparabili. Anche al ritorno al cinema nel film dei Manetti Bros., il Re del Crimine Diabolik non abbandonerà la sua amata Jaguar E-Type. Ma che cos’ha di così speciale la E-Type? E perché è ormai sinonimo di Diabolik? Scopriamolo insieme.

La Jaguar E-Type di Diabolik, una Series 1 del 1962: 265 CV, tante innovazioni e una storia leggendaria

Fin dal debutto di Diabolik, nel 1962, la sua automobile è stata una Jaguar E-Type. Per le strade di Clerville, la sportiva inglese è sinonimo del Re del Crimine. In 60 anni Diabolik non ha ancora abbandonato la sua amata felina, rimasta invariata nel corso degli anni. Diabolik è infatti il geloso proprietario e guidatore di una Jaguar E-Type Series 1 del 1962. Si tratta della prima serie della sportiva inglese, nata a Coventry esattamente 60 anni fa, nel 1961. Se voleste conoscere meglio la incredibile storia di un’icona dell’automobilismo mondiale, in fondo alla pagina trovate il nostro articolo dedicato alla storia di Jaguar E-Type.

Oggi, però, ci concentreremo esclusivamente sulla Jaguar E-Type di Diabolik. Verniciata di uno splendido colore nero, in tinta con la tuta di Diabolik, la E-Type del Re del Crimine è la prima generazione della sportiva inglese, che negli anni ’60 rivoluzionò il mondo delle auto sportive. La E-Type, infatti, fu un vero e proprio fenomeno degli Swinging Sixties: bellissima, velocissima e con soluzioni tecniche all’avanguardia, fece invecchiare di colpo tutte le rivali da Aston Martin, Maserati e persino l’intoccabile Ferrari, costando dalle 3 alle 6 volte meno.

La Series 1 di Diabolik è una Fixed Head Coupé, o FHC, ovvero la versione due posti coperta, a cui è affiancata la Roadster, scoperta. La linea disegnata da Malcolm Sayer è ancora oggi immortale e senza tempo. Cofano chilometrico, abitacolo arretrato il più possibile e la inconfondibile coda inclinata, con portellone per i bagagli ad apertura laterale. Prima Jaguar ad essere dotata di un moderno telaio monoscocca, sotto il cofano della Jaguar E-Type Series 1 di Diabolik pulsava un motore leggendario, il Jaguar XK: un 6 cilindri in linea bialbero da 3.8 litri, capace di 265 CV.

Il cambio è un manuale a 4 marce, la trazione è ovviamente posteriore e a livello di sospensioni e freni la E-Type è avanzatissima. Dalle Jaguar da corsa che negli anni ’50 dominarono a Le Mans eredita infatti le sospensioni indipendenti sulle quattro ruote e i freni a disco servoassistiti su tutte e quattro le ruote, la prima auto di serie ad averli. Le prestazioni, grazie ad un progetto così innovativo, erano eccezionali, e ottime ancora oggi: 0-100 km/h in 7,3 secondi, e oltre 240 km/h di velocità massima. Il tutto ad un prezzo simile ad alcune berline di pregio, e inferiore a qualsiasi auto dalla potenza simile, rispetto alle quali la E-Type è più bella, più moderna e più veloce. Un’auto così, con una linea inconfondibile e cattiva, non poteva che essere l’auto di Diabolik.

Ma perché è stata scelta proprio la E-Type?

E uno dei motivi per cui le sorelle Giussani scelsero la E-Type è da ricercare proprio nella sua forma inconfondibile e cattivissima. Il cofano incredibilmente lungo, il muso con quella bocca da vero felino pronto ad attaccare, la gobba sul cofano che ricorda ad ogni sguardo che lì sotto c’è un 6 cilindri che spinge e sbraita. In nero, la E-Type mette timore, quasi paura, e il suo abitacolo sottile ed arretrato da ben poche possibilità di vedere chi si trova all’interno. Per questo, la E-Type di Diabolik è la scelta perfetta per essere l’automobile del cattivo per eccellenza.

Per questo, fin dalla prima apparizione di Diabolik, il Genio della fuga si muove esclusivamente con la sua Jaguar E-Type. Tra le strade di Clerville, basta vedere la sagoma inconfondibile della E-Type per incutere timore in chiunque si trovi per strada. Le sorelle Giussani, infatti, scelsero la E-Type non principalmente per le sue doti tecniche eccezionali, ma per le linee che ispiravano aggressività, cattiveria, che facevano subito capire che auto si stesse guardando ma allo stesso tempo fugaci, sfuggenti.

