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Non solo Microsoft e Activision. Le grandi acquisizioni che hanno plasmato il mondo tech e dell’intrattenimento

Da Disney con 20th Century Fox a Facebook con Oculus: ecco le acquisizioni più importanti degli ultimi tempi

Acquisizioni e fusioni plasmano il mercato, e il nostro mondo. Non ci facciamo mai particolare attenzione. Nel profondo siamo sempre convinti che a definire il nostro futuro siano singole aziende, singoli prodotti, singole innovazioni. A volte però è l’unione di due realtà a fare davvero la differenza.

Pensate a Microsoft e Activision Blizzard. Il colosso di Redmond ha acquistato uno dei publisher più potenti al mondo per quasi 70 miliardi di dollari. Sembra una follia. Eppure la scelta di Microsoft e Blizzard è frutto di riflessioni e decisioni ponderate.
La società guidata da Bobby Kotick sta affrontando uno dei periodi più complessi della sua storia: le accuse di discriminazione e molestie sessuali sono cresciute a dismisura, unitamente alle dichiarazioni dei dipendenti che descrivono un ambiente tossico, in cui è difficile lavorare. L’entrata in gioco di Microsoft dovrebbe consentire una ristrutturazione di Activision Blizzard, nonché l’eliminazione di questi comportamenti che, per stessa dichiarazione di Phil Spencer, CEO di Microsoft Gaming, non possono (e non devono) essere tollerati.
Dal canto suo Microsoft mette a segno un colpo importante: l’acquisizione porta su Xbox Game Pass titoli di grande successo e questo potrebbe spingere i 400 milioni di giocatori che ogni mese si divertono con i titoli di Activision Blizzard a sottoscrivere l’abbonamento. E no, non è un ragionamento assurdo: nel 2021 Microsoft ha comprato Bethesda e gli abbonati a Game Pass sono passati da 18 a 25 milioni.
Tutto questo potrebbe portare la società di Redmond a puntare ancora di più sui servizi, a discapito dell’hardware. Nei prossimi anni quindi potremmo non avere più bisogno di una console come Xbox Serie X o S perché i giochi saranno disponibili in streaming e accessibili con qualsiasi dispositivo.
Vedete quindi come una sola acquisizione può in realtà definire il mercato e tracciare la strada per il futuro?

Le grandi acquisizioni che hanno plasmato il mondo tech e dell’intrattenimeto

Quella di Microsoft e Activision Blizzard però non è l’unica acquisizione importante a cui abbiamo assistito negli ultimi anni.

Disney, Pixar, Marvel, Lucasfilm e 20th Century Fox: insieme per combattere Netflix

Disney acquisisce Pixar, Marvel, Lucasfilm e 20th Century Fox

Pensate a Disney: nel 2006 ha acquistato Pixar per 7,4 miliardi di dollari, nel 2009 ha speso altri 4 miliardi per Marvel Entertainment, 2012 sono usciti dalle sue casse altri 4 miliardi per Lucasfilm e nel 2019 ha sborsato 71 miliardi per 20th Century Fox.
Il risultato di questa acquisizione è sotto gli occhi di tutti e si chiama Disney+.

Cosa c’entra una piattaforma di streaming con lo shopping aggressivo di The Walt Disney Company?
Le prime tre acquisizioni hanno permesso alla società, all’epoca guidata da Bob Iger, di registrare incassi record al botteghino.
Ad un certo punto però è arrivata Netflix.
In un primo tempo Disney ha ceduto i diritti per lo streaming dei propri contenuti per poi accorgersi che era tempo di intervenire. Netflix aveva iniziato a produrre contenuti originali che stavano cambiando il mondo dell’intrattenimento e portando le persone a dare sempre più peso e rilevanza alla fruizione digitale di film e serie TV.
In questo scenario si inserisce l’offerta per 20th Century Fox, che ha portato The Walt Disney Company ha sviluppare una sua piattaforma di streaming in modo da continuare ad essere presente e competitiva sul mercato.

Se oggi potete accendere la vostra smart TV e guardare Loki, Hawkeye o The Mandalorian, è perché Bob Iger ha avuto la lungimiranza di acquisire società che gli garantissero l’accesso a personaggi e saghe che hanno fatto la storia del cinema, e la prontezza di evolversi quando l’era digitale ha bussato alla porta.

Facebook e Oculus: solo 2,3 miliardi per il metaverso

Grandi acquisizioni tech: Facebook compra Oculus

Nel 2014 Facebook spese 2,3 miliardi per Oculus.
All’epoca l’azienda fondata da Palmer Luckey aveva all’attivo un solo visore, il Rift, che in buona sostanza era ancora un prototipo dedicato agli sviluppatori.
Eppure, nonostante il prodotto per i consumatori fosse ancora in via di sviluppo, Zuckerberg decise di spendere una cifra altissima per Oculus.

Un errore? In realtà no. Al contrario, la mossa fatta da Facebook 8 anni fa gli ha permesso di essere in prima linea sul fronte del metaverso. L’acquisizione di Oculus ha garantito all’azienda di Menlo Park la possibilità di sviluppare internamente l’hardware e il software che ci porteranno verso il cyberspazio. Un connunbio che, oggi, poche aziende possono vantare.

