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Indagine federale contro Tesla: risorse aziendali per costruire una casa di Musk?

Procedimento avviato da Sec e Dipartimento di Giustizia Usa

Ci siamo lasciati da poche ore con due notizie, date da Elon Musk (attraverso altrettanti post, come al solito), che potrebbero corrispondere a due piccole rivoluzioni per X, il social che fino a poche settimane fa si chiamava Twitter.

Una sarebbe la prossima introduzione nella piattaforma della possibilità di effettuare chiamate audio e video senza la necessità di inserire numeri di telefono.

L’altra, forse dal valore simbolico più elevato, è quella per cui X ospiterà gli spot elettorali per le elezioni presidenziali Usa del 2024. In coda all’articolo abbiamo specificato come la mossa è con buona probabilità un tentativo di riconquistare parte degli inserzionisti che – insoddisfatti della gestione Musk – hanno abbandonato il social.

E chiudevamo il pezzo segnalando una notizia data da Forbes, secondo cui X dovrà affrontare oltre 2.200 cause di ex dipendenti dell’allora Twitter, licenziati da Musk. L’azienda è accusata di non aver versato le indennità di licenziamento, e di non aver pagato le tasse relative all’arbitrato per avviare il processo.

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Indagine federale contro Tesla

Ma Elon Musk non è proprietario solo di X, e – a leggere quanto riportato dal Wall Street Journal nel pomeriggio di mercoledì 30 agosto – apprendiamo che è stata aperta un’indagine federale contro Tesla, che coinvolgerebbe in modo curioso proprio Musk.

Di cosa si tratta?

Una casa per Elon Musk?

L’indagine è stata avviata dalla Sec (Securities and Exchange Commission, l’ente federale statunitense che vigila sulle borse valori) e dal Dipartimento di Giustizia Usa.

Anche lo stesso Wall Street Journal è avaro di particolari, ma sembra che all’origine del procedimento ci sia l’uso di risorse aziendali per un progetto segreto.

Progetto che dovrebbe corrispondere alla costruzione di una casa privata (in vetro, peraltro) destinata a Elon Musk, e che dovrebbe essere situata nei pressi di Austin, in Texas.

Non si conosce la cifra in ballo, e né Musk né alcun portavoce di Tesla ha finora rilasciato dichiarazioni al riguardo.

L’indagine agli inizi

Sempre il Wall Street Journal usa un tono cauteloso, specificando che l’indagine federale contro Tesla è agli inizi e potrebbe non portare ad alcuna accusa.

Sembra peraltro che già il consiglio di amministrazione della stessa azienda di auto elettriche avesse istituito, lo scorso luglio, un’indagine interna per accertarsi dell’eventuale uso improprio di risorse aziendali.

I pubblici ministeri stanno reperendo informazioni su eventuali vantaggi personali di Musk, su quanto Tesla avrebbe speso per il progetto e sull’utilizzo finale dell’immobile.

All’origine di tutto: Project 42

In realtà, la poco chiara vicenda inizia lo scorso anno.

Quando a essere indagato era stato Omead Afshar, un dirigente che supervisionava la fabbrica di Tesla in Texas. Che poi era stato precauzionalmente “dirottato” in SpaceX.

Afshar avrebbe ordinato un’ingente commessa di “vetro speciale”. Che in seguito, secondo un approfondimento sempre a opera del Wall Street Journal, sarebbe servito per un non meglio definito “Project 42”. Ossia una villa per Elon Musk.

Va ricordato che una società pubblica come è Tesla deve rendere pubbliche tutte le transazioni al di sopra dei 120.000 dollari. E – sempre secondo le fonti del WSJ – il costo del vetro per il Project 42 superava di gran lunga questa cifra.

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Aperta un’indagine sull’autonomia delle auto elettriche Tesla

Sempre l’implacabile Wall Street Journal dà conto di un’ulteriore indagine contro Tesla.

Che stavolta riguarderebbe la discrepanza tra le autonomie delle auto elettriche comunicate dall’azienda e i dati reali (riscontrati dai clienti, i quali si sono appunto lamentati delle discordanze).

Anche questa indagine sarebbe stata avviata dal Dipartimento di Giustizia americano.

Infine, ricordiamo che all’inizio del mese di agosto la National Highway Traffic Safety Administration ha aperto un’indagine su un incidente mortale che ha coinvolto una Tesla Model Y. Si indaga per verificare se all’origine dell’incidente ci sia l’attivazione del sistema di guida autonoma.

Proprio il sistema di guida autonomo nelle vetture Tesla ha causato ben 739 incidenti dal 2019 a oggi.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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