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LOL: Risalire alla sorgente della risata

LOL: Chi ride è fuori è il fenomeno del momento, ma dove nasce tutto?

La scorsa settimana è arrivato sul servizio di streaming Amazon Prime Video LOL: Chi ride è fuori ed è subito stato un successo eccezionale. Complice il week-end festivo, una buona strategia di comunicazione e una serie di altri fattori che hanno funzionato bene, ha conquistato un pubblico enorme. I social sono da giorni inondati da contenuti che ne riprendono i momenti migliori e l’attesa per le nuove puntate (pubblicate proprio oggi) di LOL: Chi ride è fuori è alle stelle. Ma qual è la ragione di questo boom? Proviamo a indagare, risalendo fino alle origini stesse del programma.

LOL: Chi ride è fuori, il nuovo successo in streaming di Amazon

Prima di partire per il nostro viaggio (che ci porterà dall’altra parte del mondo), una premessa d’obbligo per spiegare di cosa stiamo parlando. LOL: Chi ride è fuori è uno show comico basato su un format relativamente semplice ma d’impatto. Dieci comici sono rinchiusi in una stanza per sei ore con il compito di non ridere mai.

Un presentatore fa da giudice, osservandoli da un’altra stanza e intervenendo per smuovere il gioco, obbligando i concorrenti ad azioni particolari quando necessario. Inoltre, è incaricato delle ammonizioni e successive espulsioni ogni volta che un partecipante ride o anche semplicemente accenna un sorriso. Una sfida che si preannuncia difficile, tanto più se si va a considerare i nomi coinvolti nel cast.

Questa prima edizione di LOL: Chi ride è fuori, le cui nuove e conclusive puntate (lo ricordiamo) sono disponibili ora in streaming, è infatti corredata da una squadra di tutto rispetto. Dai loro schermi il maestro di cerimonie Fedez e la co-conduttrice Mara Maionchi possono osservare un potpourri di nomi grandi e piccoli della comicità tricolore. E già da questo si può intuire un fattore chiave del successo dello show: l’eterogeneità.

Variare per colpire nel segno

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Credits: ©️Prime Video & Amazon Studios

Elio, Lillo, Frank Matano, Ciro e Fru dei The Jackal, Luca Ravenna, Michela Giraud, Katia Follesa, Angelo Pintus e Caterina Guzzanti. La prima volta che ognuno di noi ha letto questa lista ha sicuramente pensato due cose. La prima è “Wow, bellissimo c’è anche X!“. La seconda “No, però c’è anche Y, non mi piace“. E una buona percentuale anche “Z non lo conosco molto bene, chissà chi è“. Il punto è che X e Y (ma anche Z per certi versi) non sono gli stessi per tutti.

Gran parte del risultato eccezionale che sta raccogliendo LOL: Chi ride è fuori deriva proprio da queste reazioni. I concorrenti sono talmente variegati che ogni spettatore ne ha uno talmente lontano dai propri gusti da non riuscire ad apprezzarlo. Al contempo però può trovare un elemento che lo conquista, di cui è particolarmente fan e che lo spinge a seguire lo show.

La costruzione del cast è stata evidentemente curata in maniera certosina, bilanciando tutta una serie di fattori. Si possono trovare giovani talenti e veterani della comicità, artisti che si sono fatti le ossa sul web e chi invece calca i palchi da tempo, imitatori, trasformisti e monologhisti, veri e propri esperti della tecnica comica e figure che si basano più sull’istinto. Un mix che ha offerto a ogni target un momento di intrattenimento.

Ma non bisogna pensare che si tratti solo di mero marketing. Questa varietà è la chiave del successo di LOL: Chi ride è fuori perché ha permesso il confronto di tanti stili differenti per fare ridere. La combinazione di tutti questi approcci diversi ha portato a un risultato che funziona benissimo. E che in qualche modo aiuta a portare avanti uno degli obiettivi del progetto, presente fin dalla sua nascita.

Prima di LOL: Chi ride è fuori, in streaming è arrivato Documental

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Credits: ©️Prime Video & Amazon Studios

Il format dello show non è originale, ma deriva da un programma giapponese, sempre distribuito da Amazon Prime Video. Dal successo di quella prima versione sono nate poi le differenti localizzazioni fra cui quella messicana, australiana e appunto tricolore. E se queste hanno molte somiglianze fra loro, l’originale si distingue decisamente.

Innanzitutto per il titolo Hitoshi Matsumoto Presents Documental. Un nome che unisce il concetto di documentario con quello di sfida mentale, che da già un’idea di come il tono sia completamente differente rispetto ai successori esteri.

