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Rosso, bianco e sangue blu: la recensione del romanzo queer in versione cinematografica

Difficile dire se negli ultimi tempi siano più frequenti, e di successo, i prodotti mediatici a sfondo storico e politico o le narrazioni dedicate al mondo LGBTQ+. Il recente Heartstopper 2 è un esempio di ottimi risultati per Netflix nel mese di agosto, così come il rumore generato da Bridgerton e dal suo spin-off La regina Carlotta. Sono esempi efficaci che ci evidenziano l’interesse a questo tipo di storie. In agosto però l’universo streaming si è corredato di un ulteriore esempio, che unisce politica e mondo queer con la trasposizione cinematografica di Rosso, Bianco e Sangue Blu. Si tratta del film tratto dall’omonimo romanzo di Casey McQuiston di successo fin dalla sua pubblicazione nel 2019, scalando anche le classifiche dei bestseller del NY Times. Ciò detto, vediamo da vicino questo film di Matthew Lopèz uscito lo scorso 11 agosto su Prime Video.

Rosso, bianco e sangue blu, un amore oltre la politica

Questa è la storia di Alex (interpretato da Taylor Zakhar Perez), figlio della Presidentessa degli Stati Uniti d’America (Uma Thurman), che fa la conoscenza del principe britannico Henry George Edward James Hanover Stuart Fox (Nicholas Galitzine). Questi, come si evince, porta un nome piuttosto importante e altisonante. Durante l’incontro tra i due però, non tutto va per il verso giusto per via di un incidente diplomatico. Così, per evitare una crisi politica e diplomatica internazionale, i due rivali si trovano obbligati a frequentarsi e a fingersi amici.

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Inutile dire che gli opposti si attraggono e che questa vicinanza si trasforma ben presto in qualcosa di positivo ed emotivo tra i due. Ma è altrettanto ovvio che il legame intimo che si sta creando fra loro deve fare i conti con i limiti imposti dalle classi sociali a cui appartengono e dalle situazioni reciproche in cui si trovano. Proprio in questo anfratto trova spazio il tema dell’universo LGBTQ+, con tutte le difficoltà e delicatezze del caso, essendo in contrapposizione con la tradizione rigida e poco avvezza all’abbandono della propria “linea di condotta” della monarchia, come vedremo.

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Diventa questa situazione dunque il motore propulsore di un film che narra della ricerca di sé stessi e della propria identità, oltre che della volontà di ascoltare e comprendere il proprio istinto e sentimento, in una storia quanto mai moderna e attuale.

Tra didascalismo e qualche guizzo originale

Come anticipato dalla trama, la trasposizione di Rosso, Bianco e Sangue Blu non offre una storia eccessivamente originale e mai sentita prima. Questo non può che condurre anche a qualche scadimento nello stereotipo e nel didascalismo. Ciononostante, grande impegno è stato posto nella resa del legame umano e sentimentale che si intesse tra Alex e Henry, con qualche soluzione registica talvolta interessante. Soprattutto nei dialoghi e nelle conversazioni virtuali iniziali tra i due. Un po’ come le lettere che si scambiavano i reali fino a uno o due secoli fa.

Assistiamo alle varie fasi dell’innamoramento tra i due, grazie alla chimica tra i due attori e a qualche momento emotivo, ma a volte un po’ troppo smielato e sdolcinato. Torna anche il principe Henry in una nuova performance a tema Queen, come già aveva fatto in Cinderella due anni or sono, quando corteggiava Camila Cabello nel ruolo della protagonista del film.

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Tutto dunque fila per il meglio, o quasi, se consideriamo questa commedia un film non troppo complesso da digerire e un tone of voice davvero scanzonato. Non dobbiamo aspettarci quindi che si affronti la questione della difficoltà relazionale del mondo LGBTQ+ associato alle alte cariche monarchiche e politiche contemporanee, con pieghe drama e lezioni morali da imparare. Il tono è leggero, anche grazie a, o a causa di, tagli apportati dalla regia alla storia originale del romanzo.

Dal romanzo allo streaming

Rispetto al libro infatti c’è stato un complessivo apprezzamento per questa trasposizione filmica, alla quale mancherebbero soltanto alcuni passaggi, tagliati per brevità e per non far eccedere oltre le tre ore la durata complessiva del film. Quanto alla scelta dei protagonisti, farla ricadere su Taylor Zakhar Perez e Nicholas Galitzine pare sia stato un ottimo plus, rispetto ai personaggi descritti nel libro. Questo per via della loro freschezza e notorietà di entrambi per aver prestato il loro volto a recenti commedie sentimentali.

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Anche altri nomi nel cast, a partire da quello importante di Uma Thurman, non possono che giovare al risultato finale, per quanto quest’ultima sia stata relegata a un ruolo piccolo, ma non troppo secondario. Una scelta forse legata al budget davvero ridotto, per poter mettere in scena una rappresentazione più patinata. E forse maggiormente meritevole del bestseller.

Rosso, bianco e sangue blu è su Prime Video

Tra fondali fittizi e qualche effetto sonoro e grafico dubbioso, Rosso, bianco e sangue blu è un film che sarebbe potuto essere una miniserie, ma funziona anche come pellicola. La regia e la scelta del cast sono stati formidabili. In appena due ore riescono a posizionare tutti (o quasi) i pezzi del puzzle al punto giusto. In particolare è stata accentuata la volontà di trasmettere un racconto sentimentale, un po’ sdolcinato, ma soprattutto leggero. Una storia gradevole, forse però non tanto memorabile e in grado di scalare le classifiche del mondo del cinema, a differenza della sua versione sugli scaffali delle librerie.

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Francesca Sirtori

Indielover, scrivo da anni della passione di una vita. A dispetto di tutti. Non fatevi ingannare dal faccino. Datemi un argomento e ne scriverò, come da un pezzo di plastilina si ottiene una creazione sempre perfezionabile. Sed non satiata.

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