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Call My Agent – Italia: com’è la nuova serie Sky Original

Call My Agent - Italia andrà in onda dal 20 gennaio su Sky e NOW.

Il racconto del mondo dello spettacolo nella serialità europea ha due chiari punti di riferimento: il primo è l’italiana Boris, capace di dare vita a una raffinata e pungente satira sull’ambiente televisivo (e in proiezione dell’intero sistema Italia); il secondo è Dix pour cent (Chiami il mio agente! per l’Italia), serie televisiva francese che ha esplorato le stesse tematiche, ma dal punto di vista di una prestigiosa agenzia artistica e con protagonista lo star system francese. Da queste due esperienze ben distinte nasce Call My Agent – Italia, serie Sky Original italiana in 6 episodi che è un dichiarato remake dello show francese ma risente inevitabilmente dell’influenza di Boris, scoperta da molti durante la pandemia e riportata in auge dalla quarta stagione distribuita a ottobre su Disney+.

Il compito del regista Luca Ribuoli (Speravo de morì prima, Noi) e della sceneggiatrice Lisa Nur Sultan era dei più ardui: adattare Dix pour cent senza ricalcare il materiale originale, traslando al tempo stesso il cinismo e l’ironia della serie francese all’interno del meno florido e più sguaiato star system italiano. Un’operazione che, almeno per i primi due episodi che abbiamo avuto l’opportunità di vedere, può dirsi riuscita. Merito soprattutto di guest star del calibro di Paola Cortellesi e Paolo Sorrentino (a cui seguiranno nelle prossime puntate Pierfrancesco Favino, Anna Ferzetti, Matilda De Angelis, Stefano Accorsi e Corrado Guzzanti), abili a interpretare se stessi e a fare autoironia senza trasformarsi in macchiette, ma anche di una scrittura capace di trarre il meglio dal passaggio dall’elegante Parigi alla caotica Roma.

Call My Agent – Italia: uno spassoso viaggio dietro le quinte dello star system italiano

Call My Agent - Italia

Call My Agent – Italia segue le vicissitudini della CMA, potente agenzia di spettacolo capitolina che dopo il passo indietro del fondatore Claudio Maiorana si ritrova guidata da un quadrumvirato composto dal delfino designato Vittorio Baronciani (Michele Di Mauro), dall’agguerrita Lea Martelli (Sara Drago), dall’appassionato Gabriele Di Lillo (Maurizio Lastrico) e dalla decana Elvira Bo (Marzia Ubaldi). Mentre i quattro cercano di garantire la sopravvivenza dell’agenzia, gestendo necessità, capricci e imprevisti dei loro assistiti, sono anche impegnati in una sorta di lotta interna per la guida della CMA. Intorno a loro, una squadra di giovani assistenti, la mitomane attrice Luana Pericoli (Emanuela Fanelli) e la timorosa Camilla Zanon (Paola Buratto), alla prima esperienza lavorativa. Le loro vicende personali si intrecciano con la macchina produttiva italiana.

Chi ha già gustato Dix pour cent potrebbe rimanere deluso dal primo episodio di Call My Agent – Italia, che riprende in maniera pedissequa le dinamiche alla base della puntata pilota dello show francese, oltre alle caratterizzazioni dei personaggi e ai rapporti che intercorrono fra loro. Anche il problema della star di turno (Paola Cortellesi troppo matura per recitare accanto a Brad Pitt in un colossal internazionale sugli etruschi) ricalca ciò che avviene a Cécile de France nell’omologo episodio della serie originale. Uno scotto da pagare necessario per mettere lo show sui binari giusti, un punto di partenza per costruire un proprio originale percorso, che potrebbe essere declinato nel corso di più stagioni.

I protagonisti fanno del loro meglio per reggere il confronto con il monumentale cast della serie originale (in cui convivono interpreti del calibro di Camille Cottin, Thibault de Montalembert e Laure Calamy), attingendo alla romanità e alla frustrazione alla base del mondo del lavoro italiano. Elementi che ricordano inevitabilmente la già citata Boris, declinati tuttavia in maniera indipendente e originale.

Da Dix pour cent a Call My Agent – Italia

Come già avviene per Dix pour cent, l’efficacia di Call My Agent – Italia è direttamente proporzionale alla portata della guest star di puntata e alla brillantezza della (dis)avventura di cui è protagonista. Il secondo episodio della serie è un perfetto esempio di questo meccanismo. Alla CMA arriva infatti l’importantissimo assistito Paolo Sorrentino, alle prese con una nuova idea per il proseguimento della sua serie sul papato inaugurata da The Young Pope. Ed è qui che la scrittura di Lisa Nur Sultan decolla, distaccandosi dalla serie originale e ricorrendo a un umorismo pop e citazionista, esaltato dal carisma e dalla presenza scenica dello stesso Sorrentino, che a ogni occasione dimostra di essere perfettamente a suo agio anche davanti alla macchina da presa.

Call My Agent – Italia trova così la sua collocazione fra satira e farsa, raccontando un ambiente sconosciuto ai più ma fondamentale per il funzionamento dell’industria dell’audiovisivo. Un mondo fatto di commissioni, eventi mondani e spietata concorrenza, ma anche di fragile umanità e di sincera passione per il cinema. Un mestiere che, come si afferma apertamente nel primo episodio, è fatto sostanzialmente per «amanti del cinema o disperati», curiosamente proprio come quello di chi si occupa di giornalismo cinematografico in un’ecosistema sociale e lavorativo in cui la cultura non è valorizzata e sostentata quanto meriterebbe.

Una storia tutta da scrivere

Call My Agent - Italia

Fra le pieghe di un racconto che è principalmente opera di bonario sbeffeggiamento e spassosa autoanalisi dell’industria audiovisiva, emerge così la vulnerabilità delle persone che lavorano quotidianamente a stretto contatto con le stelle del cinema e con i più potenti produttori, fra scintillanti red carpet e lussuosi ambienti lavorativi con vista su Piazza di Spagna, per poi scoprirsi amaramente sole quando tornano a casa. Ed è proprio su questo terreno che Call My Agent – Italia si gioca il proprio futuro, dal momento che lo star system a cui attingere è decisamente più ristretto di quello francese e già assottigliato al termine della prima stagione.

Pu essendo meno feroce e corrosiva di Boris e non potendo contare su un parco attoriale scintillante come quello di Dix pour cent, Call My Agent – Italia gioca al meglio le proprie carte, puntando su una territorialità ben sfruttata e sulla faciloneria e l’approssimazione che contraddistinguono il mondo del lavoro nostrano. I guizzi non mancano, come le surreali sequenze che chiudono gli episodi, ma la strada per affrancarsi dallo scomodo paragone con la serie originale è ancora lunga e tortuosa.

Call My Agent - Italia

La prima stagione di Call My Agent – Italia è in programmazione dal 20 gennaio su Sky e Now.

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Marco Paiano

Tutto quello che ho imparato nella vita l'ho imparato da Star Wars, Monkey Island e Il grande Lebowski. Lo metto in pratica su Tech Princess.

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