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Dopo aver mangiato, bisogna aspettare due ore per fare il bagno. La bufala della settimana (anzi, dell’estate)

Fake news stagionale da sconfessare

Quella di cui vi parliamo oggi è sì la bufala della settimana, perché se ne sta parlando diffusamente. Anche sui social, certo, ma soprattutto tra persone in confidenza tra loro, per non parlare delle famiglie.

Si narra di risvegli all’alba per poter poi andare in spiaggia e potersi permettere un tuffo mattutino. O di genitori che, come coach di atleti professionisti, tengono il naso sulle lancette dell’orologio e danno il via ai propri figli solo dopo che siano scattate le fatidiche due ore (che, a seconda dei luoghi e delle tradizioni, possono salire a tre o più).

Stiamo insomma parlando della leggenda metropolitana (anzi, balneare) secondo cui, dopo aver mangiato, bisogna attendere due ore per poter fare il bagno.

È vera o falsa questa affermazione? E se è falsa, perché?

mare Salento 1

Fare il bagno dopo aver mangiato. Sì, ma mangiato quanto?

Prima di analizzare la questione da un punto di vista scientifico, affidiamoci alla logica.

Dicendo che occorre far passare due (o più) ore prima di fare il bagno dopo aver mangiato, si stabilisce un limite rigido. Ciò potrebbe al limite essere sensato se anche quel “dopo aver mangiato” fosse quantificato in modo preciso. Spieghiamoci meglio: che senso ha dire che bisogna attendere due ore a prescindere da quanto e cosa si sia mangiato? Davvero l’attesa dovrebbe essere la stessa se ho fatto colazione con uno yogurt o se sono appena uscito da un pranzo nuziale?

La congestione

Una volta mostrata una certa cedevolezza dal versante logico, proviamo ad affrontare la frase nel suo senso complessivo.

Il succo del discorso è: fare il bagno dopo mangiato è pericoloso perché è in corso la digestione, e quindi uno sbalzo termico può portare a una congestione.

Anzitutto, è bene mettersi d’accordo sul termine congestione. Che sta a indicare un rallentamento della digestione in occasione di forti sbalzi termici. Ma attenzione: un primo segnale è dato dal fatto che congestione non è un termine medico.

Diciamolo subito: non ci sono evidenze scientifiche che fare il bagno senza aver atteso le mitiche due ore dopo aver mangiato porti alla congestione. Certo, un forte sbalzo termico nella fase più intensa della digestione potrebbe sì creare problemi fisici, ma è sufficiente usare il buon senso.

E se proprio non si può rinunciare a un tuffo nell’acqua ghiacciata dopo aver trangugiato trecento grammi di peperonata, si faccia come i tuffatori professionisti, che prima appunto di un tuffo si fanno una doccia fredda per acclimatarsi. Ce lo ricorda anche l’autorevole rivista di pediatria Uppa.

Nulla di diverso dall’uscire poco coperti in una giornata invernale dopo un lauto pasto: il sangue va verso le aree periferiche del corpo per mantenerne una giusta temperatura, diminuendo l’afflusso necessario al corretto processo digestivo.

Digestione e attività fisica intensa

L’esempio dei tuffatori ci serve per fare una puntualizzazione sul tempo di attesa prima di fare il bagno dopo aver mangiato.

Non è l’acqua (a meno che, ripetiamo, non sia particolarmente fredda e ci si sia rimpinzati l’attimo prima) l’elemento ostile alla digestione, ma l’attività fisica intensa.

Come abbiamo espresso poco sopra, la digestione richiede un abbondante afflusso di sangue. Lo stesso richiesto dall’intensa attività fisica. Se si pretende di fare una nuotata di chilometri, così come una corsa o una pedalata vigorosa e lunga, dopo due pizze e tre tiramisù, non sarà difficile andrà incontro a un malessere.

L’estensore di queste righe è un podista amatore, e nell’ambiente vige una norma (che, naturalmente, va poi tarata sulle abitudini e le caratteristiche individuali). Di solito, si sconsiglia di allenarsi prima di un’ora e mezza dopo la colazione, e prima di tre ore dopo il pranzo.

Quindi, tornando all’acqua: se ho da poco mangiato e sto a mollo a rilassarmi, non corro rischi. Se pretendo di stabilire il record mondiale del miglio marino, posso patire qualche disturbo.

Luoghi comuni e buon senso

Il mito delle due ore di attesa prima di fare un bagno in mare rientra nella folta categoria dei miti e delle tradizioni che si tramandano perché “si è sempre fatto così”, senza mai essersi chiesti su quale base scientifica.

È assai meglio, come dicevamo, affidarsi al buon senso, e sapere che uno sforzo fisico intenso “ruba” sangue prezioso per la digestione. Ma davvero esiste chi ha voglia di nuotare come Federica Pellegrini dopo aver ingollato due cheeseburger e mezzo litro di Coca-Cola?

Sull’eventuale shock dato dallo sbalzo termico, poi, siamo piuttosto al sicuro: il Mediterraneo è un mare mediamente caldo, e la differenza con la temperatura dell’aria nei mesi estivi non è mai elevatissima.

Piuttosto, il problema non dovrebbe proprio porsi, perché in estate – quando tendiamo a disidratarci più facilmente – occorre fare pasti leggeri, preferendo gli alimenti ricchi di acqua come frutta e verdura.

E comunque, dopo un pranzo in spiaggia, leggetevi un buon libro.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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