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The Bear 2: La recensione della nuova stagione su Disney+ – Trending On Streaming

Cosa bolle in pentola stavolta nella cucina di una serie originale Disney? Non una serie qualsiasi, ma proprio quella che aveva aperto i battenti l’anno scorso. La prima stagione nasceva dall’incrocio tra l’ascesa, durante gli ultimi dieci anni, dell’attenzione mediatica verso il mondo della ristorazione e il revamp delle commedie drammatiche, basate sull’elaborazione del lutto, come Fleabag, BoJack Horseman e simili. Dal successo discreto, e sufficiente per far proseguire la narrazione, arriva la seconda stagione di The Bear, che Christopher Storer ci regala di nuovo in chiave italoamericana. Vediamo insieme cosa ci attende, in questa edizione della nostra rubrica Trending On Streaming!

The Bear 2, cosa bolle in pentola

Torna in questa stagione di nuovo il protagonista, Carmen ‘Carmy’ Berzatto, interpretato da Jeremy Allen White, che non perde tempo a dover risolvere i guai in cui si trova, mentre la narrazione riprende tutto il materiale e le fila della trama già intessute in precedenza. In questo modo, la serie si evolve nell’arco di 10 episodi interessanti. La storia di base, come già visto nella prima stagione, non è affatto complessa: dopo il suicidio del fratello maggiore e tentato di salvare il ristorante di famiglia, Carmy può avviare ora un’attività nuova e possibilmente all’altezza del suo talento.

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Vero è anche che così i collaboratori di Carmy devono mettersi in gioco per dimostrarsi all’altezza della nuova attività, generando una dinamica di allontanamento che non c’era nella prima stagione, ma permette a questa di espandere i confini della narrazione anche al di fuori di Chicago. Corredato da un conto alla rovescia verso l’apertura del nuovo locale, le dieci puntate mettono al centro del discorso un particolare personaggio, senza annoiare e anzi ribaltando alcuni stereotipi circa il nesso mentori-allievi.

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Il ritorno del workplace drama

Anche stavolta abbiamo a che fare con un cosiddetto “workplace drama” corale, dove ogni personaggio racconta il proprio vissuto, in stile Scrubs o Boris, e retto da un’architettura verticale. Il tutto riesce a funzionare non solo per la scrittura ottimale della serie, ma anche per la capacità di montaggio che ci consente di seguire i vari incastri tra personaggi che incontriamo, e che si incontrano.

Questa stagione comunque presenta anche un paio di archetipi, oltre a un ensemble di professionisti che alla lunga è difficile da gestire. Dalla “banda Ferretti”, passando per il ricordo del fratello scomparso e dell’infanzia, in The Bear assistiamo al rapporto col passato, che contribuisce alla definizione dei vari personaggi, così come la presenza stessa di Chicago, cornice in cui si svolge il tutto. Non manca nemmeno la presenza di tutta la cultura del contesto in cui si svolge la vicenda, che aiuta a rendere ancor più definito e a tutto tondo il mondo di The Bear 2.

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Tra punti di forza e di debolezza della cucina italoamericana

Le varie tessere narrative riescono dunque a comporre uno splendido mosaico che non dimentica nessuno, oltre a saper raccontare luci e ombre della ristorazione anche meglio della prima stagione. Qui si fa leva ancora sulla sopracitata verticalità, riuscendo a unire ordine e disordine fino a renderli reciprocamente necessari per sostenere l’equilibrio di un ambiente di lavoro.

Inutile dire che riescono a unirsi storie felici e di mafia, con temi quali la formazione e il caporalato, ricchezza e povertà. The Bear riesce a unire questi momenti e tematiche alternando calma e tensione, con un leggero stato di nervosismo che raggiungendo il punto massimo del suo climax ascendente nel finale. Un momento che chiaramente non vi anticiperemo, ma che potrebbe essere un po’ delicato e rischioso al contempo. Scelte quindi funzionali, ma non sempre funzionanti, con alti e pochi bassi che rendono comunque soddisfacente il risultato finale.

Qui tutti i vantaggi del mondo Disney+

The Bear 2: la nostra recensione della serie Disney+

Tutti i dieci episodi di The Bear 2 sono già disponibili su Disney+ dallo scorso 16 agosto, in grado di recuperare audacemente quanto narrato in precedenza ed espandendo perfino l’universo narrativo proposto. Questa nuova stagione riesce ad aggiungere degli elementi utili a rendere ancora più appetibile la storia, rinforzando le sue basi e prendendosi anche qualche rischio, quasi sempre però funzionale e ottimale. Un ottimo prodotto dunque, che meriterebbe anche più enfasi e discussione intorno a esso.

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Francesca Sirtori

Indielover, scrivo da anni della passione di una vita. A dispetto di tutti. Non fatevi ingannare dal faccino. Datemi un argomento e ne scriverò, come da un pezzo di plastilina si ottiene una creazione sempre perfezionabile. Sed non satiata.

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