In realtà, c’è anche un altro motivo per il quale la E-Type è diventata l’auto ufficiale di Diabolik: una delle sue creatrici. Angela Giussani, una delle creatrici di Diabolik e fondatrice della Casa editrice di Diabolik, Astorina, aveva infatti un debole per la E-Type. Guidatrice fin dagli anni ’50, periodo in cui non era così comune per le donne possedere un’auto, aveva anche il brevetto da pilota. Visto questo suo amore per la guida e per l’adrenalina, non stupisce sapere che per anni ha percorso le strade di Milano su una E-Type Roadster rosso fuoco. Un’auto dall’aspetto meno aggressivo e cattivo di quella di Diabolik, ma con la stessa velocità e estetica pazzesca.

La guerra tra Diabolik e Bepi Koelliker, importatore per l’Italia di Jaguar

Diabolik al volante della sua potente Jaguar lanciata a 200 km all’ora riesce a passare prima che la polizia chiuda tutte le strade”. Così, sul primo numero di Diabolik del novembre del ’62, viene descritta per la prima volta la Jaguar E-Type di Diabolik. Fin dal primo numero, infatti, la sportiva inglese del Re del Crimine si contrappone alla bianca Citroen DS dell’Ispettore Ginko, una grande contrapposizione tra la sportiva nera del cattivo e la candida vettura da famiglia (ma non meno impressionante dal punto di vista tecnico) del rappresentante del Bene. Fin dal suo debutto, il cattivo più famoso del mondo dei fumetti sfoggiò la sua amata Jaguar E-Type. Il successo del fumetto, che diventò presto uno dei più amati e letti anche fuori dai confini nazionali, regalò una vetrina di notorietà anche alla stessa Jaguar.

All’epoca, in realtà, questa “collaborazione” non venne vista di buon occhio da Jaguar, o meglio, dall’importatore italiano del brand inglese, Koelliker. Per chi non conoscesse la storia di Bepi Koelliker, si tratta di uno dei più potenti e influenti importatori italiani di brand stranieri, specializzato principalmente in vetture inglesi. Dalle Rover alle Austin Healey, dalle Triumph alle Jaguar. Se negli anni ’60 (e non solo) volevi un’auto britannica in Italia, il riferimento era proprio il Gruppo Koelliker. E dal mitico showroom in piazza San Babila a Milano, l’unione tra Diabolik e la Jaguar E-Type era vista come un problema. Koelliker era infatti molto preoccupato, poiché la sua automobile di punta veniva descritta e caratterizzata come un’auto “da delinquenti e assassini”.

Un’associazione che male si sposava con la narrazione che l’importatore faceva di Jaguar, un brand per persone di classe, di alto rango. Per questo, fin dai primi numeri Koelliker diffidò più e più volte la Astorina e le sorelle Giussani, con l’accusa di ledere la reputazione della Casa di Coventry, facendola apparire agli occhi dei più giovani come “l’auto dei criminali”. Quello di Koelliker però fu un clamoroso autogol, in quanto in realtà la popolarità di Diabolik rese ancora più popolare, amata ed immortale la E-Type. Questo connubio diventò talmente celebre che ancora oggi la E-Type è ricordata come “l’auto di Diabolik”. E, con buona pace della famiglia Koelliker, durante i festeggiamenti per i 60 anni della E-Type la stessa Jaguar ha celebrato il legame della Casa con il celebre personaggio.

Le varie interpretazioni della E-Type di Diabolik: dalla prima stilizzata all’irriconoscibile versione animata

Nelle prime uscite del fumetto settimanale, però, la Jaguar E-Type di Diabolik non fu subito impeccabile, anzi. Nei primissimi fumetti, infatti, la Jaguar del Re del Crimine appariva bianca, con linee affascinanti e sensuali ma molto lontane da quelle della vera E-Type. In più, gli estrosi fumettisti spostarono il sei cilindri XK… dietro. Un oltraggio, una licenza poetica che però fu subito corretta dopo poche uscite. In poche settimane, infatti, la Jaguar E-Type di Diabolik diventò del suo classico colore nero, il motore tornò dov’è di casa, sotto il lungo cofano anteriore, e i disegni diventarono sempre più accurati e precisi.

