Temi delicati come la perdita di qualcuno di caro, nelle sue diverse forme, e la conseguente elaborazione, possono convivere con qualche nota comedy all’interno di un film? Sì, e senza risultare cringe, assurdi, o sfacciati. Anzi. Il risultato di Grazie E Scusa ne è la lampante dimostrazione. Dramedy proveniente dalla Svezia, e sbarcato su Netflix da qualche tempo, abbiamo visto questo lungometraggio delicato e femminile (ma aperto alla lettura da parte di qualsiasi spettatore), e non vediamo l’ora di condividere con voi le nostre opinioni in merito.
Grazie E Scusa, cosa rimane nel cuore di chi… rimane
Prima di addentrarci in questa recensione, è bene fare una premessa. Abbiamo detto che questo film è focalizzato sul mondo femminile, e per quanto si possa incappare in qualche stereotipo (quale prodotto dell’entertainment non ne ha?), qui ci sembra siano stati smorzati e trattati con una lettura più leggera e in parte frizzante. Ed è per questo che il film di Lisa Aschan, scritto da Marie Østerbye, riesce a raccontare una storia famigliare senza risultare scontato, né avvilente.
Lo abbiamo detto, in questo titolo si parla di perdite importanti, a partire da quella senza ritorno per eccellenza. Il lutto. Da qui si aprono le strade del perdono, del superamento, dell’abbandono. Insomma, della vita in toto, navigando tra gli aspetti più oscuri della stessa, mentre si racconta la storia di Sara, che sta per essere lasciata dal marito, ma il giorno dopo lo stesso muore improvvisamente.
Resta sola con la figlia, Elliot, e con un altro bambino di cui è ancora incinta. Qui inizia il suo percorso di risalita e di riaffaccio alla vita, sola, al massimo in compagnia della rabbia e della fatica ad accettare la morte di suo marito.
Accettare il dolore, e la propria sorella
Comincia dunque un percorso delicato, di racconto alla figlia e a se stessa della morte dell’uomo, quasi a non riuscire a distinguere favola da realtà. Si innesta anche il personaggio della sorella di Sara, Linda, disordinata e incasinata, un ritorno inaspettato, ma cruciale per la storia (e per Sara). La ragazza e il suo cane Zlatan, proprio come il calciatore, riesce a entrare in sintonia con il dolore di Sara, aiutando lei e la sua famiglia ad andare oltre il muro del dolore.
Una storia al femminile, ma come è evidente porta con sé temi universali. Grazie E Scusa è un film toccante, ma mai pesante, con una sceneggiatura che dà un buon equilibrio tra silenzi e dialoghi. Inoltre indaga anche il rapporto tra sorelle, con tutte le sue sfaccettature e difficoltà, così come proporre riflessioni sulla capacità di perdonare e lasciare che gli altri entrino nella nostra vita.
Grazie E Scusa: la nostra recensione del film Netflix
Cosa vuol dire ritrovarsi tra sorelle dopo tanto tempo, ciascuna con la propria vita ormai cambiata e con tanti irrisolti da chiarire e un legame da ricostruire? Vuol dire ringraziarsi a vicenda per esserci, e scusarsi. Grazie E Scusa diventa così un film che sa raccontare il dolore famigliare, la perdita, la (ri)nascita. Il film Netflix uscito lo scorso dicembre unisce il dramma universale di questi temi alle nuances comiche della regia svedese, utili a sollevarci dal peso della vita reale e a ricordarci che, dopotutto, si tratta di una storia che sa anche far sorridere. Un po’ per i dialoghi e le situazioni, un po’ per le musiche diegetiche, il connubio è ottimo per ottenere un risultato godibile e, perché no, credibile.
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