Alcune differenze infatti si possono ricondurre semplicemente a quelle culturali che separano il pubblico giapponese da quello (ad esempio italiano). E così, durante la sfida si possono trovare momenti estremamente fuori dalle righe, molto lontani dal gusto occidentale, con una comicità più fisica, a volte scatologica. A queste si accompagnano alcune variazioni nelle regole, a partire dall’eliminazione che avviene al terzo richiamo invece che al secondo.

Tuttavia la cesura più forte sta nello spirito dei due programmi. Documental ha un tono votato alla ricerca, allo studio della comicità in condizioni estreme. Al contrario di quanto avviene in LOL: Chi ride è fuori (dove come spesso capita nelle sfide tra celebrity il montepremi va in beneficenza), nella prima versione a debuttare in streaming c’era infatti un premio in denaro per il vincitore. Dieci milioni di yen (circa 70.000,00 €) composti da dieci quote a carico di ciascun partecipante.

Un aspetto che ha alzato enormemente l’asticella della sfida, anche agli occhi del pubblico. Uscire vincitore da Documental non è semplicemente simbolico, ma comporta un bel malloppo in tasca. E soprattutto significa non perdere un milione di yen, cifra non indifferente che (come più volte ribadito durante le puntate) diversi partecipanti hanno faticato a raccogliere, spesso facendo debiti.

La ricerca dello Zero Comico

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Foto: Federico Guberti Credits: ©️Prime Video & Amazon Studios

Tutti questi elementi rendono la tensione davvero palpabile. Non è semplicemente un gioco per i partecipanti e non mancano le contestazioni alle decisioni del giudice. Insomma, si assiste a una sorta di esperimento carcerario di Stanford, ma applicato alla comicità, valutando i comportamenti degli artisti (anche qui di diversa estrazione) in un contesto a suo modo estremo.

L’obiettivo è quindi quello di cercare, di vedere cosa succede e in qualche modo indagare le ragioni della risata. Un modo per scoprire quali sono i meccanismi che la fanno scattare, spogliandola di tutti gli orpelli. Ed è interessante notare (senza fare troppi spoiler, nel caso vogliate recuperare Documental) che il punto di arrivo non è poi concettualmente così distante dallo Zero Comico che Aldo, Giovanni e Giacomo trovavano nel loro spettacolo teatrale I corti. L’unità minima della comicità è incredibilmente basilare e terrena e avvicinandosi al punto di rottura questo viene fuori in maniera sempre più evidente.

LOL: Chi ride è fuori ha evidentemente raffinato la formula per creare un prodotto più rivolto al pubblico che ai creatori. La possibilità di influenzare l’andamento della sfida per il presentatore, un’ambientazione completamente diversa e colorata, l’atmosfera più rilassata, rendono il prodotto più godibile per un target più ampio, aprendosi anche a chi vuole ridere, senza interrogarsi troppo sul perché.

Tuttavia, l’aspetto di ricerca in qualche modo viene comunque fuori. Complice il successo dello streaming, LOL: Chi ride è fuori ha stimolato innumerevoli discussioni sui social e tra amici sui meccanismi che lo muovono. Lo scontro tra detrattori e sostenitori accaniti della squadra di Fedez sta aprendo un dibattito aperto a tutti sui meccanismi della comicità, su ciò che funziona e ciò che non va e questo è incredibilmente affascinante. Insomma, un po’ come quando si litiga sul successo de La casa di carta, ma in maniera più costruttiva.

LOL: Chi ride è fuori, a quando le nuove puntate in streaming?

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Credits: ©️Prime Video & Amazon Studios

Al di là di qualsiasi valutazione tecnica che si possa fare (come accennato, non mancano certo i detrattori) è indubbio che LOL: Chi ride è fuori sia stato un successo. E in televisione, anche quando si tratta di servizi digitali, questo significa solo una cosa: rinnovo.

Non ci sono ancora state conferme ufficiali, ma è scontato attendere nelle prossime settimane, se non ore, l’annuncio di una seconda stagione del progetto. Un rilancio che dovrà sicuramente prendere atto degli aspetti che hanno funzionato e quelli che non hanno funzionato in questo primo atto, per promuovere i primi e risolvere i secondi (per chi scrive, la presenza di un doppio conduttore è assolutamente ridondante e andrebbe rivista).

Soprattutto in questo ritorno dovrebbe essere presente quell’elemento che abbiamo indicato da subito come centrale nel successo in streaming di LOL: Chi ride è fuori, ovvero la varietà del suo cast. E a questo punto passiamo la palla a voi: chi vorreste vedere nella seconda stagione dello show?

Le nuove puntate di LOL: Chi ride è fuori sono disponibili a partire da oggi 8 aprile su Amazon Prime Video.

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Mattia Chiappani

Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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