Grandi acquisizioni tech: non solo Oculus

grandi acquisizioni tech: Facebook compra WhatsApp

Oculus non è l’unica spesa fatta da Facebook in questi anni. Nel 2012 Zuckerberg acquistò Instagram per 1 miliardo di dollari mentre due anni dopo si portò a casa WhatsApp spendendo 19,6 miliardi di dollari.
Anche in questo caso Zuckerberg ha mostrato di essere un ottimo stratega.
Se Facebook non avesse acquistato Instagram, oggi il social fotografico sarebbe uno dei suoi più grandi avversari.
E non è finita qui: Instagram oggi è il mezzo con cui Meta contrasta l’incredibile crescita di TikTok. In sostanza il CEO dell’ormai ex Facebook ha impedito a Instagram di contrastarlo trasformandolo, al tempo stesso, in un’arma da usare contro i nuovi avversari.

Quella di WhatsApp invece è la più grande acquisizione nella storia di Facebook. 19,6 miliardi che, all’epoca, rappresentavano un decimo del valore totale della compagnia di Zuckerberg.
I motivi sono diversi. Prima di tutto WhatsApp stava diventando un pericolossimo concorrente di Facebook Messenger, avvantaggiato da una crescita straordinaria: nel 2014 il servizio contava 1 milione di nuovi iscritti al giorno. In secondo luogo WhatsApp era utilizzatissimo nei Paesi in via di sviluppo, il che dava a Facebook la possibilità di entrare in questi mercati, soprattutto quelli asiatici.
Insomma, 19,6 miliardi di dollari hanno permesso a Facebook di allargare l’utenza e di eliminare un altro avversario. Rispetto a Instagram però non è stato ancora introdotto un sistema che consenta a Meta di monetizzare il suo acquisto. Questo non significa che non sia uno degli obiettivi di Zuckerberg. Semplicemente al momento lo scopo primario è raggiungere più persone possibili, dopodiché, con quella enorme fetta di mercato, Facebook troverà sicuramente il modo di guadagnarci.

Amazon e Whole Foods per la spesa online

grandi acquisizioni tech: Amazon e Whole Foods
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Se il nome Whole Foods non vi dice nulla, beh… è normale. Si tratta di una catena di supermercati attiva negli Stati Uniti, in Canada e nel Regno Unito. A distinguerla dalla concorrenza è l’intento con cui è nata: l’azienda punta ad offrire ai propri clienti prodotti di origine controllata e naturale.

Whole Foods è nata nel 1980 e all’inizio ebbe un enorme successo, poi le cose cambiarono: la concorrenza iniziò ad offrire cibo organico ad un prezzo più competitivo e così, agli inizi degli anni 2000, Whole Foods si trovò in difficoltà. La catena di supermercati di John Mackey non riusciva più a distinguersi dalla concorrenza.
Nel 2017 intervenne Amazon, con un’acquisizone da 13,7 miliardi di dollari.

Perché Jeff Bezos ha pensato fosse una buona idea?
5 anni fa Amazon era già un colosso dell’e-commerce, capace di consegnare praticamente qualsiasi cosa: libri, DVD, computer, smartphone, lavatrici, frigoriferi… Ma il cibo? Beh, quello della consegna della spesa a domicilio non era – e non è – un segmento semplice.
Ecco quindi cosa ha fatto Amazon: ha acquistato Whole Foods per capire come funziona e come ottimizzare una catena di supermercati. Questo ha permesso al colosso americano di definire un piano efficace per la sua catena di supermercati, Amazon Fresh.
E cosa c’entra con il delivery? Beh, quando si tratta di oggetti la strategia dell’azienda di Bezos è chiara: ci sono enormi magazzini sparsi per il mondo e, grazie a particolari algoritmi e ad una logistica efficientissima, è possibile consegnare in breve tempo qualsiasi cosa.
Il cibo però ha esigenze diverse. Non è possibile tenere tutto in un magazzino che magari dista 100/150 km dalla destinazione finale. L’idea quindi è quella di appoggiarsi ai supermercati Amazon Fresh che fungono da “magazzini” per il servizio di consegna.

L’acquisizione di Whole Foods, che all’inizio sembrava superflua, oggi contribuisce all’espansione di Amazon e in futuro probabilmente traccerà la strada per i servizi di consegna a domicilio.

Google ha acquistato Android?

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Siamo così abituati ad associare Android a Google da aver dimenticato che, all’inizio, Android non era di Big G. Nel 2003 Andy Rubin, Rich Miner, Nick Sears e Chris White fondaroto la Android Inc. con l’obiettivo di creare un sistema operativo che sbloccasse il potenziale dei dispositiv mobile grazie ad una maggior consapevolezza delle preferenze e della posizione dell’utente.
Nel 2005 Rubin cercò di strappare un accordo a Samsung e HTC per poi chiudere la vendita nel luglio dello stesso anno con Google. La cifra? 50 milioni di dollari.
Sembra pochissimo se paragonato alle acquisizioni miliardiarie di cui abbiamo parlato fino ad ora ma questo non rende l’accordo meno importante. Oggi Android è il sistema operativo mobile più usato al mondo, con una quota di mercato intorno al 70%.

Ovviamente dopo l’acquisizione Google ha lavorato su Android, l’ha trasfromato e l’ha fatto crescere ma quell’investimento iniziale è stato fondamentale. Senza quella spinta il mercato della telefonia sarebbe molto diverso.

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