Ad oggi, infatti, i fumetti di Diabolik riproducono nei minimi dettagli sia la Jaguar E-Type di Diabolik che la Citroen DS di Ginko, con un livello di accuratezza commovente per gli appassionati di automobili. C’è però stato un momento in cui la E-Type fu… pasticciata, ovvero in corrispondenza della serie animata sul Re del Crimine. Nonostante i fari, la mascherina e altri dettagli ricordino la E-Type di Diabolik, questa sembra quasi un mix tra la Jaguar d’origine, una Porsche e una Renault Twingo prima serie. Strana di certo, memorabile di sicuro, ma abbandonata alla fine della serie animata.

La E-Type bianca di Eva Kant

La Jaguar E-Type di Diabolik non fu l’unico esemplare della sportiva inglese a entrare nei fumetti di Angela e Luciana Giussani. Al fianco della nera E-Type coupé del Re del Crimine, infatti, c’era la E-Type Roadster bianca della sua compagna di vita, Eva Kant. La controparte di Diabolik, infatti, quando non si sposta insieme al complice per qualche rapina guida una E-Type bianca personale del 1963.

Anche lei una prima serie da 265 CV, con il suo candore si contrappone alla scura coupé di Diabolik. Le linee aggressive e inconfondibili sono sempre le stesse, ma il bianco rimandano al passato “innocente” di Eva Kant, che però sotto quella facciata rimane una cattiva, come il suo amato Diabolik.

Le modifiche ricevute negli episodi: dalla E-Type sottomarina a quella quasi… radiocomandata

Diabolik è celebre anche per il rarissimo uso di armi da fuoco, alle quali preferisce i coltelli, con i quali possiede un’abilità unica e una mira infallibile, e vari travestimenti e trucchi per farla franca. Dalle mitiche maschere che gli permettono di prendere le sembianze di chiunque alla tuta che lo rende agile ed invisibile col buio, uno dei grandi segreti delle sue malefatte è proprio l’automobile. La velocissima E-Type è spesso imprendibile per le Alfa Romeo della Polizia di Clerville e per la DS di Ginko, e la sua linea sfuggente rende quasi inutile l’utilizzo da parte di Diabolik di tecnologie particolari “alla James Bond”.

Questo però non vuol dire che la E-Type non sia stata protagonista di alcune modifiche utilissime per la fuga del Re del Terrore. Da ricordare è, ad esempio, la E-Type “anfibia”, con la quale riesce a raggiungere anche il fondo del mare. Un’altra celebre modifica è quella che permette a Diabolik di guidare la E-Type da sdraiato, posizionandosi sotto il cofano motore. Questa mossa viene usata da Diabolik per scappare dalla polizia. L’intento è infatti quello di far credere agli agenti che la E-Type fosse radiocomandata, e che Diabolik fosse ancora nel suo covo. In realtà, il geniale malfattore con questo stratagemma riesce a superare i posti di blocco in scioltezza, facendo sembrare la sua E-Type un diversivo.

Il ritorno della Jaguar E-Type nel film di Diabolik: sempre nera, sempre del 1962, sempre bellissima

Come abbiamo visto, da 59 anni Diabolik e la Jaguar E-Type sono inseparabili, e puntano ad esserlo ancora per molto tempo. Giovedì 16 dicembre infatti arriverà nei cinema italiani Diabolik, il primo capitolo di una trilogia cinematografica italiana diretta dai Manetti Bros. Con Luca Marinelli nei panni del Re del Terrore, Miriam Leone nei panni di Eva Kant e Valerio Mastrandrea ad interpretare l’Ispettore Ginko, Diabolik torna al cinema per la prima volta dopo l’unica trasposizione del 1968. Ambientato nella Clerville degli anni ’60, ad accompagnare Diabolik e Eva Kant ci sarà ancora una volta la Jaguar E-Type. Sempre del 1962, sempre nera come la pece, sempre velocissima, 60 anni dopo la prima volta.

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Giulio Verdiraimo

Ho 22 anni, studio Ingegneria e sono malato di auto. Di ogni tipo, forma, dimensione. Basta che abbia quattro ruote e riesce ad emozionarmi, meglio se analogiche! Al contempo, amo molto la tecnologia, la musica rock e i viaggi, soprattutto culinari!

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